La foresta e la steppa |
Aldo Ferrari La foresta e la steppa Mimesis Edizioni, pagg.340, € 25,00
IL LIBRO – Nel dibattito sull’identità storico-culturale della Russia, che costituisce la chiave di volta della riflessione russa in epoca moderna, l’aspetto “Russia e Oriente” è assai meno sviluppato di quello “Russia e Occidente”. Dopo Pietro il Grande la cultura russa ha infatti ripudiato quanto di “orientale” aveva ereditato dalla Rus’ antica, kieviana e moscovita. A parte alcune aperture in epoca romantica, fu solo nella seconda metà del XIX secolo, anche in corrispondenza delle ripetute delusioni politiche subite in Europa (la guerra di Crimea, il congresso di Berlino), che nella cultura russa si manifestò una progressiva “scoperta dell’Oriente”. Senza pregiudicarne il prevalente orientamento occidentale, questa “scoperta” ha peraltro prodotto esiti di rilievo. In primo luogo perché, a differenza dei paesi europei, la Russia ha potuto trovare un Oriente non solo esterno, in terre e culture “altre” ed “esotiche”, ma anche interno, sia nelle regioni di recente conquista (la Crimea, il Caucaso, l’Asia centrale), sia come parte costitutiva ed a lungo misconosciuta della sua stessa identità nazionale. Questo studio si propone di mettere in luce le diverse fasi di tale scoperta dell’elemento “asiatico” ed “orientale” da parte della cultura russa moderna, un processo al quale parteciparono pensatori di tendenza diversa (Leont’ev, Solov’ev, Fedorov), scrittori famosi (Dostoevskij, Tolstoj, Belyj), esoteristi (Elena Blavackaja) ed artisti (Rerich in primo luogo). La percezione di un Oriente interno al destino della Russia fu particolarmente intensa nei decenni che precedettero la rivoluzione, ma la piena maturità di questa tematica si ebbe negli anni Venti e Trenta del Novecento, con il movimento eurasista, al quale aderirono alcuni dei nomi principali dell’emigrazione russa (Trubeckoj, Jakobson, Mirskij). Nella loro concezione la Russia non è più una periferia dello spazio europeo, ma un sistema culturale autonomo, bicontinentale, eurasiatico. Una prospettiva rinata negli ultimi anni sovietici e che rappresenta uno dei fondamentali riferimenti ideologici della Russia contemporanea. DAL TESTO – “Per gli eurasisti la Russia di Mosca era fondata più sul modello politico mongolo che su quello bizantino. Anzi, si ha talvolta l'impressione che nella loro ottica il lascito bizantino fosse considerato solo una delle componenti della struttura culturale russa. Ad esempio condannavano le riforme del patriarca Nikon che, nel tentativo di riavvicinare liturgicamente la Chiesa russa alle sue fonti greche, crearono un'insanabile frattura all'interno della religiosità popolare e nazionale. Ancora più ostile fu naturalmente il loro atteggiamento nei confronti dell' apertura all'Occidente, iniziata nel XVII secolo con gli influssi polacco-latini, e culminata poi nelle riforme europeizzanti di Pietro. Per gli eurasisti le riforme tecniche di origine occidentale erano necessarie allo sviluppo del paese, ma il modo brutale ed offensivo per la tradizione nazionale con cui furono imposte fece più danni alla Russia di un'invasione straniera. Secondo Trubeckoj «...la crudele persecuzione di tutto quanto era specificamente russo, il riconoscimento ufficiale della barbarie della cultura nazionale russa e la violenza spirituale delle idee europee consentono di definire senza esagerazione questo periodo della storia russa come epoca del giogo europeo o romano-germanico».” L’AUTORE – Aldo Ferrari insegna Lingua e Letteratura Armena, Storia del Caucaso e Storia della Cultura russa presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. è responsabile dei Programmi di Ricerca “Russia/Vicini Orientali” e “Caucaso/Asia Centrale” dell’ISPI di Milano e vice-presidente dell’Associazione per lo Studio in Italia dell’Asia centrale e del Caucaso (ASIAC). Tra le sue pubblicazioni principali: Alla frontiera dell’impero. Gli Armeni in Russia 1801-1917 (2000); L’Ararat e la gru. Studi sulla storia e la cultura degli Armeni (2003); Il Caucaso. Popoli e conflitti di una frontiera europea (2005); Breve storia del Caucaso (2007); In cerca di un regno. Profezia, nobiltà e monarchia in Armenia tra Settecento e Ottocento (2011). INDICE DELL’OPERA - Introduzione - I. Incontro all'Europa - Fuga da Bisanzio (e dall'Orda) - Un equilibrio precario - La Russia, Oriente cristiano - La lotta contro l'asiatismo - Primi passi verso Oriente - Le vie dell'orientalismo russo - Il Caucaso, l'Oriente e la letteratura russa - Esplorare l'impero - II. L'Oriente della Russia - La svolta verso Oriente (1856-1907) - La Russia in Asia: una missione di civiltà? - Geografia imperiale - Ripensare lo spazio russo - Un avvenire in Asia - L'imperialismo proletario - Gasprinskij e "L'intesa russo-orientale" - Il "pericolo giallo" e la Russia - L'Asia si avvicina - La sapienza dell'Asia: Elena Blavackaja - Alla ricerca delle "Acque Bianche" - La "Russia asiatica" del principe Uchtomskij - Mongoli, sciti e rivoluzione - «O Asia! Di te mi tormento» - III. Russia, Urss, Eurasia - I. L’Urss e l'Oriente Rosso - Il "Far East" della cultura sovietica - «Esodo verso Oriente»: l'eurasismo - Il concetto geografico di Eurasia - Il sistema storico dell'Eurasia e la Russia - Trubeckoj e le basi della cultura russa - Tra Europa e Asia: "tertium datur" - Jakobson e l'unione linguistica eurasiatica - Savickij e la geopolitica dell'Eurasia - La rivoluzione russa ed il progetto politico eurasista - Gli eurasisti e la letteratura russa - Ungern Khan: un "eurasista in sella"? - Rerich: l'iconografo dell'Eurasia - Lev Gumilëv e la rinascita dell'idea eurasista - Dal «Cantare di Igor'» alla Casa Eurasia - Tra geopolitica ed esoterismo - Eurasismo, comunismo e scontro di civiltà - Il progetto di un mondo multipolare - La «tentazione eurasista». Conclusione – Bibliografia - Indice dei nomi
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