Il discorso delle cose Stampa E-mail

Federico Della Corte

Il discorso delle cose
Studio su Francesco Guicciardini


Pàtron Editore, pagg.144, € 15,00

 

dellacorte discorso  Federico Della Corte, nel libro intitolato "Il discorso delle cose. Studio su Francesco Guicciardini", compie un'indagine lucida e approfondita sulla figura di uno dei maggiori storici e intellettuali del Rinascimento italiano. Guicciardini, noto soprattutto per la sua "Storia d'Italia", è un autore di fondamentale importanza per la storiografia moderna, eppure la sua opera è stata oggetto di una lettura spesso frammentata e di difficile accesso. Della Corte si confronta con il pensiero guicciardiniano con una combinazione di rispetto filologico e audace critica, esplorando le strategie narrative e metodologiche che hanno reso la "Storia d'Italia" un'opera di straordinaria modernità e profondità.

  Della Corte adotta un approccio multidimensionale nel suo studio, analizzando la "Storia d'Italia" sotto vari punti di vista: la struttura dell'opera, la delineazione dei personaggi, l'utilizzo delle fonti e la visione politica che sottende a tutta la narrazione. L'autore non si limita a un'analisi estetica o letteraria del testo, ma si immerge nella complessità metodologica e filosofica che caratterizza il lavoro di Guicciardini. L'analisi della 'dispositio' (l'ordinamento e la disposizione del materiale storico) è uno degli aspetti centrali del libro, dove Della Corte dimostra come la capacità di Guicciardini di intrecciare eventi storici con riflessioni politiche e morali conferisca alla sua opera una grande forza interpretativa, capace di oltrepassare i limiti della mera cronaca.

  Un aspetto che emerge chiaramente è il modo in cui Guicciardini si allontana dalla tradizione storiografica medievale, abbracciando una prospettiva che, pur mantenendo il rigore del racconto storico, si arricchisce di considerazioni filosofiche e di riflessioni sulla natura umana e sulla politica. Della Corte esplora le motivazioni politiche che stanno dietro alla scelta dell'autore di inserire una narrazione pragmatica e spesso disincantata dei fatti, un approccio che rompe con la visione idealizzata e moralizzante della storia diffusa da altri contemporanei, come Niccolò Machiavelli. Questo pragmatismo è reso particolarmente evidente nelle sue analisi della "forte" interpretazione della storia, che riflette una concezione realistica della politica, influenzata dal contesto storico e dai rapporti di forza tra le varie fazioni.

  L'aspetto metodologico dell'opera guicciardiniana è un altro punto focale del libro di Della Corte. L'autore dimostra come Guicciardini, pur adottando un approccio apparentemente oggettivo alla storia, non esiti a far emergere la propria posizione ideologica e politica. Questo carattere "forte" e "strategico" dell'interpretazione storica guicciardiniana si riflette nell'uso selettivo delle fonti, in un'operazione che non si limita a una mera trascrizione di fatti, ma li interpreta attraverso una lente che riflette la visione di Guicciardini sul mondo e sulla politica. In questo senso, Della Corte va oltre la semplice analisi dei contenuti della "Storia d'Italia" e offre uno studio articolato sulle scelte interpretative e stilistiche che caratterizzano l'opera, tra cui l'invenzione e la costruzione di una narrazione che si allontana dall'oggettività per abbracciare una soggettività che cerca di dar conto della complessità e dell'ambiguità della storia stessa.

  Un'altra dimensione rilevante del libro è la lettura della "Storia d'Italia" come una forma ibrida che mescola il rigore storiografico con un'intensa forza descrittiva, degna della migliore letteratura. Della Corte infatti sottolinea come, pur mantenendo il rigore scientifico, Guicciardini non rinunci mai alla dimensione narrativa che conferisce alla sua opera un valore letterario. La stessa narrazione storica guicciardiniana, con la sua attenzione ai dettagli e ai personaggi, risulta essere, per Della Corte, una delle principali innovazioni dell'autore, che non solo scrive per "informare", ma anche per coinvolgere il lettore in una riflessione continua sulla natura della storia e sulla condizione umana.

  Il libro si distingue inoltre per la sua attenta analisi delle filosofie sottostanti alla storiografia guicciardiniana. Guicciardini, secondo Della Corte, non è solo un testimone dei suoi tempi, ma anche un pensatore che integra le sue osservazioni politiche con riflessioni etiche e morali. In particolare, la sua visione della storia, caratterizzata dalla consapevolezza della finitezza umana e dalle sue critiche alla retorica morale dei suoi contemporanei, lo colloca come un precursore della storiografia moderna. Della Corte, quindi, esplora la visione del mondo guicciardiniana come una sintesi di realismo politico e di una visione filosofica della condizione umana, che travalica i confini della mera cronaca per diventare uno specchio del pensiero del Rinascimento.

  Infine, il libro di Della Corte è anche una riflessione sulla posizione di Guicciardini nel panorama storiografico e filosofico italiano ed europeo. La "Storia d'Italia" emerge come un'opera che, pur rimanendo un documento fondamentale per comprendere il Rinascimento, ha una straordinaria capacità di dialogare con il presente, grazie alla sua capacità di trattare temi universali e di mettere in discussione il concetto stesso di storia come processo lineare.

  "Il discorso delle cose" di Federico Della Corte si configura come un lavoro utile per comprendere la profondità della storiografia di Francesco Guicciardini. Attraverso una lettura acuta e multidisciplinare, Della Corte restituisce al lettore l'opera guicciardiniana nella sua piena complessità, facendo emergere la straordinaria modernità di un autore che ha saputo coniugare rigorosità storica e visione filosofica, narrativa e analisi politica. Un libro che non solo è un'analisi della "Storia d'Italia", ma anche una riflessione sulla natura stessa della storia e sulla capacità della storiografia di interrogare il passato per illuminare il presente.