a cura di Felicita Audisio
Carteggio Croce-Carducci (1887-1906)
Nino Aragno Editore, pagg.CXXIX-125, € 28,00
Il carteggio intercorso tra Benedetto Croce e Giosue Carducci emana un fascino irriducibile per gli studiosi, che trovano difficile classificare tali lettere all'interno dei parametri dell'epistolografia. Ci sono diversi motivi che rendono questa corrispondenza particolare e talvolta elusiva: in primo luogo, la limitata consistenza delle lettere stesse, che contano solamente ventiquattro pezzi, inclusi biglietti da visita e telegramma. Queste missive si susseguono a volte con lunghi intervalli e il loro numero diminuisce nel corso degli anni, nell'arco temporale che va dal 1887 al 1906.
Inoltre, va sottolineata la differenza di età tra i due interlocutori: da una parte c'è Carducci, il "poeta vate", che all'inizio dell'incontro, sebbene ancora in piena attività, inizia o ha già iniziato la sua parabola discendente. Dall'altra parte, c'è Croce, il brillante erudito e futuro filosofo, già orientato allo studio della scienza estetica attraverso il filosofare sulla storia. In piena forza intellettuale, Croce si muove con agilità tra i suoi interessi accademici.
Questo carteggio – curato da Felicita Audisio (già docente di Stilistica e metrica italiana presso l'Università di Firenze) - non si focalizza sulla vita privata, le sfumature psicologiche, le ideologie politiche o le teorie filosofiche dei due corrispondenti. Al contrario, sono le esigenze di ordine intellettuale, di ricerca e di studio che emergono costantemente. L'impressione che si ricava da questa corrispondenza è quella di essere catapultati nell'officina di due grandi lavoratori della cultura. È proprio da questo punto di vista che questa corrispondenza diventa interessante: innanzitutto per la statura dei personaggi coinvolti, due titani del sapere, e in secondo luogo per quei periodi "vuoti" o "morti" in cui il flusso temporale delle lettere si interrompe. Tuttavia, questi periodi si rivelano "pieni" quando ci si rivolge alla saggistica prodotta da entrambi gli interlocutori. Questa saggistica, infatti, prosegue i temi trattati nelle lettere e si instaura un vero e proprio "dialogo" tra la corrispondenza e le opere. Questo dialogo trova anche consistenza e validità attraverso i manufatti, i "libri", ovvero le edizioni a stampa delle loro opere, che i due interlocutori si sarebbero scambiati come dono reciproco. |