Le destre europee Stampa E-mail

a cura di Marco Bresciani

Le destre europee
Conservatori e radicali tra le due guerre


Carocci Editore, pagg.468, € 39,00

 

bresciani destre  IL LIBRO – Se l'orologio della storia si fosse fermato al 1941, la democrazia liberale in Europa sarebbe risultata sconfitta e distrutta. Il brutale successo delle destre radicali nel quadro del nuovo ordine nazista fu poi archiviato nel 1945. Ma il vecchio continente era giunto a quel punto con percorsi eterogenei, tortuosi e contraddittori, che possono apparire lineari solo a uno sguardo retrospettivo. Prendendo invece le mosse dal retaggio di violenza della Grande Guerra e dal collasso degli imperi continentali, il volume esplora le questioni politiche, sociali, economiche e culturali che le destre cercarono di affrontare con metodi illiberali e autoritari, ma popolari tra anni Venti e Trenta. I diversi autori riportano così alla luce il reticolo di interrelazioni, le forme di organizzazione e ibridazione, gli spazi di contrapposizione tra destre conservatrici e radicali, partendo dalle domande del presente, ma cercando risposte in contesti ormai lontani, come quelli europei e globali del periodo tra le due guerre.
  Nel primo capitolo, Steven Beller sottolinea le ambivalenze e le ambiguità della relazione fra la struttura multinazionale del tardo Impero asburgico e il nazionalismo, le sue eredità negli Stati successori "democratici" e l'avvento dei regimi di estrema destra, che furono stabiliti prima dell'arrivo del nuovo ordine nazista. Il disordine economico creato dal crollo della monarchia dualistica e gli sconvolgimenti sociali ed economici causati dalla guerra contribuirono a radicalizzare la politica interbellica in senso nazionalista radicale, autoritario e in definitiva fascista. D'altro canto, nel secondo capitolo 2 Gregor Thurn richiama l'attenzione su una delle cause scatenanti dell'ascesa del Nazionalsocialismo, ossia la questione delle minoranze germanofone nell'Europa centro-orientale postimperiale che sperimentarono l'ordine di Versailles come una perdita drammatica dello status sociale.
  Tradizionalmente inquadrati in una prospettiva europea occidentale, e intesi come il prodotto di una storia nazionale, l'ascesa e il successo del movimento fascista italiano (e poi del Regime fascista) possono essere meglio capiti da una prospettiva d'Europa centro e sudorientale, come spiega Marco Bresciani nel terzo capitolo.
  Mark Biondich, nel quarto capitolo, mostra come la democrazia parlamentare in Iugoslavia degenerò in un sistema malfunzionante e poi nella dittatura monarchica dopo il 1929, caratterizzata da uno scontro crescente fra conservatori tradizionali da un lato e svariati gruppi di estrema destra dall'altro. Le destre serba e croata sfidarono sempre più la prevalente ideologia dello iugoslavismo, mettendo in discussione la concezione stessa dello Stato tra le due guerre mondiali, e contemplarono soluzioni "rivoluzionarie" per sostenere le loro concezioni di modelli alternativi di Stato nazionale, ripresa economica e rinnovamento sociale.
  In modo analogo, focalizzandosi sulle forme del nazionalismo integrale rivoluzionario in assenza di Stato, Oleksandr Zaitsev nel quinto capitolo, tratta dell'ideologia e della pratica dell'Organizzazione dei nazionalisti ucraini (o UN) che emerse nella Galizia e nella Volinia governate dalla Polonia e in svariati circoli dell'esilio politico ucraino negli anni Venti. Nel caso della Polonia, Grzegorz Krzywiec, nel sesto capitolo, analizza la ricerca di una visione alternativa della modernità come espressione di una tradizione europea controilluminista e foriera di una rivoluzione antiborghese. Per quanto riguarda il caso ungherese, Béla Bodó, nel settimo capitolo, rivolge la sua analisi alle trasformazioni del conservatorismo, da ideologia e movimento politico conservatore liberale nell'era dualista in fenomeno di destra nel periodo interbellico. Per la Romania, Roland Clark, nell'ottavo capitolo, esplora le immagini della crisi che circolavano nei quotidiani, pamphlet e discorsi di destra. Invece, il caso greco analizzato da Spyridon G. Ploumidis, nel nono capitolo, mostra che la sconfitta nella Grande Guerra non innescò necessariamente il radicalismo di destra. L'analisi di Sean Kennedy, nel decimo capitolo, pone attenzione al persistente retaggio del 1914-18 e agli sforzi per mobilitare la politica imperiale e metropolitana. Gli ultranazionalisti accettarono sempre più la Terza Repubblica, mentre le loro visioni, persino quelle della monarchica Action française, guadagnarono legittimità. Giorgia Priorelli e Alejandro Quiroga, nell'undicesimo capitolo, esplorano l'emergenza, il consolidamento e la vittoria finale dell'estrema destra in Spagna nel periodo tra il 1919 e il 1939. Giulia Albanese, nel dodicesimo capitolo, si focalizza sulla circolazione dei modelli fascisti italiani da una prospettiva mediterranea, e in particolare sull'impatto del fascismo italiano sulla destra conservatrice e radicale in Portogallo dai tardi anni Dieci ai primi anni Trenta. Il saggio è incentrato in particolare sul modo in cui cattolicesimo conservatore e nazionalismo radicale - due dei principali strati ideologici del conservatorismo portoghese - guardavano e si rapportavano all'esperienza italiana all'epoca della crisi della Repubblica portoghese e nei primi anni del regime di Salazar, mentre segue anche i complessi legami tra questo regime e varie correnti del fascismo italiano.
  Le trasformazioni continentali si colgono meglio se osservate dall'altra sponda dell'Oceano. Kiran Klaus Patel, nel tredicesimo capitolo, discute le tradizionali narrazioni che fanno degli USA un polo positivo rispetto alle tendenze europee del radicalismo di destra (o di sinistra). Lo studioso sostiene che il New Deal deve essere capito in connessione con le dinamiche antidemocratiche e autoritarie dell'Europa interbellica, le quali ebbero un impatto significativo anche sulla società e politica americane.
  Infine, Guido Franzinetti, nel quattordiceismo capitolo, spiega che occorre andare oltre le interpretazioni esclusivamente focalizzate sul fascismo.

  DAL TESTO – "Ripensare storicamente i rapporti fra le varie destre interbelliche, conservatrici e radicali, significa dunque riconsiderare il modo in cui queste concepivano le "questioni" sociali, politiche, economiche e geopolitiche del periodo e in cui pretendevano di offrire loro "soluzioni" nazionali come parti di una più ampia "soluzione" europea. Le culture, le strategie e gli immaginari politici che scaturivano dal periodo pre 1914 (dal "mondo di ieri", che fosse disprezzato o rimpianto) ebbero un impatto decisivo sulla ricostruzione dell'Europa negli anni Venti. Ma la cesura rappresentata dalla "lunga Grande Guerra" del 1911-23, la persistenza di pratiche violente e di eredità imperiali, così come una diffusa, travolgente cultura della sconfitta, mutarono completamente forme, significati e implicazioni del conservatorismo e del radicalismo di destra nell'Europa interbellica. Da un lato, le forze del radicalismo, sfruttando ed esasperando le dinamiche di guerra e rivoluzione del periodo 1914-22, miravano a costruire un nuovo ordine, secondo prospettive opposte, di destra e di sinistra. Dall'altro, le forze del conservatorismo, con l'intento di restaurare l'ordine precedente, dovettero subire una trasformazione significativa, minacciate com'erano dal radicalismo, al fine di stabilizzare i sistemi politici, sociali ed economici. Nonostante le convergenze e le confluenze tra correnti marginali di sinistra e destra estrema, la destra conservatrice finì per prevalere su quella radicale negli anni Venti, pur con la notevole eccezione del regime fascista imposto in Italia tra il 1921.e il 1926. Nel corso degli anni Trenta, a seguito della crisi del 1929-31 e dell'ascesa del regime nazista in Germania nel 1933, si acuirono la competizione e l'opposizione tra destre conservatrici e radicali, provocando ulteriore radicalizzazione, operando per la disintegrazione dell'ordine post 1918 e mettendo gravemente alla prova la resistenza stessa delle forze conservatrici."

  IL CURATORE – Marco Bresciani insegna Storia contemporanea nel Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell'Università degli Studi di Firenze. I suoi campi d'interesse sono la storia politica e intellettuale del socialismo, dell'antifascismo e del fascismo in Italia e in Europa.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione, di Marco Bresciani - Intersezioni storiografiche - Contesti nuovi, questioni nuove - Dinamiche di stabilizzazione e destabilizzazione - Ombre di imperi, idee di Europa - La mappa del volume – Ringraziamenti - 1. «Laboratorio per la distruzione del mondo»: la Monarchia asburgica e il fascismo, di Steven Beller (L'eroe di Hitler: Georg von Schönerer / Prigione dei popoli o culla dell'(ultra)nazionalismo? / Antisemitismo: una peculiarità austriaca? / Non c'è alternativa... al nazionalismo?/ Il nazionalismo e la Prima guerra mondiale / Il ruolo del radicalismo di sinistra (socialista) / Après nous... / Conclusioni) - 2. Il revisionismo volksdeutsch: le comunità tedesche dell'Europa centro-orientale e l'ordine di Parigi, di Gregor Thum (Pensiero e attivismo völkischen / Karl Hermann Frank / Max Hildebert Boehm / Paul Schiemann / Conclusioni) - 3. Dinamiche conservatrici e radicali del fascismo italiano: una prospettiva (est)europea (1918-38), di Marco Bresciani (Ibridazioni e distinzioni tra nazionalismo e fascismo / Cicli della violenza: da est a ovest, dalle periferie al centro / Da contadini a fascisti / L'Europa dei fascisti / Conclusioni) - 4. La crisi di legittimità e l'ascesa della destra radicale in Iugoslavia (1918-41), di Mark Biondich (Il contesto iugoslavo: dalla democrazia parlamentare alla dittatura monarchica (1918-34) / La Reggenza e l'ascesa della "nuova" destra (1934-41) / Conclusioni) - 5. Il nazionalismo integrale in assenza di Stato nazionale: il caso ucraino, di Oleksandr Zaitsev (Il nazionalismo integrale ucraino / Nazionalisti e conservatori / Nazionalismo ucraino e fascismo / Conclusioni) - 6. Il Controilluminismo in Polonia: la cultura di destra diventa fascista (1919-39), di Grzegorz Krzywiec (La democrazia liberale polacca e lo scontento della destra / Le sottoculture di destra verso la crisi della democrazia liberale / La "Rivoluzione nazionale" dal basso / La "Rivoluzione nazionale" dall'alto / Conclusioni) - 7. Fede, famiglia e patria: il conservatorismo nell'Ungheria tra le due guerre, di Béla Bodó (L'evoluzione del conservatorismo ungherese prima del 1914 / L'aristocrazia e l'élite cattolica durante la guerra e le due rivoluzioni / L'ascesa della destra radicale / Il conservatorismo come ideologia e pratica politica negli anni Venti / Il declino del conservatorismo (1931-41) / Una casa divisa / Conclusioni) - 8. La destra romena: immagini di crisi, stampa e ascesa del fascismo, di Roland Clark (Panico morale / Minacce postbelliche / La politica dei quotidiani / Riciclare vecchie crisi / Conclusioni) - 9. Nazionalismo e autoritarismo nella Grecia interbellica (1922-40) di Spyridon G. Ploumidis (Lo strascico della disfatta in Asia Minore / La svolta del 1936 / Inconvenienti del radicalismo di destra in Grecia / La dittatura del Quattro agosto / Conclusioni) - 10. Dinamiche di divisione: la destra francese (1918-41), di Sean Kennedy (Dal Blocco nazionale al Cartello delle sinistre / Dal consolidamento alla crisi / Dal Fronte popolare a Vichy / Conclusioni) - 11. La consacrazione della patria: cattolicesimo, nazionalismo e fascismo in Spagna (1919-39), di Giorgia Priorelli e Alejandro Quiroga (I pilastri fondamentali / Il sistema della Restaurazione e l'emergere della destra radicale (1919-23) / La dittatura di Primo de Rivera (1923-30) / I conservatori contro la Seconda Repubblica (1931-36) / I crociati franchisti. Per Dio e per la Spagna (1936-39) / Conclusioni) - 12. Nello specchio del fascismo: il Portogallo e l'esperienza italiana, di Giulia Albanese (Introduzione / Anticipazioni / La crisi della Repubblica e il mondo nazionalista / I cattolici e la dittatura / Conclusioni) - 13. Gli Stati Uniti e l'ascesa transnazionale della destra negli anni Trenta, di Kiran Klaus Patel (Il lato oscuro del New Deal / Connessioni tra l'America del New Deal e il fascismo europeo / Le radici transatlantiche del conservatorismo moderno / Conclusioni) - 14. Il fascismo dopo il fascismo: storia e politica, di Guido Franzinetti (Fascismo, populismo e nazionalismo: le parole e le cose / Il momento fascista / Il radicalismo di destra nell'Europa dopo la fine della Guerra fredda / Dopo il tracollo: ritrovare il populismo / Conclusioni) - Indice analitico - Gli autori