Luca Gorgolini
In missione per la pace Le forze armate italiane in Libano (1982-1984)
Clueb, pagg.224, € 22,00
Questo volume di Luca Gorgolini (professore associato di Storia contemporanea presso l'Università degli studi della Repubblica di San Marino) analizza il contesto storico del Libano e l'evoluzione della politica estera e di sicurezza italiana all'inizio degli anni Ottanta del Novecento, fornendo un resoconto dettagliato della partecipazione dell'Italia alla Forza multinazionale che operò a Beirut dal 1982 al 1984. Questo contributo italiano rivela un importante punto di svolta per le Forze armate, che assunsero un nuovo ruolo nel sostenere le ambizioni nazionali in due regioni cruciali: il Mediterraneo e il Vicino Oriente.
Con il coinvolgimento complessivo di circa 8000 militari, l'operazione Italcon segna l'inizio di un crescente coinvolgimento dell'Italia in operazioni militari di ogni tipo. Il libro esamina la complessità e le contraddizioni di questa missione, così come le sue molteplici eredità, attraverso lo studio dei documenti ritrovati negli archivi e le testimonianze di alcuni degli uomini che ebbero un ruolo di primo piano all'interno del contingente.
La storia travagliata del Libano e la sua posizione strategica nel contesto del Vicino Oriente hanno reso cruciale l'intervento della comunità internazionale per garantire la stabilità nella regione. L'Italia, in virtù dei suoi interessi politici ed economici nell'area, ha deciso di contribuire a uno sforzo internazionale per riportare la pace e il controllo nella tumultuosa Beirut.
La missione italiana ha rappresentato una sfida senza precedenti per le Forze armate italiane, che hanno dovuto affrontare una serie di complessi problemi politici, militari e umanitari. Il volume esplora in dettaglio l'impatto di questa missione sulla politica estera italiana e sulla percezione internazionale del Paese come attore importante nella gestione delle crisi internazionali.
Attraverso l'analisi dei documenti ufficiali e delle testimonianze degli uomini che hanno vissuto e combattuto a Beirut, il libro offre un'ampia panoramica delle sfide che l'Italia ha affrontato durante questa missione. La partecipazione italiana alla Forza multinazionale non solo ha contribuito a stabilizzare il Libano, ma ha anche consolidato il ruolo dell'Italia come attore fondamentale nella politica estera e di sicurezza internazionale.
Le eredità di questa missione sono state molteplici e complesse. L'intervento italiano ha permesso di sviluppare ulteriormente le capacità militari e diplomatiche del Paese, aprendo la strada a future operazioni internazionali. Inoltre, la partecipazione italiana ha rafforzato i rapporti con gli Stati Uniti e gli altri Paesi della Forza multinazionale, consolidando così la posizione dell'Italia nella scena internazionale.
Il libro, in definitiva, offre una ricca analisi della partecipazione italiana alla Forza multinazionale a Beirut, evidenziando le sfide e le eredità di questa missione. Attraverso la combinazione di documentazione ufficiale e testimonianze personali, il volume fornisce una comprensione approfondita del ruolo dell'Italia nel promuovere la pace e la stabilità in una regione così complessa come il Vicino Oriente.
"È sufficiente qui ricordare – spiega l'Autore - che nel definire gli ambiziosi obbiettivi politici assegnati alla missione della Forza multinazionale e le linee operative sul piano strettamente militare, i decisori politici americani non colsero appieno le implicazioni connesse alle frizioni che attraversavano la società libanese su diversi piani, e sottovalutarono l'influenza e i reali obbiettivi strategici degli altri stati regionali: su tutti Israele e Siria. E, d'altra parte, le divergenze esistenti tra gli obbiettivi politici e il ruolo che i singoli governi avevano affidato ai propri contingenti, inizialmente latenti, finirono per emergere quando la situazione sul campo subì un'evoluzione inaspettata e gli scontri localizzati si trasformarono in un vero e proprio conflitto armato che coinvolse la Forza multinazionale facendole perdere credibilità agli occhi di una parte importante dell'opinione pubblica di parte mussulmana. L'Italia, dal canto suo, fu di fatto la sola nazione impegnata nell'operazione che mantenne costantemente una posizione di mediazione e neutralità sia sul versante degli attori politici e paramilitari libanesi sia sul versante del confronto diplomatico animato dalle potenze regionali, interessate a condizionare l'evoluzione della crisi libanese in direzione di un esito a loro favorevole". |