Magellano. Il primo viaggio intorno al mondo Stampa E-mail

David Salomoni

Magellano
Il primo viaggio intorno al mondo


Laterza, pagg.256, € 18,00

 

salomoni magellano  David Salomoni (ricercatore in Storia della scienza e dell'educazione presso il Dipartimento di Storia e Filosofia dell'Università di Lisbona) ricostruisce, in questo libro, la vita di Ferdinando Magellano insieme con la storia della prima circumnavigazione del globo terrestre, mettendo in luce "la dimensione collettiva e cosmopolita dell'impresa, spesso sacrificata sull'altare dell'epopea individuale o di pochi protagonisti", gli "aspetti tecnico-scientifici" dell'esplorazione e il silenzioso contributo offerto dal mondo femminile alle grandi imprese di scoperte.

  Magellano – spiega l'Autore – "fu un navigatore e un esploratore, ma non un uomo di mare come Cristoforo Colombo; egli fu un guerriero e un conquistatore, ma senza i successi e la ferocia di Hernán Cortés o Francisco Pizzarro; egli fu misticamente ispirato, ma non un missionario o un difensore degli indios, come Francesco Saverio o Bartolomé de Las Casas. A fare difetto a Magellano, rispetto agli illustri colleghi, è anche il mancato successo della sua spedizione, partita con l'obiettivo di rivendicare le Molucche, anche note come Isole delle Spezie; un remoto quanto ambìto arcipelago a cavallo tra l'Oceano Pacifico e l'Oceano Indiano, luogo d'origine di tutte le essenze e gli aromi venduti a peso d'oro sui mercati europei".

  Dell'infanzia di Magellano si conosce poco: "Sappiamo che nacque a Porto nel 1480 e che all'età dieci anni, rimasto orfano di entrambi i genitori, entrò come paggio alla corte del re in virtù dei suoi diritti di membro della piccola nobiltà. Egli, pertanto, trascorse gli anni decisivi dell'adolescenza in un ambiente ricco di stimoli e suggestioni esotiche, popolato da cartografi, esploratori e scienziati. Non sappiamo molto neppure sull'educazione ricevuta da Magellano ma è legittimo pensare che oggetti come planisferi, sestanti, bussole, astrolabi, strumenti di navigazione e trattati di geografia e matematica abbiano rivestito un ruolo molto importante, ancor più che in altre scuole di corte nel cuore d'Europa".

  Il 20 settembre 1519 una flotta composta da cinque vascelli lasciava la baia di Sanlúcar. La nave ammiraglia di 110 tonnellate "era comandata da Ferdinando Magellano". "Il viaggio – scrive Salomoni – era stato pianificato in ogni minimo dettaglio. Niente era stato lasciato al caso. Tutte le più avanzate competenze scientifiche e tecnologiche erano presenti a bordo nelle persone dei cosmografi e dei tanti tecnici arruolati".

  "Il viaggio di Magellano-Elcano – si legge ancora nel testo – contribuì in modo importante alla comprensione del globo terracqueo, senza dimostrarne la sfericità, della quale, al contrario, si avvalse in modo deliberato".

  L'Italia diede "un contributo decisivo all'impresa di Magellano, sia per il compimento del viaggio sia per la costruzione della sua memoria. Dopo tutto, fu la tradizione marinara della Penisola a riaprire all'Europa dopo i secoli dell'Alto Medioevo le porte del Mediterraneo. Furono i marinai delle città portuali italiane a produrre le prime carte nautiche per l'orientamento dei naviganti in mare aperto".

  Seguendo le tracce di quegli "uomini ambiziosi, assetati di ricchezze e di conoscenze", il lettore può capire meglio "i conflitti, le brame, le speranze, ma anche l'eredità storica che lasciarono e il modo in cui contribuirono alla nascita del mondo moderno".