La politica tra Scilla e Cariddi |
Danilo Castellano La politica tra Scilla e Cariddi Edizioni Scientifiche Italiane, pagg.160, Euro 17,00
IL LIBRO – Il libro espone e discute aspetti fondamentali del pensiero di Augusto Del Noce, il maggiore filosofo italiano della politica del Novecento. L’ermeneutica della filosofia delnociana offerta dall’autore, che di Del Noce è stato il primo allievo, documenta come Augusto Del Noce percorse metodologicamente una via singolare (la problematizzazione dell’autentica esperienza politica e della storia) per approdare alla filosofia politica «classica», al platonismo scoperto e originalmente riproposto dopo il Cristianesimo. Nella ormai vasta letteratura su Augusto Del Noce, il volume si segnala per l’interpretazione critico_teoretica di una complessa, articolata ed originale filosofia che attraverso la «lettura» della storia, in particolare di quella contemporanea, offre criteri ermeneutici per la comprensione del nostro tempo. DAL TESTO – “Augusto Del Noce era convinto che la democrazia diventasse concetto politico solamente se qualificata da un aggettivo. Ci sarebbero, perciò, più democrazie: quella liberale, quella socialista, quella cristiana, quella proletaria e via dicendo. L'aggettivo darebbe, per così dire, contenuto al sostantivo. Attualmente sembrano prevalere le democrazie «procedurali», «critiche», «discorsive», «laiche». Queste varie forme di democrazia, però, pur presentando differenze, hanno, sotto il profilo del fondamento o della loro legittimazione, la stessa matrice. Gli aggettivi, pertanto, non sono sufficienti a distinguerle sostanzialmente; essi, perciò, indicano spesso solamente i diversi tentativi fatti (o proposti come necessari) per inseguire e conseguire la libertà come liberazione. Sono tutte forme di democrazia dipendenti da quella moderna. Gli aggettivi, dunque, non hanno avuto il ruolo loro assegnato da Del Noce, perché la realtà è destinata a prevalere sulle definizioni. La discriminante, perciò, fra democrazia come forma di governo e democrazia come fondamento del governo va cercata in qualcosa di più profondo. Ciò che, al di là delle varie forme assunte, distingue democrazia da democrazia è la concezione della libertà: luciferina nella democrazia come fondamento del governo, «obbediente» nella democrazia come forma di governo. La prima, contraddicendo alla sua proclamata «neutralità», assegna alla libertà il potere di creare i valori e, quindi, d'istituire i criteri del bene e del male, del giusto e dell'ingiusto (si pensi a Rousseau ma anche a tutte quelle teorie che fanno del divenire storico o della rivoluzione e, persino, della democrazia il criterio di giudizio «morale» dei comportamenti sociali); la seconda ritiene, invece, che condizione della libertà sia la verità, poiché razionalmente non può darsi libertà dalla verità ma solamente nella verità cui si arriva per persuasione ma sulla base di argomenti dai quali la persuasione dipende, non sulla base di argomenti creati dalla persuasione medesima, come invece sostengono (anzi debbono sostenere) tutti coloro che fanno del cosiddetto principio di maggioranza il supremo, ultimo, criterio del processo della democrazia «laica».” L’AUTORE – Danilo Castellano è ordinario di Filosofia della politica nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Udine, ove insegna anche Filosofia del diritto e Teoria dei diritti umani. INDICE DELL’OPERA - Nota introduttiva - Capitolo I. Augusto Del Noce filosofo attraverso la storia - Capitolo II. Augusto Del Noce filosofo del Novecento - Capitolo III. Libertà e Tradizione in Augusto Del Noce - Capitolo IV. Democrazia e libertà in Augusto Del Noce - Capitolo V. Augusto Del Noce e la «modernità» come problema - Capitolo VI. Il problema della definizione di «Destra» in Augusto Del Noce - Capitolo VII. Domande per una possibile fedele ermeneutica - Capitolo VIII. La filosofia di Del Noce e le ideologie degli interpreti: qualche esempio - Indice dei nomi
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