Metafisica dei costumi |
Arthur Schopenhauer
IL LIBRO – La "Metafisica dei costumi" rappresenta una versione didattica del quarto libro, dedicato all'etica, del primo volume del capolavoro di Schopenhauer "Il mondo come volontà e rappresentazione" (1819). I nodi problematici in essa contenuti sono gli stessi, ma esibiti con una ricchezza di sfumature e una libertà di pensiero non sempre presenti nell'opera principale, più sistematica nella sua struttura. Proprio perché non destinata a pubblicazione, la "Metafisica dei costumi" fa uso di molte note a margine, di richiami, di correzioni, di cancellature, di ampliamenti e contiene, per così dire, un'incompletezza di fondo che la rende strumenta indispensabile per la comprensione della filosofia e della personalità dell'autore. Scorrendo gli appunti scritti dal filosofo, lo si immagina in aula, mentre si rivolge agli studenti (i pochi che preferivano le sue lezioni a quelle tenute da Hegel negli stessi orari) con l'appassionato desiderio di comunicare loro i presupposti etici dell'esistere, richiamandosi costantemente alla loro stessa esperienza concreta, e quindi in forma viva, dialogica. La prospettiva di adesione all'esperienza e ai suoi contrasti reali, infatti, permea l'intero progetto filosofico schopenhaueriano e fa sì che lo spirito che guida il filosofo non sia quello di risolvere le opposizioni costitutive dell'esistenza, ma, «come fa ogni arte», di ripeterle. In tale contesto gli approfondimenti, i dubbi e i ripensamenti di cui si nutrono queste pagine, senza togliere al volume forma e consistenza, rispecchiano semplicemente la condizione di non definitività e di non esaustività propria dell'uomo e del suo rapporto con il mondo mettendo contemporaneamente in luce quella carica autoproblematica che costituisce la forza e l'attualità del pensiero schopenhaueriano. DAL TESTO – "Il nostro sforzo può soltanto giungere a interpretare e a spiegare l'agire dell'uomo, le massime così diverse e anzi contrarie di cui esso è vivente espressione, nella loro essenza più intima e secondo il loro contenuto intrinseco, in rapporto alla nostra precedente considerazione e allo stesso modo in cui abbiamo cercato di interpretare i rimanenti fenomeni del mondo e di portare la loro più intima essenza alla chiara conoscenza astratta. La nostra filosofia affermerà qui la stessa immanenza affermata in tutta la considerazione precedente. L'AUTORE – Arthur Schopenhauer (Danzica, 1788 - Francoforte, 1860) fu un ingegno versatile che, giovanissimo, decise di dedicarsi alla filosofia, anche se i suoi interessi spaziarono in diversi altri campi: fisica, chimica, matematica, anatomia. Al termine di lunghi viaggi attraverso l'Europa, si fermò infine a Francoforte, conducendo un'esistenza ritirata che gli valse la reputazione di misantropo. La sua opera principale, "Il mondo come volontà e rappresentazione", pubblicata nel 1819, ebbe un modestissimo successo. L'affermazione del filosofo avvenne solo una ventina d'anni dopo a seguito della pubblicazione, nel 1851, di "Parerga e paralipomena", opera che determinò l'interesse anche per gli altri lavori e le idee del pensatore. Negli ultimi anni della sua vita fu circondato da una ristretta cerchia di fedelissimi, fra cui il compositore Richard Wagner. INDICE DELL'OPERA - Nota bibliografica - Nota introduttiva - Metafisica dei costumi - I. Sulla filosofia pratica in genere (Il fatto della consapevolezza morale, in quanto problema - Intento della mia etica) - II. Sul nostro rapporto con la morte (Alla volontà la vita è certa - Vita e morte - In riferimento a pianta e animale - L'estinguersi della coscienza - Il presente forma della realtà - Affermazione della volontà di vivere (provvisorio)) - III. Sulla libertà della volontà (Sul pentimento - Della determinazione alla scelta o del conflitto dei motivi. Ovvero: del contrasto tra motivazione intuitiva e riflessa e della relativa differenza tra uomini e animali - Del carattere acquisito - La sfera della gioia e del dolore - Dalla libertà della volontà all'affermazione e negazione di sé) - IV. Dello stato della volontà nel mondo del suo fenomeno: ovvero del dolore dell'esistenza (Natura priva di conoscenza – Animale - Il dolore nell'esistenza umana - Aspirare senza meta e senza appagamento – Noia - Considerazione metodica sulle disposizioni fondamentali nell'esistenza umana - Negatività di ogni appagamento) - V. Dell'affermazione della volontà di vivere (Due vie che conducono oltre la semplice affermazione del corpo individuale - Affermazione della volontà oltre il proprio corpo (riproduzione)) - VI. Dell'ingiustizia e della giustizia: ovvero la dottrina filosofica del diritto (Deduzione dell'egoismo – L'ingiustizia - Sei sezioni dell'ingiustizia – Il rapporto sessuale - Deduzione della proprietà - Due forme di esercizio dell'ingiustizia - La menzogna – Il concetto di giustizia - Diritto coercitivo - Diritto alla menzogna - Diritto e torto hanno un significato etico - Lo Stato - Sulla dottrina del diritto di Kant - Del diritto penale) - VII. Della giustizia eterna - VIII. Della significatività etica dell'agire; ovvero: dell'essenza della virtù e del vizio (Sui concetti «buono e cattivo» - Il carattere malvagio - Crudeltà - Tormento di coscienza – Il carattere buono e la virtù - La giustizia libera - La bontà - La nobiltà d'animo - Ogni amore è compassione - Amicizia – Il pianto) - IX. Della negazione della volontà di vivere: ovvero: della rinuncia e della santità (Δευτερος πλους - La liberazione - Del suicidio - Sul rapporto della negazione della volontà con la necessità della motivazione - Illustrazione di queste dottrine attraverso i dogmi della Chiesa cristiana - Del nulla, nel mondo soppresso - Un'ultima domanda) |