Henry de Montherlant
Il bestiario celeste
Nino Aragno Editore, pagg.120, € 16,00
Nel corso degli anni Trenta e Quaranta del Novecento, l'Europa era percorsa da profondi e turbolenti fermenti ideologici e culturali. La crescente ascesa dei totalitarismi, la tensione tra le democrazie e i fascismi, le Guerre mondiali e l'erosione dei valori tradizionali, segnano un'epoca di intensi interrogativi sulla condizione umana, sul destino delle civiltà e sulla ricerca di un nuovo ordine. Henry de Montherlant, scrittore e drammaturgo francese fu un fervente critico del progresso e delle ideologie che dominavano il suo tempo.
Nato nel 1896, Montherlant fu influenzato dalle teorie filosofiche di Nietzsche, dal culto dell'eroismo e dalla visione tragica della vita. Tuttavia, la sua personalità e il suo pensiero furono segnati da una tensione tra l'affermazione della volontà di potenza e la consapevolezza della finitezza dell'esistenza umana. La sua riflessione si estendeva a molteplici ambiti, tra cui l'astrologia, la mitologia, la filosofia e la religione, senza mai confluire in un sistema rigido, ma piuttosto nel relativismo che pervadeva la sua concezione del mondo. Un tema centrale nella sua opera, come nei suoi scritti politici e filosofici, è il rifiuto del conformismo e la ricerca di una realtà oltre la razionalità.
Il Bestiario Celeste (1965), una delle sue opere più complesse ed enigmatiche, si inserisce perfettamente in questa sua inquietante riflessione. Nelle pagine dell'opera, Montherlant esplora l'astrologia, la dimensione simbolica del cosmo, la relazione tra l'uomo e le forze invisibili che lo governano. Con il suo tono caratteristicamente lucido, ironico e provocatorio, Montherlant non si limita a un'analisi tradizionale, ma si addentra in un territorio ambiguo, in cui la credenza si mescola al cinismo e alla scetticismo.
Il Bestiario Celeste è un'opera che manifesta la complessità e la contraddittorietà del pensiero montherlantiano. La sintesi fra razionalismo e misticismo, che pervade il libro, è un tratto distintivo non solo dell'opera, ma della stessa biografia intellettuale dell'Autore. Il titolo del libro allude a una dimensione cosmica, una sorta di catalogo delle forze celesti che, sebbene rappresentate simbolicamente, si riflettono nel mondo terreno.
Montherlant, nel riflettere sul cosmo e sulle influenze astrali, non adotta una posizione dogmatica, ma si avvicina all'astrologia con lo stesso atteggiamento con cui affronta ogni altro campo di pensiero: con una sorta di "credere non credendo". Questo approccio, che può sembrare paradossale, è in realtà una chiara manifestazione della sua visione relativista del mondo, dove non esistono verità assolute, ma una molteplicità di possibilità che si intrecciano in un gioco di influenze e contingenze. Il famoso aforisma "credo [all'astrologia] non credendoci" riassume bene la sua posizione di fronte a tutte le verità umane, non esclusa la scienza, che è pur sempre soggetta alla percezione e all'interpretazione del soggetto.
L'Autore, dunque, si muove tra le stelle con una certa distanza intellettuale, pur attingendo a piene mani alla ricca simbologia del cosmo, dove ogni segno, pianeta o costellazione acquista un significato profondo e potenzialmente rivelatorio. Sebbene Montherlant sembri distaccarsi dalle concezioni tradizionali dell'astrologia come disciplina di previsione o determinismo, le forze cosmiche da lui evocate hanno un carattere archetipico, attingendo alla mitologia greca, alla filosofia orientale e alle dottrine misteriche. Questo confronto tra tradizione e modernità, tra razionalità e irrazionalità, è il cuore pulsante dell'opera.
Il libro si costruisce come un "bestiario", ma non uno qualsiasi: non si tratta di una semplice raccolta di animali o simboli mitologici, ma di un insieme di figure che, attraverso l'interpretazione simbolica, rivelano aspetti dell'animo umano e del suo destino. Ogni animale o figura mitologica si lega a un aspetto della psicologia umana, un'idea di comportamento o di virtù che può essere più o meno prossima al concetto di eroismo che Montherlant ha sempre esaltato. Tuttavia, anche qui la visione non è mai del tutto positiva: la condizione umana è, secondo l'Autore, irrimediabilmente legata alla sofferenza, alla lotta e alla rinuncia.
Un tema centrale nel libro è la "ruota solare", simbolo che Montherlant associa al ciclo inesorabile della vita e della morte. Questo concetto rimanda alla visione ciclica del tempo, dove ogni fine è anche un nuovo inizio, come nelle stagioni o nel movimento dei corpi celesti. La ruota solare è anche un simbolo di potere, una potenza che non solo attraversa il cielo, ma che sembra anche incarnare l'ordine cosmico che l'Autore auspica di vedere ristabilito.
Il Bestiario Celeste è un'opera che sfida le convenzioni del pensiero moderno e si presenta come un testo che raccoglie e rielabora una vasta gamma di influenze culturali, filosofiche e spirituali. Attraverso un linguaggio ermetico e denso, Montherlant si confronta con le questioni esistenziali e il destino dell'uomo, senza mai offrirgli soluzioni facili. L'Autore non cerca una verità assoluta, ma solleva interrogativi che rimangono sospesi, invitando il lettore a confrontarsi con il mistero dell'esistenza, il suo significato e la sua finitezza.
La sua visione del mondo non si lascia incasellare in schemi ideologici rigidi e si caratterizza per un relativismo che sfiora la disperazione, ma che non si arrende mai alla visione nichilista. La ricerca di un ordine, di un'armonia tra l'uomo e le forze cosmiche, diventa un cammino che, pur essendo tormentato e irrisolto, offre al lettore uno spunto per riflettere sulla condizione umana.
In questo senso, Il Bestiario Celeste è un saggio profondo e multidimensionale sulla spiritualità, sulla sofferenza e sulla ricerca del significato. Un testo che, pur nei suoi aspetti più controversi e provocatori, rimane uno degli scritti più affascinanti e complessi di Henry de Montherlant. |