Franco Cardini
Incontri (e scontri) mediterranei Il Mediterraneo come spazio di contatto tra culture e religioni diverse
Salerno Editrice, pagg.125, € 8,90
IL LIBRO – Il Mediterraneo è davvero un "continente liquido", un luogo di millenari scambi, o un mare che al contrario tiene reciprocamente lontane le genti che su di esso si affacciano? È il mare dei confronti o il mare degli scontri di civiltà? Partendo da un esame della letteratura specialistica recente, questo libro propone alcune risposte in una direzione destinata per sua natura a rimanere aperta, in un affascinante affresco esteso dalla più remota antichità ai nostri giorni.
DAL TESTO – "[...] rispetto agli specchi d'acqua salata interni alla massa dell'ecumène, quello che ormai abitualmente definiamo Mediterraneo era - e resta - il più grande: e tuttavia, nonostante la sua ampiezza che spauriva gli antichi - navigatori, certo, ma nei confronti della navigazione tradizionalmente diffidenti -, tra le sue sponde di terraferma e le sue isole, tra le viti e gli olivi che ab immemorabili ne erano le piante più caratteristiche e come tali più dense, insieme con i lauri, di valori simbolici, esso racchiudeva qualcosa di caro, di familiare, di rassicurante. "Mare che pure può infuriarsi e atterrire, agitato da venti e animato da correnti di rado - gli uni e le altre - impetuosi, tuttavia capricciosi e imprevedibili, era sino dal III-II millennio a.C. una distesa d'acqua non ardua a navigarsi, dal clima temperato, la quale piuttosto che dividere univa le terre che vi si specchiavano. Le sue coste ricche d'insenature ospitali, le sue isole che specie nel bacino orientale - nettamente distinto dall'occidentale a causa della penisola italica, molo naturale che lo attraversa da nordovest a sudest collegando quasi Europa, Asia e Africa - fungono si può dire da ponte consentendo quasi ogni notte riposo a chi navighi remando, hanno assistito fino dalla preistoria a navigazioni anche lunghe e audaci, delle quali è restata memoria sia in poemi come l'Odissea sia negli antichissimi empori come l'iberica Tartessos. La grande civiltà talassocratica minoica prima, misteriosamente spazzata via verso la metà del II millennio a.C., l'espansione dei marinai-mercanti fenici più tardi, rendono entrambe ragione della straordinaria "civiltà del bronzo", impensabile senza la navigazione mediterranea. Il bronzo è difatti una lega di due metalli le cui miniere si trovano agli estremi opposti del grande mare e addirittura al di là del suo bacino: il rame, presente in abbondanza tra Cipro e deserto arabico; e lo stagno, del quale sono ricche penisola iberica e Cornovaglia. Lo scambio già preistorico fra quelle due estreme aree geografiche parla fin dall'antichità remota il linguaggio dell'incontro e dello scontro; la migrazione degli uomini, dei simboli, dei riti; il confronto e lo scambio delle merci, dei costumi, delle idee, delle parole; il collidere e il mischiarsi dei miti e dei riti; i nessi inestricabili tra commercio, guerra, pirateria, rapina; quelli tra amore, violenza, ratto, meticciato, e fra schiavi, fuggiaschi, rifugiati e rinnegati. Le stesse Dee-Madri o Dee-Vergini signore delle acque, che vegliano sui naviganti dai santuari dei porti e da quelli alti sulle inòspiti scogliere, si somigliano e si avvicendano: Iside, Astarte, Gea, Atena, Artemide, Afrodite, Maria, tutte Maris Stellae."
L'AUTORE – Franco Cardini insegna Storia medievale all'Istituto italiano di Scienze umane (Firenze). Autore di successo, apprezzato, oltre che per i suoi studi scientifici, per la sua attività di narratore, di consulente per soggetti cinematografici e televisivi, di elzevirista.
INDICE DELL'OPERA – 1. Una complessa tradizione storiografica, Fernand Braudel, e non solo... - 2. Mercanti, pirati, colonizzatori, conquistatori - 3. Storie di porti, di stretti, di canali - 4. Il "Grande gioco" mediterraneo - 5. Venti di guerra - 6. Speranze, pericoli, prospettive - 7. Senza pretese di conclusione... - Nota bibliografia - Indice dei nomi |