Mio amato profeta Stampa E-mail

a cura di Virginia Hilu

Mio amato profeta. Lettere d’amore di Kahlil Gibran e Mary Haskell

Paoline Editoriale Libri, pagg.496, Euro 24,00

 

gibran.jpg  IL LIBRO – Nel maggio 1904, a Boston, Mary Haskell, titolare di una scuola per ragazze, entra nello studio di un noto fotografo d’arte, dove espone un giovanissimo – sconosciuto – pittore: Kahlil Gibran. Da un rapporto di collaborazione, basato su una stima appassionata, nasce tra i due un sentimento intenso e duraturo, che oscilla fra una singolare amicizia e un non comune amore. Mary diventa per Kahlil fonte d’ispirazione e sostegno decisivo, sia morale sia materiale: ne segue passo per passo la formazione artistica, rivelandolo come scrittore dotato e sensibilissimo, destinato a un grande successo nelle generazione future. Con la Haskell, Gibran attraversa le fasi della tempesta e della riconciliazione, del dubbio e dell’incomprensione. Ma nel marzo 1922, in occasione di uno dei loro numerosi chiarimenti, le dice: “Ciò che è più intimo in me nei tuoi riguardi non è mai mutato. Quella profondità, quel riconoscersi e conoscere, quel senso di affinità è iniziato la prima volta che ti ho vista, ed è sempre lo stesso, anche adesso … solo mille volte più profondo e più tenero. Ti amerò fino all’eternità”. Le lettere pubblicate in questo volume, insieme alle pagine del diario di Mary, gettano una luce nuova e rivelatrice sull’attività artistica e letteraria di Gibran e, nello stesso tempo, ci introducono nella sua vita quotidiana, fatta di particolari brillanti ma anche dolenti, sullo sfondo dell’America di inizio Novecento.

 

  DAL TESTO – “Kamilah Rahmi, madre di Gibran, era figlia del prete del villaggio e vedova di Abdal-Salam Rahmi, da cui aveva avuto un figlio, Peter. Era priva di istruzione; ma a differenza del marito, mentre la famiglia cresceva fino a includere Kahlil e due sorelle (Sultana e Marianna), cresceva anche la sua ambizione di una vita migliore per tutti loro. Nel 1895, la famiglia comprendeva il padre e la madre, il diciottenne Peter, il dodicenne Kahlil e le due figlie minori. Il padre di Gibran spendeva la maggior parte dei suoi magri proventi nel bere; il cibo non era mai abbondante, né l’ansia conosceva momenti di tregua. I figli trascorsero i loro primi anni nella povertà avvilente e in un’atmosfera costantemente carica di tensione e di amarezza, tra un padre ubriacone e una madre disperata”.

 

  L’AUTORE – Kahlil Gibran nacque a Bsherri, in Libano, nel 1883. Emigrato negli Stati Uniti a dodici anni, visse tra Boston e New York, dove morì nel 1931. È autore di opere letterarie in prosa poetica, sia in arabo sia in inglese, e di opere artistiche eseguite con varie tecniche, conservate nei maggiorI musei statunitensi e nel Paese d’origine. Nel mondo occidentale è noto soprattutto per Il profeta, luminosa sintesi del suo pensiero sui temi fondamentali della vita.

 

  LA CURATRICE - Virginia Hilu, nata a New York e cresciuta a Pittsburgh, redaTtrice attenta della prestigiosa casa editrice Harper and Row, con lo stesso spirito d’iniziativa con cui incoraggiava gli autori a dare il meglio di sé, scoprì nella Biblioteca della University of North Carolina l’archivio della famiglia Minis, che include le 325 lettere di Gibran a Mary negli anni 1908-1931 e le quasi 290 di lei a lui, insieme ai 47 diari di Mary. Ne pubblicò con Knopf, lo stesso editore del Profeta, una selezione accurata e sistematica, volta a “ricostruire, attraverso le loro stesse parole, la storia del rapporto tra Mary e Gibran”. Lavorò nel settore editoriale fino alla morte, avvenuta nel 1976.

 

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione all’edizione italiana, di Isabella Farinelli – Mio Amato Profeta – Nota, di Virginia Hilu - Introduzione, di Virginia Hilu – 1908 – 1909 – 1910 – 1911 – 1912 – 1913 – 1914 – 1915 – 1916 – 1917 – 1918 – 1919 – 1920 – 1921 – 1922 – 1923 – 1924 – 1925 – 1926 – 1927 – 1928 – 1929 – 1930 – 1931 - Postfazione, di Virginia Hilu - Nota bibliografica