Emil Cioran
Sulla Francia
Voland Edizioni, pagg.112, € 13,00
IL LIBRO – Ritratto inedito della Francia scritto nel 1941 da Emil Cioran, filosofo, saggista e aforista tra i più importanti del XX secolo. Grande amante della cultura francese, l'autore romeno analizza con il suo stile inconfondibile le grandiosità e le meschinità di una nazione che lo affascina. Ne viene fuori un quadro al contempo feroce, lucido e pieno di ammirazione.
DAL TESTO – "Quanto è stata grande, la Francia! "La Rivoluzione del 1789 ha fatto il suo tempo, e la borghesia pure. Abbiamo tutti il diritto di credere che nel suo incanto aurorale sia stata generosa, prodiga, accogliente. Ma chi l'ha conosciuta nel suo periodo di decomposizione, con il suo spirito avaro, litigioso e meschino, ha capito che un tale supporto sociale non poteva che condurre a una rapida rovina. La Rivoluzione ha concentrato tutti i vizi del popolo francese. Dell'individualismo e del culto della libertà per i quali, un tempo, aveva versato il suo sangue, ha conservato, nella sua forma crepuscolare, solo il denaro e il piacere. La sua fine segna il momento più mediocre della storia di Francia. Essa ha solo una riserva sociale: il proletariato. E una sola formula: il comunismo. La sua tradizione giacobina non può arrivare ad altre soluzioni. "Ma lo stesso proletariato è infettato dalla mancanza di missione, dall'ombra storica del paese. Del fremito rivoltoso delle masse moderne, ha conservato solo le rivendicazioni materiali, facendo rimbombare i suoi bisogni e il suo odio. La Francia non ha più un destino rivoluzionario, perché non ha più idee da difendere. Se anche facesse qualche rivoluzione, non potrebbe avere alcun significato particolare. "Le forme spirituali del passato non vengono più in suo soccorso. Il cattolicesimo è così penoso, così polveroso, che rinnovarsi attraverso di esso equivarrebbe a una legalizzazione della morte. Cosa potrebbe farsene un popolo dagli istinti atrofizzati di liturgie soporifere, di prediche intervallate da citazioni in latino che sembrano più irreali di un sogno fatto nelle profondità di una piramide? L'esaurimento spirituale conduce alla mummificazione di una cultura. Tutta la sua allegria non impedirà alla Francia di diventare una mummia spirituale, come gli oracoli non l'hanno impedito ai Greci, né gli dèi ai Romani. Le Parche sono più spietate con i popoli che con gli individui."
L'AUTORE – Emil Cioran, nato a Răşinari (Romania) nel 1911, esordisce in letteratura a ventidue anni con "Al culmine della disperazione". Nel 1937 vince una borsa di studio grazie alla quale si reca a Parigi, dove si stabilisce definitivamente nel 1941 per consacrarsi alla scrittura, conducendo una vita modesta e tenendosi lontano dalla mondanità parigina. Frequenta pensatori e autori a lui affini come Ionesco, Beckett e Michaux e comincia a scrivere i suoi aforismi in un francese estremamente cesellato. "Confessioni e anatemi", uscito nel 1987, è l'ultimo suo libro pubblicato in vita. Muore a Parigi nel 1995.
INDICE DELL'OPERA – La conversione di Cioran sulla via della Francia al tramonto, di Giovanni Rotiroti - Nota alla traduzione - Sulla Francia - Note del curatore |