Daniele Manacorda
Roma Il racconto di due città
Carocci Editore, pagg.274, € 28,00
Questo saggio di Daniele Manacorda (professore emerito di Archeologia presso gli atenei di Siena e Roma Tre) guida il lettore lungo tre millenni di storia urbana di Roma, "città sempre ostinatamente viva da almeno ventotto secoli".
Secondo l'Autore, "Roma non è una singola città, ma non è neppure una città plurale: Roma è duale". Tale condizione "ovviamente non esclude la pluralità delle epoche che hanno attraversato l'una e l'altra città".
La città-stato di Romolo e degli altri re latino-sabini (775-600 a. C.) venne fondata nel 753 a. C., sviluppandosi "nel corso di un secolo e mezzo per dare poi luogo a una seconda città-stato, quella dei re Tarquini e di Servio Tullio (600-509 a. C.)".
Roma – aggiunge Manacorda – "non ha mai smesso di essere città, e come tale va ricercata nei suoi organismi vitali e nelle forme urbane via via assunte. La sua parte più antica, anche quando conservi traccia delle sue continuità funzionali (ad esempio nel tessuto viario) o vedutistiche (ad esempio nelle rocche del Palatino in rovina o nel circuito delle sue mura chilometriche, quanto nell'immagine decontestualizzata delle sue colonne coclidi o del Colosseo), rappresenta una realtà topografica "altra" rispetto alla Roma moderna. Spesso è una realtà ormai invisibile, nascosta sotto la coltre che l'ha lentamente seppellita, o addirittura negata dalle prassi sventratorie dell'archeologia otto-novecentesca che hanno creato paesaggi prodotti da un cortocircuito tra contemporaneità e antichità, che ha attraversato il Medioevo perforandolo senza neppure accorgersi della sua esistenza".
Nell'Appendice del volume, vengono approfonditi, sotto il profilo topografico e linguistico, "alcuni passaggi presenti nel testo precedente, entrando talvolta nel merito dell'origine e del significato di alcuni nomi fondamentali per la storia toponomastica di Roma" (Tevere, Monte Mario, Velabro, Decenniae, Dioscuri, etc.). |