Neofascismo e neoantifascismo |
Franco Cardini
IL LIBRO – Queste pagine sono la fedele riproposizione di alcuni scritti per lo più recenti, tutti "d'occasione" - e tutti debitamente datati - che, partendo da eventi e problemi di natura internazionale, nazionale e locale, s'incentrano sulle molte variabili dell'applicazione di una tecnica fondata sul ricatto morale e sul terrorismo ideologico. Il dichiararsi pregiudizialmente nemici di un'ideologia o di una parte politica a proposito delle quali d'altronde s'invoca e al tempo stesso si dà per scontata una unanime, necessaria, doverosa e definitiva condanna, dovrebbe essere di per sé un non-senso. D'altro canto, accettare anzi far propria magari con orgoglio e rigore tale condanna senza prendersi lo scomodo di articolarne e precisarne limiti e ragioni, appare tanto incomprensibile quanto inaccettabile. DAL TESTO – "Ho conosciuto il neofascismo. Quello possibile e praticato nell'Italia degli Anni Cinquanta-Sessanta: quando esso era espressione, soprattutto, di un disagio e di una frustrazione, di un confuso desiderio di riscatto e di rivalsa, della problematica sopportazione di un sentimento d'inferiorità civica, di reazione a una discriminazione. L'ho conosciuto magari nelle forme più ingenue di un sentimento di riscatto nazionale (entrai nelle formazioni giovanili del MSI nel 1953, l'anno di "Trieste italiana") al quale si univa un forte ancorché confuso atteggiamento antimaterialistico - provenivo difatti dall'Azione Cattolica - che maturò nel 1956 (l'anno della rivolta ungherese) in anticomunismo che nel mio universo mentale di giovanissimo che stava sviluppando anche una crescente opposizione a quanto nel Risorgimento europeo v'era stato di giacobino, si andava indirizzando verso una speranza europeistica che sarebbe difatti di lì a poco maturata. Insomma, il "neofascismo" - del quale m'interessava l'aspetto sociale, di cui nel MSI di allora molto si parlava - mi andava stretto e finii con il non potermi più riconoscere in esso. Dal 1965, non ho più aderito a partiti politici, pur avertendo il forte rammarico di non sapermi né potermi identificare in nessuno di essi fra quelli a mia disposizione nel panorama europeo. Oramai da molti anni mi definisco semplicemente cattolico, europeista e socialista. L'AUTORE – Franco Cardini è professore emerito di storia medievale presso l'ISUS/SNS. Ha insegnato in varie università in Europa e all'estero e collabora con alcune testate giornalistiche e con varie emittenti televisive. Si occupa principalmente di rapporti fra mondo europeo e civiltà musulmana. Sul piano propriamente politico, è del tutto disinteressato alle etichette di "destra" o di "sinistra" che certuni cercano di attaccargli addosso. Per La Vela ha pubblicato "Gesù, la falce, il martello" (2017). INDICE DELL'OPERA - Invito alla lettura. Vade retro, Satana, di Antonio Pennacchi – Prefazione, di Marco Tarchi – Introduzione - Amarcord... - Un socialista in Trentino - Addio giovinezza - Un po' di giustizia per le vittime civili - Il dovere della memoria – A proposito di "negazionismo" - Che io sia un cattoeurofasciocomunista? – Liberazione - Hiroshima e Nagasaki, 6 agosto 1945. Il giorno della vergogna - Ancora in tema di anniversari - Addio a un vecchio "repubblichino" - Fattore "F", fattore "K", totalitarismo e cattiva coscienza dell'Occidente - Miracolo al Colosseo - Funerale in camicia nera - Per onestà e per la precisione. Dichiarazione di antiantifascismo (e di antianticomunismo) - La caccia alle streghe - Il poveruomo demitizzato e il mascalzone incensato - Antifascismo (?!) - Aggredire, calunniare, intimidire. Prassi e pensiero delle "democrazie occidentali" - "Antiantismo". Il mio personale "manifesto" positivo (almeno nelle intenzioni) - Dai Littoriali a via Fani, attraverso il cattolicesimo sociale. Ricordo di Aldo Moro – Postfazione, di Stenio Solinas |