Cattivi mestieri della sinistra Stampa E-mail

Luciano Pellicani

Cattivi mestieri della sinistra
Gramsci, Togliatti, Lukacs, Sartre e Marcuse


Rubbettino Editore, pagg.129, € 12,00

 

pellicani cattivimaestri  IL LIBRO – Sin dalla Rivoluzione francese, che le ha dato i natali, la sinistra non è mai stata un singolare. Sono sempre esistite due sinistre, di cui una era la negazione secca dell'altra. Di qui il duello permanente fra la sinistra liberalsocialista, determinata a universalizzare la fruizione dei diritti e delle libertà, e la sinistra totalitaria, animata da un progetto profondamente liberticida centrato sull'idea che la costruzione del comunismo esigeva l'abbattimento violento di tutte le istituzioni sociali esistenti e l'instaurazione del terrore catartico quale strumento di purificazione della società borghese, corrotta e corruttrice.
  "La bancarotta planetaria del comunismo marxleninista – scrive l'Autore - non ha posto fine alla contrapposizione «destra-sinistra»; essa, però, ha cessato di essere una guerra ideologica fra «paralitici» ed «epilettici» e ha assunto le forme di un conflitto «ritualizzato» in cui non ci sono nemici da annientare, bensì avversari che si confrontano nell'Agorà politica centrata su quello che Kant chiamava «l'uso pubblico della ragione in tutti i campi». Accade così che oggi, nella civiltà nella quale e della quale viviamo, si oppongono due modelli di società. Quello liberista - tanto caro ai «fondamentalisti del mercato», contro i quali giustamente George Soros ha energicamente polemizzato - e quello liberal-socialista. Detto con le autorevoli parole di Joseph Stieglitz, sono due le visioni della giustizia che possiamo prospettare di qui a mezzo secolo: «una è quella della società più divisa fra chi ha e chi non ha, una società in cui i ricchi vivono in comunità blindate, mandano i figli in scuole costose e hanno accesso a cure mediche costose [...]. L'altra visione è quella di una società in cui il divario fra chi ha e chi non ha si è ridotto, nel quale esiste il senso di un destino comune, un impegno condiviso a estendere opportunità ed equità, in cui le parole libertà e giustizia per tutti significano davvero quel che sembrano, in cui prendiamo seriamente la Dichiarazione universale dei diritti umani, che sottolinea l'importanza non soltanto dei diritti civili, ma anche dei diritti economici, e non soltanto dei diritti di proprietà, ma anche dei diritti economici dei comuni cittadini»."

  DAL TESTO – "[...] mentre Lenin aveva teorizzato la conquista della società tramite la conquista violenta dello Stato, Gramsci propone il procedimento inverso: la conquista dello Stato attraverso l'occupazione pacifica delle istituzioni della società civile (scuole, università, mezzi di comunicazione di massa, sindacati ecc.). Propone, in altre parole, il passaggio dalla «guerra di movimento» alla «guerra di posizione». In ciò precisamente consiste l'originalità della gramsciana via al comunismo. Essa, in buona sostanza, è la proiezione sul mondo moderno del processo storico grazie al quale il cristianesimo, da setta di veri credenti, si trasformò in Chiesa universale di fronte alla quale persino lo Stato fu costretto a piegarsi."

  L'AUTORE – Luciano Pellicani, professore emerito della Luiss Guido Carli, è fra i sociologi italiani più conosciuti all'estero grazie alla traduzione dei suoi saggi nelle principali lingue europee. Della sua vasta e importante produzione scientifica, Rubbettino ha pubblicato "Dalla società chiusa alla società aperta" (2002), "Le radici pagane dell'Europa" (2007), "Lenin e Hitler: i due volti del totalitarismo" (2009), "Anatomia dell'anticapitalismo" (2010), "Dalla Città sacra alla Città secolare" (2011), "La società dei giusti. Parabola storica dello gnosticismo rivoluzionario" (2012), "La genesi del capitalismo e le origini della Modernità" (2013) e "Jihad: le radici" (2015).

  INDICE DELL'OPERA - Premessa: le due sinistre – 1. Gramsci: il Partito comunista come divinità – 2. Togliatti: la via italiana al totalitarismo – 3. Lukàcs: il gesuita della rivoluzione – 4. Sartre: l'ultrabolscevico senza fede – 5. Marcuse: la rivoluzione del nulla