I giardini di Firenze. V Stampa E-mail

Angiolo Pucci

I giardini di Firenze
V. Suburbio vecchio e nuovo di Firenze


Casa Editrice Leo S. Olschki, pagg.XVIII-440 con 130 figg. n.t., € 38,00

 

pucci giardini5  IL LIBRO – Le addizioni del territorio comunale avvenute fra il 1865 e il 1928, dotarono Firenze di un suburbio che, accanto a nuovi quartieri residenziali e ai primi insediamenti industriali, arricchiva la "città dei fiori" anche di un'area verde pre-collinare costellata dei bellissimi giardini che l'avevano resa famosa nel mondo e nella letteratura. Una narrazione originalissima, incentrata sugli aspetti orticoli e giardinieri lungo un itinerario costituito da 283 casi che amplificano la ricchezza dei giardini fiorentini privati del centro antico. Continua così il viaggio iniziato nel volume precedente attraverso importanti collezioni di camelie, di orchidee, di conifere, di agrumi, di palme che hanno formato nei secoli passati il volto verde del Comune di Firenze. Un patrimonio ricchissimo costituito di tanti episodi sorprendenti quali i giardini della quattrocentesca villa Rucellai di Quaracchi, della villa di S. Donato in Polverosa dei Demidoff, e il giardino della Società Toscana di Orticultura, che con le sue Esposizioni rappresentò il fecondo humus di conoscenze orticole e giardiniere per centinaia di cultori appassionati di orti e giardini. Una narrazione che illustra come ai tempi del Pucci l'orticultura fiorentina costituisse un'eccellenza in Italia e in Europa.
  "Il quinto volume – si legge nella Premessa dei curatori - costituisce così un altro grande affresco del verde urbano fiorentino che si snoda attraverso 283 casi ritenuti dall'autore degni di menzione e descrizione: 166 in riva destra dell'Arno e 117 in riva sinistra.
  "Lo schema narrativo di ciascun paragrafo risulta quello già collaudato nel volume precedente. Si parte dalla descrizione storica della località e dei singoli insediamenti, con riferimenti particolarmente attenti alla toponomastica e alle vicende storiche dei cambiamenti nella proprietà dei beni, per poi porre attenzione alle caratteristiche orticole dei giardini e soprattutto alle principali collezioni di piante lì presenti".

  DAL TESTO – "La vecchia Firenze, racchiusa dalle sue mura trecentesche non aveva suburbio perché i territori dei comuni limitrofi venivano a terminare con le mura suddette.
  "Quando si abbatterono le mura, alcuni dei comuni limitrofi vennero soppressi, e il loro territorio venne aggregato al comune di Firenze, e a questo fu aggregato porzione di territorio degli altri comuni limitrofi.
  "Allora la cinta daziaria non abbracciò tutto questo nuovo territorio, aggregato e fuori di essa ne rimase una parte che formò il suburbio di Firenze.
  "Coi successivi ingrandimenti della cinta daziaria, e con le successive aggregazioni di territorio dai comuni limitrofi il suburbio andò sempre allontanandosi dalle antiche mura.
  "Finalmente con la soppressione totale della cinta daziaria, tutto il territorio comunale di Firenze divenne città, e quindi oggi non esiste più un "suburbio"."

  L'AUTORE – Angiolo Pucci, ultimo rappresentante di una importante famiglia di giardinieri granducali stabilitasi a Firenze nella seconda metà del Settecento, ereditò la passione per l'orticoltura dal padre Attilio, capo giardiniere di Boboli, collaboratore con Poggi nelle realizzazioni delle grandi sistemazioni a verde del piano di ingrandimento di Firenze Capitale e primo soprintendente del servizio comunale dei Pubblici passeggi e dei giardini. Dopo essere succeduto per pochi anni al padre nella soprintendenza di questo servizio, Angiolo si dedicò prevalentemente all'attività di studioso e di divulgatore della scienza orticola e dell'arte del giardinaggio. Fu autore di numerosi articoli e manuali e di una fondamentale "Enciclopedia orticola illustrata" pubblicata nel 1915 dalla casa editrice Hoepli.

  I CURATORI – Mario Bencivenni si è occupato di storia dell'architettura e dei giardini, di storia del restauro e della tutela e ha svolto attività di ricerca e di docenza presso le Facoltà di Architettura di Firenze, del Politecnico di Milano e dell'Università di Ferrara; è docente presso la Scuola di specializzazione in beni architettonici e del paesaggio de «La Sapienza» di Roma. Ha pubblicato numerosi saggi sulla storia e la tutela dei giardini storici e pubblici.
  Massimo de Vico Fallani, architetto, funzionario del Ministero per i beni e le attività culturali dal 1980 al 2008, è stato direttore del Servizio per la conservazione dei parchi e giardini prima presso la Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici delle Province di Firenze, Prato e Pistoia e quindi presso la Soprintendenza per i beni archeologici di Roma. Autore di saggi sui giardini pubblici e storici, ha curato numerosi restauri di giardini e sistemazioni paesaggistiche a Firenze, Perugia, Roma e nelle aree archeologi che romane. Coordina il corso di restauro di parchi e giardini storici della Scuola di specializzazione in beni architettonici e del paesaggio de «La Sapienza» di Roma.

INDICE DELL'OPERA - Premessa dei curatori - Suburbio vecchio e nuovo di Firenze - Introduzione – I. Suburbio vecchio e nuovo di Firenze: riva destra - II. Suburbio vecchio e nuovo di Firenze: riva sinistra - Bibliografia citata - Indice delle figure - Indice dei luoghi e delle cose notevoli - Indice dei nomi