Franco Venturi
Scritti sparsi a cura di Guido Franzinetti ed Edoardo Tortarolo
Nino Aragno Editore, pagg.471, € 30,00
Sono raccolti in questo volume curato da Guido Franzinetti (docente di Storia dei Territori Europei presso l'Università del Piemonte Orientale) ed Edoardo Tortarolo (docente di storia moderna e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Luigi Einaudi) alcuni scritti di Franco Venturi (1914-1994), uno dei più insigni storici italiani del Novecento, che "documentano la natura fluida della comunicazione storica: Venturi si muoveva agilmente da un genere all'altro, sperimentando livelli diversi di concettualizzazione e di articolazione dell'analisi e della contestualizzazione. Essi, inoltre, presentano una varietà di temi la cui ampiezza non necessariamente poteva emergere nelle opere maggiori, frutto accurato di una selezione dei materiali e di un riordino delle opzioni interpretative esplorate nei lavori di avvicinamento".
Il libro è pubblicato nella prestigiosa collana "Scrittori italiani di politica, economia e storia", fondata da Luigi Firpo e Franco Venturi, ed è diviso in quattro parti: Illuminismo e Risorgimento; Russia e Urss; Storici e maestri; Il presente come storia. I testi "sono stati raccolti tematicamente, introdotti e annotati dove ritenuto necessario per rendere il più agevole e scorrevole possibile la lettura".
La parte più corposa è quella in cui si trovano i saggi dedicati alla storia russa. D'altra parte, Venturi – come ricordano i Curatori – "fu storico della Russia, ma non dell'Unione Sovietica", sviluppò l'interesse per tale ambito di studi "nel corso degli anni Trenta" e lo mantenne "per tutta la durata della sua vita. Nel 1947 si presentò l'occasione di andare a Mosca in qualità di addetto culturale presso l'ambasciata italiana in Urss, su invito di Manlio Brosio. Il soggiorno a Mosca del 1947-1950 permise a Venturi di realizzare le ricerche bibliografiche (ma non archivistiche) sul movimento rivoluzionario russo, che sfociarono nei due volumi del Populismo russo. Nel contempo, egli mantenne una fitta corrispondenza con gli amici, produsse rapporti per l'ambasciatore Brosio e per il Ministero degli affari esteri".
Degno di nota è lo scritto riguardante lo storico russo Evgenij Viktorovič Tarle, "un isolato, senza una vera e propria scuola, una personalità capace d'imporsi anche nelle più difficili situazioni, un protagonista della storiografia nell'epoca delle rivoluzioni e delle guerre mondiali". "Viva restava sempre in lui – spiega Venturi – la volontà di conoscere gli uomini, buoni o cattivi, intelligenti o limitati, grandi o meschini che fossero, volontà che aveva fatto di Tarle un autentico storico, in un'epoca difficile".
Nello scritto intitolato "Appunti per una storia degli ebrei in Russia", l'Autore pone in rilievo l'"ampia partecipazione degli ebrei al movimento socialista russo, proprio negli anni in cui esso sta preparandosi ad uscire dalle formazioni di élite per aprirsi ai movimenti di massa": "L'incontro degli anni '60, tra russi ed ebrei, non è più messo in questione sul piano morale, ma sul piano di una vera ed autentica eguaglianza, che va al di là dei gruppi e dei partiti. È questa la grande creazione e conquista della Russia moderna".
Nel 1948, Venturi assistette al funerale di Ždanov, "una scena straordinariamente rivelatrice della mentalità sovietica di allora. La salma a cielo aperto, secondo l'uso ortodosso. Stalin solo dopo il feretro, e poi il vuoto per metri e metri, e poi i dignitari. Difficile non pensare alla celebre cerimonia che costò il potere e la vita a Robespierre, solo anche lui in un momento particolarmente solenne".
Nella parte intitolata agli "Storici e maestri", si trovano due saggi rispettivamente dedicati a Sir Lewis Namier (definito "il Polibio del nostro secolo") e Carlo Rosselli ("tanto sensibile al sapore della vita, tanto straordinariamente capace di simpatizzare con chiunque sapesse affrontare con coraggio e sincerità il proprio compito, il proprio lavoro").
Nella quarta parte che ha per titolo "Il presente come storia", i primi due interventi pubblicati contengono le riflessioni più esplicitamente politiche di Venturi nel periodo 1982-1984, il terzo (un dialogo con Federico Jolli) fornisce uno sguardo retrospettivo sul proprio percorso intellettuale, mentre il quarto costituisce un testamento intellettuale dell'Autore (è il breve intervento che Venturi pronunciò il 12 dicembre 1994, due giorni prima della sua scomparsa, in occasione della cerimonia di conferimento del Sigillo Civico del Comune di Torino). |