La guerra contro il popolo |
Jeff Halper
IL LIBRO – Questo libro – prodotto di uno studioso-attivista - solleva e affronta sei tematiche principali. In primo luogo, la definizione degli obiettivi e della struttura dell'industria della pacificazione globale e di come essa operi nelle guerre sicurocratiche. Di questo l'Autore si occupa nel capitolo 1. DAL TESTO – "Con la creazione di Israele nel 1948, il militarismo è stato uffìcialmente radicato nella cultura e nella politica israeliana. L'esercito è diventato il principale strumento di costruzione della nazione. L'identificazione con l'IDF dovrebbe definire e mobilitare la cosiddetta "israelicità", non da ultimo fra i giovani e gli immigrati. Secondo Ben-Gurion, Israele in quanto "nazione-esercito" dovrebbe promuovere «la volontà di combattere e la capacità di combattere. Al fine di voler combattere, ci deve essere una nazione e non siamo [ancora] una nazione». La cancellazione delle distinzioni tra esercito, politica e società è considerata quindi una «buona cosa». Coltivando inoltre l'idea che Israele sia costretto alla guerra, per il principio ein breira, secondo cui "i pochi lottano contro i molti", la cultura militare israeliana mantiene la sua popolazione in un costante stato di mobilitazione. Ne consegue che una nazione-esercito si doti di «un grande progetto obbligatorio, un vasto numero di riservisti con un coinvolgimento diffuso nelle guerre e nella loro preparazione, un'industria bellica, un'economia di guerra, e una cultura nazionale che santifica la soluzione militare ai problemi politici e che colloca il militare e il soldato al centro della società». In questa prospettiva, il capo del personale dell'IDF, Yigael Yadin, esplicitò la quintessenza del "militarismo positivo":«Ogni cittadino [ebreo] è un soldato con un congedo annuale di undici mesi»." L'AUTORE – Israelo-statunitense, Jeff Halper è professore di Antropologia e coordinatore del ICAHD (Israeli Committee Against House Demolitions). Ha conseguito il dottorato in Antropologia culturale applicata presso l'Università del Wisconsin-Milwaukee, prima di trasferirsi in Israele nel 1973. Le sue ricerche accademiche si sono concentrate sulla storia contemporanea di Gerusalemme, la cultura israeliana, il conflitto medio-orientale e i metodi di pacificazione capitalista della periferia globale. Svolse ricerche presso la comunità ebraica in Etiopia negli anni '60. Successivamente divenne Chairman nel comitato israeliano degli ebrei-etiopi, lottando per il loro diritto di trovare posto nella società israeliana. Per più di un decennio fu direttore del Middle East Center of Friends World College. Ha insegnato in Israele, Stati Uniti, America Latina e Africa ed è autore di numerosi saggi tra cui "Between Redemption and Revival: The Jewish Yishuv in Jerusalem in the Nineteenth Century", Westview, 1991, "Obstacles to Peace", ICAHD, 2005 (ed. it. "Ostacoli alla pace", Una Città, 2009), "An Israeli in Palestine: Resisting Dispossession, Decolonizing Zionism", Pluto Press, 2008. Nel 2006 è stato candidato al Premio Nobel per la Pace dall'American Friends Service Committee. INDICE DELL'OPERA – Acronimi – Introduzione. Come può Israele farla franca impunemente? – Capitolo Uno. Rafforzare l'egemonia: guerre sicurocratiche in un teatro di guerra globale (1.1. Un sistema di pacificazione globale – 1.2. Compito egemonico 1: il mantenimento dell'egemonia del centro - 1.3. Compito egemonico 2: il mantenimento dell'egemonia del centro sulle periferie – 1.4. Compito egemonico 3: garantire alle élite transnazionali del centro e della semiperiferia il controllo sulle rispettive società - 1.5. Fase 4: securitizzazione) - Capitolo Due. Perché Israele? La spinta verso il coinvolgimento globale (2.1. Una nazione-esercito: la via militare - 2.2. Le armi e le politiche israeliane di sicurezza) - Capitolo Tre. Occupare la nicchia in una matrice globale di controllo (3.1. Il ruolo cruciale di Israele - 3.2. La matrice globale di controllo - 3.3. Le tre macro-nicchie israeliane di pacificazione) – Capitolo Quattro. Gli armamenti israeliani e l'industria della sicurezza – Capitolo Cinque. Manovra dominante (5.1. Sistemi spaziali istar - 5.2. Sistemi di difesa aerea - 5.3. Velivoli di sorveglianza a pilotaggio remoto (uavs) o droni - 5.4. Raccolta di dati di intelligence via terra e guerra cibemetica - 5.5. Sistemi di allarme rapido - 5.6. "Potenziamento" dei soldati: accessori e attrezzature per il potenziamento della prestazione umana (hpe) - 5.7. Le applicazioni militari di nbic/gnr/bang - 5.8. Dispositivi di protezione personale - 5.9. Logistica focalizzata - 5.10. In sintesi: sistemi di gestione delle battaglie) - Capitolo Sei. Attività di precisione (6.1. Armi di precisione guidate: missili balistici e da crociera - 6.2. Componenti ad alta tecnologia per sistemi d'armi: C4ISTAR, avionica, optronica ed elettro-ottica (eo) - 6.3. Armi a energia diretta: laser, microonde di elevata potenza, fasci di particelle e caratteristiche ottiche avanzate - 6.4. Velivoli da combattimento a pilotaggio remoto - 6.5. Carri armati e veicoli corazzati da combattimento - 6.6. Protezione delle forze - 6.7. Unità navali convenzionali - 6.8. Veicoli navali senza equipaggio - 6.9. Veicoli di terra a pilotaggio remoto (ugv) - 6.10. Robot da combattimento - 6.11. Droni in miniatura, microaeroplani pilotabili a distanza o micro-droni - 6.12. Artiglieria e mortai - 6.13. Armi leggere e di piccolo calibro (salw) - 6.14. Munizioni - 6.15. Montatura mediatica o realtà?) - Capitolo Sette. La matrice israeliana di controllo (7.1. Tra la fase 4 e una "pacificazione sufficiente": l'approccio di Israele alla guerra, sia convenzionale sia sicurocratica - 7.2. Un deposito all'interno di una fortezza - 7.3. Narrazione: una definizione tendenziosa di "terrorismo" - 7.4. La creazione di strategici "fatti compiuti" - 7.5. La creazione di un ambiente giuridico e amministrativo favorevole al controllo) - Capitolo Otto. Dottrine operative e tattiche (8.1. Raccolta di dati di intelligence interattivi - 8.2. Utilizzo limitato della forza illimitata, della forza sproporzionata, della deterrenza cumulativa ed escalation della dominazione - 8.3. Il modello israeliano - 8.4. La creazione di un regime di controllo economico e di dipendenza) - Capitolo Nove. Servire gli egemoni nelle periferie: la periferia "vicina" (9.1. La creazione di "alleanze nella periferia" attraverso la vendita di armi e l'addestramento - 9.2. Il Medio Oriente - 9.3. Asia Centrale - 9.4. Africa) – Capitolo Dieci. Le politiche di sicurezza nella periferia lontana (10.1. Sud-Est asiatico – 10.2. America Latina) – Capitolo Undici. Il settore privato (11.1. Commercianti di armi privati e semi-privati - 11.2. Società private israeliane di sicurezza - 11.3. Israele e il Trattato delle Nazioni Unite sul commercio di armi) – Capitolo Dodici. Servire "a casa" le classi dominanti del centro (12.1. Diffusione del modello israeliano - 12.2. Il modello israeliano) – Conclusioni. Sfidare l'egemonia e resistere alla pacificazione – Note - Riferimenti web – Jeff Halper |