Stefano Pelaggi
L'isola sospesa Taiwan e gli equilibri del mondo
Luiss University Press, pagg.231, € 20,00
Stefano Pelaggi (ricercatore presso il Taiwan Center for International Strategic Studies, TCISS) propone, in questo agile saggio, una valida introduzione alla storia complessa e al ruolo cruciale negli equilibri mondiali esercitato dall'isola di Taiwan, "nazione di cultura cinese, ma fieramente contrapposta a Pechino", "Stato non pienamente riconosciuto all'interno dell'ordine internazionale pur avendo ottimi rapporti con tutti gli attori statuali".
Situata "nel cosiddetto Mediterraneo asiatico, ai margini del Rimland nel mare interno dell'Asia Orientale", l'isola si rivela "cruciale per il Giappone e la Corea del Sud", e in particolare per gli Stati Uniti, garantendo la libertà di navigazione nelle acque dello Stretto di Taiwan" alla Marina a stelle e strisce "e la conseguente egemonia di Washington nella regione. Più di un terzo degli scambi globali di merci passa per il Mar Cinese Meridionale, il controllo del bacino è fondamentale sia a livello strategico sia a livello commerciale".
Taiwan – spiega l'Autore, che ha vissuto a lungo nell'isola – "ha la forma di una foglia di tabacco e la maggior parte del territorio è montuoso, un terzo sopra i mille metri di altitudine e un altro terzo tra i cento e i mille metri. La costa occidentale dell'isola ha solamente due approdi possibili, Tamsui a nord, nelle vicinanze della capitale Taipei, e Kaoshiung a sud, mentre le forti correnti della costa orientale rendono la navigazione difficile, dato che la conformazione della costa non consente facili approdi. Una popolazione di circa 24 milioni di persone abita un territorio di 36bchilometri quadrati, una dimensione più grande del Belgio e più ridotta della Svizzera: una densità di popolazione altissima, 672 persone per chilometro quadrato, che fa di Taiwan il terzo Paese al mondo nella classifica di densità di popolazione, con l'esclusione dei microstati, dopo Malta e il Bangladesh. La geografia di Formosa, il nome che gli occidentali hanno usato nei secoli scorsi per l'isola, è impervia, con diverse catene montuose e pochi fiumi navigabili. Due caratteristiche che hanno impedito sia la presenza umana fino a tempi recenti, sia il controllo del territorio negli scorsi secoli".
L'isola rappresenta "il pilastro del settore dei semiconduttori, e i produttori taiwanesi conservano un vantaggio tecnologico e di scala molto significativo sulla Cina".
"Il divario tra Cina e Taiwan nella produzione dei semiconduttori – aggiunge Pelaggi – non è solo tecnologico, ma anche relazionale. Nessun'altra azienda può vantare la solidità di rapporti che i grandi gruppi taiwanesi hanno creato nei decenni, un elemento fondamentale nella fornitura di fonderia. L'affidabilità e la capacità di rispettare i tempi di consegna sono essenziali per chi si rifornisce di semiconduttori. Tutte le principali aziende del settore, da Intel ad Apple passando per Sony e Nintendo, fanno affidamento sulle forniture di semiconduttori in un mercato dove fallire la data di uscita di un prodotto rappresenta una vera e propria disfatta mediatica. Il governo cinese ha tentato, sinora senza successo, di colmare questo divario, con delle campagne acquisti di personale qualificato sia in Giappone sia a Taiwan".
Negli ultimi decenni, Taiwan si è mostrata "decisa a trovare una dimensione culturale, identitaria, psicologica e politica al di fuori della dicotomia con la Cina. Una scelta cosciente della necessità di un'accettazione pragmatica dei vincoli geostrategici della proiezione internazionale di Taiwan e dei limiti imposti dalle vicende storiche". |