Anna Ferrando
Adelphi Le origini di una casa editrice (1938-1994)
Carocci Editore, pagg.448, € 39,00
L'eclettico e affascinante "stile Adelphi" ha conquistato il cuore di diverse generazioni di lettori. Questo marchio, caratterizzato da un'estetica irrazionale e incantevole, copertine dai toni pastello e una grafica ricercata, ha assunto un'importanza così rilevante da diventare un vero e proprio simbolo. Tuttavia, sorprendentemente, nonostante la sua forte riconoscibilità, Adelphi non ha mai ricevuto prima d'ora un adeguato studio storiografico specifico.
Fondata nel 1962, la casa editrice ha introdotto in Italia un nuovo concetto di libro e ha promosso filoni culturali di rilievo internazionale che in gran parte erano sconosciuti al pubblico italiano. È opportuno sottolineare che tutto ciò è avvenuto in un periodo in cui l'oggetto libro era considerato un semplice strumento di lettura, con poca attenzione dedicata al suo design e al suo valore estetico. Adelphi, invece, ha investito in questi aspetti, trasformando l'atto di leggere in un'esperienza multisensoriale, un vero e proprio piacere per gli occhi e per il tatto.
Attraverso una meticolosa ricerca e l'analisi di documenti in gran parte inediti, questo volume di Anna Ferrando (professoressa a contratto di Storia transnazionale della cultura nell'Italia contemporanea all'Università di Pavia) approfondisce la storia e le origini di Adelphi, individuandone le radici sin dai tempi del Ventennio fascista. È interessante notare come la casa editrice sia stata capace di emergere da un periodo storico controverso e complesso, dimostrando una straordinaria resilienza e determinazione.
Nel corso degli anni, una serie di personalità affascinanti, ed eccezionalmente talentuose, hanno contribuito a far crescere Adelphi e a consolidarne la sua reputazione. Bobi Bazlen, Luciano Foà, Roberto Calasso, Alberto Zevi, Ernst Bernhard, Sergio Solmi, Claudio Rugafiori, Giorgio Colli, Erich Linder, Fleur Jaeggy, Elena Croce e Ingeborg Bachmann sono solo alcune delle figure che si sono incrociate lungo il percorso di questa straordinaria casa editrice. Questi protagonisti hanno contribuito alla creazione di progetti editoriali innovativi, alla scoperta di nuovi autori di talento e all'importazione di testi stranieri di grande valore che, inizialmente, sarebbero rimasti sconosciuti al pubblico italiano.
Nonostante i primi vent'anni abbiano rappresentato un periodo di bilanci negativi, Adelphi è riuscita comunque a resistere alle difficoltà e a stabilizzare la sua posizione nel mercato editoriale. Negli anni '80 e '90, la casa editrice ha conosciuto una crescita significativa e ha consolidato la sua affermazione con successo, diventando un vero e proprio punto di riferimento per gli amanti della letteratura di alta qualità.
In conclusione, lo "stile Adelphi" non solo ha lasciato un'impronta indelebile nella storia dell'editoria italiana, ma ha anche rivoluzionato il concetto di libro come oggetto di valore estetico e culturale. Questo studio storiografico dedicato a Adelphi non solo rende giustizia alla sua importanza nel panorama editoriale, ma ci permette anche di apprezzare e comprendere appieno l'eredità preziosa che questa casa editrice ci ha lasciato. |