Giuseppe Acconcia
Taccuino arabo Frammenti di viaggio tra Europa e Medio Oriente
Bordeaux Edizioni, pagg.179, € 16,00
In questo libro, Giuseppe Acconcia (giornalista e docente di Geopolitica del Medio Oriente all'Università di Padova) ha trovato ispirazione dalle numerose contraddizioni e dalle innumerevoli sfumature culturali della società mediorientale, grazie alle quali ha potuto scrivere reportage e racconti completi, ricchi di dettagli unici e coinvolgenti. Il suo profondo amore per l'Oriente, che non è mai stato vissuto come esotismo ma sempre come occasione di crescita e di arricchimento culturale, risale al periodo della sua formazione universitaria a Milano. Questi sono stati gli anni dell'affermazione dell'individualità, della critica alle attitudini conformiste della famiglia e degli incontri che possono cambiare una vita.
Da Parigi alla Spagna, dalla Grecia al Marocco, fino all'Iran (dove si è trasferito per preparare la tesi di laurea) e alla scoperta dell'islam (religione che "possiede in sé quell'elemento politico che manca al Cristianesimo. È una religione più completa e perciò più difficile da ignorare. Le società musulmane sarebbero meno inclini alla democrazia conservatrice occidentale qualora venissero liberate dalla dittatura della religione", si legge nel testo), dalle acque tempestose del tentato viaggio in mare verso l'America Latina alla Siria, dal Kurdistan agli hammam del Nord Africa, questi testi rivelano una vita piena di difficoltà e di sofferenze, ma anche caratterizzata da uno sguardo profondo e autentico sull'Oriente, molto lontano dal banale racconto mainstream che descrive il mondo arabo in modo superficiale e stereotipato.
La descrizione del suo viaggio in Iran ci mostra un'immagine del mondo orientale lontana dagli stereotipi dell'orientalismo; emergono piuttosto la fisicità e i rapporti clandestini che si instaurano, un mondo dove spiritualità e desideri carnali si mescolano, il tutto in un racconto sospeso tra la poesia e la corporeità: "La separazione tra vita pubblica e privata in Iran – spiega l'Autore - determina una sorta di depoliticizzazione diffusa e diffidenza nelle relazioni reciproche. In casa si fa festa, le ragazze non portano hejab. Per strada tutti cambiano, ognuno sa di aver a che fare con un alter ego e per questo è semplice mentire e raccontare bugie. Si vive di bugie, di promesse mancate, di appuntamenti non rispettati, di vite a metà".
Attraverso una scrittura frammentaria, capace di trasmettere l'essenza del tempo e delle sue varie sfaccettature, Acconcia riesce a radicare il suo racconto nella vita vera e propria, passando attraverso la cronaca per trovare profondità e significato, in quella finezza e sottigliezza che solo i grandi scrittori sono in grado di cogliere. Il suo stile, che gioca con le emozioni e le impressioni del momento, riesce a evocare una moltitudine di sensazioni e sentimenti in grado di trasmettere al lettore un'esperienza completa ed emozionante. E nonostante i continui viaggi e le innumerevoli sfide, l'amore per l'Oriente e la sua gente rimangono sempre al centro della sua vita, alimentando la sua passione per la scrittura e per la vita stessa.
L'Autore è riuscito a trasferire tutte queste esperienze in un unico libro, dove ogni tappa rappresenta un momento particolare della sua vita: la spensierata vita da studente, la ricerca culturale, la vita da reporter. Il lettore può calarsi dunque - attraverso le pagine di questo volume - in una realtà che insegna l'umanità, la tolleranza, l'apertura verso il mondo, la condivisione di esperienze altrui senza pregiudizi.
Questo è un libro dove l'Autore ha saputo creare un'atmosfera coinvolgente e sensibile, dove le descrizioni accurate dei luoghi, dei personaggi e delle loro storie, sono valorizzate da uno stile narrativo intenso e coinvolgente. |