Michelangelo Cocco
Xi, Xi, Xi Il XX Congresso del Partito comunista e la Cina nel mondo post-pandemia
Carocci Editore, pagg.109, € 13,00
Questo libro del giornalista Michelangelo Cocco prende in esame la Cina di Xi Jinping, "il leader della RPC più potente di sempre".
Xi – spiega l'Autore - è "l'artefice della Nuova era" cinese ed "è più forte di Mao e Deng, perché comanda un partito più grande, irreggimentato e qualificato di quello dei suoi predecessori, e perché ha ereditato un paese industrializzato".
Con l'attuale leader "è cambiato il funzionamento del vertice del PCC. Nelle due leadership che lo hanno preceduto – la terza generazione, incarnata da Jiang Zemin e la quarta, rappresentata da Hu Jintao – il segretario del partito era considerato un primus inter pares all'interno del Comitato permanente dell'Ufficio politico", mentre con "Xi e la quinta generazione, dalla leadership collettiva si è tornati a quella dell'uomo forte, già personificata da Mao Zedong e Deng Xiaoping".
Nella Nuova era, il partito "ha rioccupato tutti gli spazi della vita pubblica dei cittadini" e "l'indottrinamento ideologico è tornato una componente essenziale nel curriculum di ogni scuola e ateneo, dove i corsi di teoria politica mirano a plasmare nuove generazioni «con una base morale, intellettuale, fisica ed estetica a 360 gradi, e con spirito laborioso». Team di ispettori del partito vengono inviati a soprintendere al lavaggio dei cervelli anche nelle università più prestigiose, come la pechinese Beida e la shanghaiese Fudan, i cui rettori e segretari di partito sono scelti dal Comitato centrale assieme al Consiglio di Stato e hanno il rango di viceministri".
Uno dei marchi di fabbrica dell'era di Xi Jinping è rappresentato dalla lotta alla corruzione, "un chiodo sul quale ha battuto con insistenza quasi ossessiva, in occasione dei discorsi alla nazione, come attraverso i regolamenti varati per rafforzare la governance del partito".
Si registra, inoltre, "il passaggio da un patriottismo "affermativo", espressione della necessità della RPC di difendersi, a uno "assertivo", guidato dalle sue nuove ambizioni da grande potenza". "Xi – aggiunge Cocco – ha infiammato il patriottismo per raccogliere consenso per il suo credo-progetto politico: il "grandioso risveglio della nazione cinese"".
Si ritrova il patriottismo "anche tra i "dodici valori fondamentali del socialismo" da integrare nello "Stato di diritto socialista", in tutte le leggi e i regolamenti del paese, perché il PCC punta a combinare il governo in base alla legge con quello secondo virtù, di tradizione confuciana. Questo ricorso alle virtù morali – per favorire l'unità tra governanti e governati il mantenimento dell'ordine nella società -, assieme al dominio assoluto del partito sull'azione amministrativa e all'enorme concentrazione di poteri nella leadership, ha fatto ipotizzare la nascita di un "Leviatano virtuoso"".
Sul piano economico, la strategia di Xi mira a far smettere alla Cina "i panni della "fabbrica del mondo" per indossare quelli della potenza industriale avanzata, puntando sulla produzione di beni ad alto valore aggiunto. Nel 2021 la RPC si è confermata per il dodicesimo anno consecutivo il maggiore hub manifatturiero del mondo e il valore aggiunto manifatturiero (+9,8% rispetto all'anno precedente) ha toccato i 4.970 miliardi di dollari, pari al 27,4% del PIL. Nei prossimi anni, l'hi-tech made in China dovrà soppiantare le merci appaltate alle fabbriche cinesi dalle multinazionali straniere, per raggiungere uno sviluppo che la leadership di Pechino definisce di "alta qualità", che faccia crescere salari e standard di vita". |