Giubbe Rosse. Il Caffè della Rivoluzione Culturale nella Firenze 1913-15 |
Alberto Viviani Giubbe Rosse. Il Caffè della Rivoluzione Culturale nella Firenze 1913-15 Nuove Edizioni Culturali, pagg.384, Euro 40,00
IL LIBRO – Del quadro futurista e della dedica, nonché dell’altro capolavoro rosaiano della raccolta Alberto Viviani – l’acquaforte (titolo e firma a matita) “Case Civette” del 1912 – parla lo stesso Viviani nel capitolo dedicato a Rosai fin dalla prima edizione di “Giubbe Rosse” (Barbera Editore, Firenze 1933). Alberto Viviani (Firenze 1894-1970) ed Ottone Rosai (Firenze 1895-Ivrea 1957) furono amici dal 1911-12 e per tutta la vita. Un’amicizia analoga, in Firenze, a quella tra Viviani e altri pittori: Primo Conti, Alberto Magnelli, Manfredo Borsi, Umberto Brunelleschi. Quest’opera di Rosai (in copertina è un particolare, mentre nelle Tavole essa è riprodotta integralmente), oltre a essere di rarità assoluta, assume oggi rilevanza mondiale sotto ogni confronto. Invitiamo a leggere il lungo intervento sul quadro e su Rosai nella parte conclusiva del volume (Settore “Scritti e Documenti”). La storia del dipinto è lunga quasi un secolo e parte dalla eccezionale pubblicazione su una cartolina “Lacerba-Vallecchi” del 1914, col titolo “Dinamismo di Oggetti”.
DAL TESTO – “C’è stato un periodo della cronistoria artistico-letteraria italiana in cui il Futurismo veniva addirittura ignorato o seppellito, relegato nei fenomeni passati e superati. Poi venne una lenta rivalutazione che, mancando in molti casi di autorevoli consensi, fu generosa, ma spesso insufficiente. Infine, anche per il sopravvenuto slancio dato dai nuovi ricercatori, fuori e dentro le Università, gli studi sul Futurismo si sono moltiplicati ed ora sono stati raggiunti risultati di soddisfacente livello che hanno dato occasione a riflessioni, ristampe, perfino riscoperte, e mostre d’arte via via di maggiore impegno e considerato indispensabile non solo in Italia ma in vari Paesi europei, negli Stati Uniti, in America Latina e perfino in Giappone. L’elenco degli eventi tende a diventare sempre più fitto e frequente. Si direbbe […] che c’è una nuova “moda” di discussione e di apprezzamento nei riguardi della grande avanguardia italiana. A questo punto il percorso critico e storico non può più essere approssimativo e l’esame dell’imponente fenomeno va compiuto con più solide pezze d’appoggio. Sembra indispensabile, nel ricorrere ai documenti di base sul Futurismo, che ovviamente partono dagli scritti di F. T. Marinetti e dai Manifesti divulgati dal Fondatore e dai suoi sodali (anche tradotti negli anni Dieci in più lingue) prestare la maggiore attenzione al testo, da considerare fondamentale, delle “Giubbe Rosse”, lasciatoci da un testimonio, Alberto Viviani, presente sin dalle manifestazioni di esordio del Movimento, e quindi dal 1909, fino al secondo dopoguerra e al 1970, anno della sua scomparsa. È quanto documenta il fedele allievo ed amico di Alberto Viviani, Paolo Perrone Burali d’Arezzo, ripubblicando “Giubbe rosse” (già pervenuto alla ottava edizione) e ricorrendo anche a una inedita documentazione, predisposta dallo stesso Viviani, che accresce considerevolmente il valore del libro”.
L’AUTORE – Alberto Viviani venne definito “il più giovane poeta futurista” da F. T. Marinetti, nel corso della sua storicizzata visita del maggio 1909 nella casa del fondatore del Futurismo. Lo scrittore fiorentino, che fu esponente fin dall’inizio nel 1913 anche della celebre rivista “Lacerba” di Papini e Soffici, resta il primo storico al mondo del Movimento futurista-lacerbiano a partire dal 1933 col suo libro “Giubbe Rosse” e poi diversi altri libri e centinaia di saggi e scritti vari. Viviani è l’autore che più lungamente (dal 1909 al 1970 senza interruzioni, nonché con consapevolezza, profondità ed estensione di temi ed esponenti), abbia scritto sul Futurismo. Anticipando di decenni la consacrazione universale del Movimento futurista, Viviani – in un volume di storia d’arte del 1948 – fu il primo a definirlo “Secondo Rinascimento”. Figlio spirituale di Papini e di Marinetti, ne fu il maggiore biografico. E lo fu anche – negli Anni Trenta – di Carrà, Soffici e Palazzeschi. Autore di oltre cento volumi di storia (antica e moderna), poesia, narrativa, critica, memorie, biografie, fiabe, eccetera, Viviani fu storico, filologo, latinista, collaboratore dell’Accademia della Crusca e del Conservatorio Cherubini, violinista, musicologo, enciclopedista (“Treccani”, “Ricordi”, ecc.), traduttore, fondatore di riviste (a esempio “La Nuova Lacerba” nel 1922), firma illustre di molti quotidiani nazionali e stranieri, professore di letteratura italiana (linea Giosuè Carducci, Guido Mazzoni, Alberto Viviani). Lo studioso pubblicò nel 1942 il basilare volume, di rilevante peso filologico, “Dal Verso Libero all’Aeropoesia”, che Marinetti definì – per scritto - “il libro più importante sul Futurismo”. Due anni dopo a Venezia, nell’estate 1944, Viviani scrisse a quattro mani con Marinetti le “Memorie generali del Futurismo”.
INDICE DELL’OPERA – Dedica - Il Museo “Viviani- Burali” /98 anni – Il capolavoro “Giubbe Rosse” di Alberto Viviani libro-sintesi di un’epoca, di Paolo Perrone Burali – “Giubbe Rosse” di Viviani: la cultura delle memoria, di Mario Verdone – TAVOLE E DOCUMENTI – Quegli anni…/ Luoghi, persone, testimonianze, documenti – Continuità… - Conoscere il Futurismo – Capitolo primo. 1909: Ingresso nel mondo – Capitolo secondo. Firenze 1913 – Capitolo terzo. Giubbe Rosse – Capitolo quarto. Lacerba – Capitolo quinto. Idee e personalità lacerbiane – Capitolo sesto. L’esposizione di pittura futurista a Firenze - Capitolo settimo. La serata futurista al Teatro Verdi – Capitolo ottavo. E lasciateci divertire – Capitolo nono. Gianfalco: Giovanni Papini – Capitolo decimo. Palazzeschi come Oscar Wide – Capitolo undicesimo. Italo Tavolato e Ardengo Soffici – Capitolo dodicesimo. Giuseppe Vannicola – Capitolo tredicesimo. Un poeta: Nicola Moscardelli, due pittori: Boccioni e Carrà – Capitolo quattordicesimo. Amici (Bastianelli e Le Cardonnel) – Capitolo quindicesimo. Dino Campana – Capitolo sedicesimo. Un pittore e uno scrittore: Ottone Rosai e Ugo Tommei – Capito diciassettesimo. Poeti (Bellini, Binazzi, Cecconi) – Capitolo diciottesimo. Ettore Petrolini e il Futurismo – Capitolo diciannovesimo. Primo Conti – Capitolo ventesimo. Vamba, patriota interventista contro i “panciafichisti” – Capitolo ventunesimo. Federigo Tozzi – Capitolo ventiduesimo. Tre tipi (Franchi, Däubler, Folgore) – Capitolo ventitreesimo. Miguel De Unamuno ultimo cavaliere dell’ideale – Capitolo ventiquattresimo. Paul Valery e l’amicizia – Capitolo venticinquesimo. Ancora nell’acquario delle “Giubbe Rosse” (Moretti, Agnoletti, Novaro, Reghini, Semenoff, Gerebzova, Gide, Craig, Rosso) – Capitolo ventiseiesimo. Firenze 1914 – Capitolo ventisettesimo. Firenze 1915: “Gioia bella vo lontano…” – SCRITTI E DOCUMENTI – Poesie-documenti / La casa futurista - Poesie-documenti / Notturno fiorentino con Rosai - Poesie-documenti / Giubbe Rosse + Voci di città – Poesie–documenti / Cafè Chantant – Gli amici di Parigi di Viviani / Magnelli, Severini, Picasso, Borsi, Civis e le Giubbe Rosse, di P.P. Burali – Soffici - Viviani / Documenti – La copertina / Avvicinarsi ad un celebre dipinto – Omaggio a Ottone Rosai nel Cinquantennio dalla scomparsa, di P.P. Burali – Ottone Rosai / Documenti – Postazione, di Raffaele De Grada
Il volume può essere richiesto a: Nuove Edizioni Culturali, tel. e fax 02/6694466. Posta telematica:
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