Venezia. Una storia di mare e di terra Stampa E-mail

Alessandro Marzo Magno

Venezia
Una storia di mare e di terra


Laterza, pagg.512, € 24,00

 

marzomagno venezia  Alessandro Marzo Magno accompagna il lettore attraverso le pagine di questo poderoso volume in "un viaggio nel tempo e nello spazio. Nel tempo perché ripercorre l'esistenza di Venezia, e del suo stato, dalla nascita ai giorni nostri; nello spazio perché vi porterà a spasso in alcuni luoghi che hanno fatto parte del territorio veneziano e nei quali si sono svolti avvenimenti importanti per l'evolversi dello stato medesimo".

  Il volume è diviso in due parti: "la parte propriamente storica di ognuno dei venti capitoli è preceduta da un reportage di taglio giornalistico che illustra come sia oggi quella determinata porzione dell'ex stato veneziano. Si parte così da un luogo particolare e significativo per allargare in seguito lo sguardo sull'insieme degli avvenimenti storici del periodo".

  L'Autore spiega che "Venezia non era una città-stato; era la capitale – ma la chiamavano Dominante – di un'articolata struttura statuale che nella sua massima espansione andava da Crema, in Lombardia, all'isola di Cipro, nel Mediterraneo orientale. Uno stato vasto, esteso, con la particolarità di avere una parte del territorio in forma liquida: quel mare Adriatico che per alcuni secoli è stato chiamato golfo di Venezia (o semplicemente il Golfo)".

  Fin dalle sue origini, Venezia "faceva da cerniera tra due mondi, tra Oriente e Occidente, una vocazione che si porterà avanti fino alla fine, un filo rosso millenario. La laguna è geograficamente bastarda, non è né terra, né mare, ma una zona mista dove l'elemento solido e quello liquido si mescolano, dove nemmeno l'acqua è definita: né dolce né salata – salmastra la si designa -, e i venetici prima e i veneziani poi hanno fatto del meticciato il loro punto di forza". 

  Venezia è andata formandosi lentamente, "per gemmazione dai centri precedenti. Il processo è durato parecchi secoli. Solo nel IX si può dire più o meno compiuta la Venezia che conosciamo oggi – al tempo si chiamava Rialto – e che ha prevalso sulle candidate alternative a diventare Venezia: Torcello, certo, ma anche Grado e Comacchio. Quando Liutprando nel 715 stipula un contratto per importare merci dall'Oriente, compreso il pepe, lo fa con i comacchiesi e non con i veneziani, segno che i primi erano più importanti dei secondi. Venezia si disferà della concorrenza nel 932 saccheggiando Comacchio e radendola al suolo".

  Secondo l'Autore, Marco Paolo è "un veneziano anomalo: non è un mercante in senso stretto (presso i mongoli si distingue come funzionario), e neanche un nobile come gli altri. È stato via 24 anni, dal 1271, quando parte diciassettenne, al 1295, e al ritorno nessuno si accorge di lui: non viene mai ammesso nel Maggior consiglio, dove invece siede il fratello Matteo". Anche la sua opera "Il Milione", mentre in Europa riscuote grande successo, a Venezia viene sostanzialmente ignorata.

  "Le relazioni tra la Serenissima e la Sublime porta – osserva Marzo Magno – sono state assai variegate: nei 495 anni che intercorrono tra la nascita dell'impero ottomano (1302) e la caduta della repubblica (1797) si sono registrati 410 anni di pace e 85 di guerra. Di questi ultimi circa la metà, una quarantina, si ritrovano nel XVII secolo. Il Seicento è un periodo piuttosto trascurato dalla storiografia venezianistica".

  Il Seicento "è stato un secolo di ferro e di sangue", nel corso del quale "Venezia ha consumato se stessa" nella "lunga, estenuante, guerra contro gli ottomani", bruciando "risorse finanziarie e umane in quantità tali da non essere recuperabili".

  L'Autore rintraccia la "chiave del lunghissimo conflitto" nei Dardanelli: "la linea di rifornimento per gli assedianti in partenza da Costantinopoli andava recisa sugli stretti. Peccato che i veneziani, pur in grado di sbaragliare e distruggere la flotta nemica, non siano invece stati pronti a cogliere l'occasione che si presentava loro. E una volta che i treni sono passati, si sa, non tornano più".