Le repubbliche marinare Stampa E-mail

Ermanno Orlando

Le repubbliche marinare

il Mulino, pagg.214, € 14,00

 

orlando marinare  Ermanno Orlando (docente di Storia medievale presso l'Università per Stranieri di Siena) ricostruisce, in questo saggio, la storia delle quattro 'repubbliche' marinare – Pisa, Genova, Venezia e Amalfi – "da tempo consolidate dalla tradizione". L'angolo di visuale prescelto per l'analisi "non può che essere dal mare e sul mare".

  D'altra parte, per ognuna delle quattro città "il mare è vita, frontiera, prosperità, scontro-confronto-incontro. È quell'ambiente, insieme protettivo e minaccioso, attrattivo e respingente, in cui, come amava dire Fernand Braudel, «tutto confluisce, complicandone e arricchendone la storia». Ma se il mare era il tratto comune, va da sé che poi ognuna di esse possedeva caratteri particolari e una propria peculiare identità: a cominciare dalla geografia del territorio in cui si erano sviluppate e in cui avevano espresso la loro energia e dinamicità. In tal senso, Amalfi era poco più di una spiaggia, allo sbocco di una vallata stretta e profonda, che tuttavia ne faceva un porto naturale ben protetto, per quanto non sempre (e non da tutti i tipi di imbarcazione) accessibile. Genova era un anfiteatro, circondato da alte colline, con due vallate ai fianchi, che su tali presupposti ambientali aveva sviluppato le proprie caratteristiche di città-porto. Venezia giaceva al riparo dal mare aperto, protetta dalle lagune; il suo porto si divideva tra i cordoni litoranei che segnavano il confine tra acque dolci e salse, in particolare il Lido di San Nicolò, e la città, dovendo, tuttavia, incessantemente difendersi dai problemi di interramento cui era soggetto un tale delicato sistema ecologico. Pisa, infine, era una città fluviale, con un apparato portuale complesso, dotata com'era di un molo in città lungo l'Arno ma soprattutto di un porto marittimo, Porto Pisano, che ne costituiva lo scalo direttamente sul mare – sistemato e fortificato a metà del XII secolo -, peraltro anch'esso soggetto a ripetuti impaludamenti e pertanto necessitante di costanti interventi manutentivi".

  "Una storia delle repubbliche marinare" – spiega l'Autore – "non può che essere un capitolo della più ampia storia mediterranea, cioè di quella vasta e diffusa koinè, non solo geografica, ma anche umana, sociale, economica e culturale, che è stata e continua a essere il Mediterraneo – e in particolare il Mediterraneo medievale entro cui per la gran parte" si svolgono le vicende raccontate nel testo.

  Delle quattro città marinare sono rimasti "il mito e la memoria, oltre che tracce ovunque di civiltà che per secoli avevano dominato quei mari e che su quelle acque avevano costruito incontri, narrazioni, scontri, confronti e ibridazioni".

  Quel mito mantiene ancor oggi "un fascino e una curiosità del tutto integri e incontaminati", malgrado "le pesanti riserve espresse dalla storiografia verso un concetto che negli ultimi decenni ha perso di appeal e di mordente".