I giardini di Firenze. Vol. IV Stampa E-mail

Angiolo Pucci

I giardini di Firenze
IV. Giardini e orti privati della città


Casa editrice Leo S. Olschki, pagg.XXX-598, € 48,00

 

pucci giardini4  IL LIBRO – Firenze si dice derivi il suo nome dai fiori, e in primis da quel fiore di «giaggiolo» (Iris florentina) che, fortemente diffuso nei terreni su cui sorse, costituì anche il suo stemma. Ma a legittimare la sua denominazione di città dei fiori è stata soprattutto la capacità dei suoi abitanti di dar vita a numerosi e ricchi giardini all'interno della città murata. Questo il filo conduttore del quarto volume de "I giardini di Firenze" che inaugura la trilogia finale dedicata appunto ai giardini privati a partire da quelli del centro storico antico. Angiolo Pucci ricostruisce un panorama urbano di orti e giardini di una ricchezza senza precedenti: quasi trecento episodi, selezionati fra quelli più rilevanti e descritti con particolare attenzione agli aspetti orticoli e giardinieri. Un patrimonio formatosi nei secoli passati grazie all'iniziativa di lungimiranti e appassionati proprietari e al magistero e alla cura di generazioni di tecnici giardinieri.
  Ben duecentosettantaquattro sono gli episodi descritti nel quarto volume e che proseguono la prospettiva generale della narrazione avviata nei tre precedenti volumi e ora declinata sulle realtà prodotte prima dagli ordini ecclesiastici e poi dalle grandi famiglie dell'aristocrazia e della borghesia fiorentine: l'impetuoso sviluppo articolo che, a partire dai decenni del governo francese, caratterizzò la città per quasi un secolo prima di iniziare un grave declino attorno al primo conflitto mondiale.
Un viaggio attraverso ricche collezioni di camelie, di orchidee, di conifere, di agrumi, di palme che rivelano un poco conosciuto e sorprendente volto verde del centro storico di Firenze.

  DAL TESTO – "Sembra che la passione per le piante e i fiori fosse ben radicata nei nostri antichi concittadini dappoiché scemando gli orti e i giardini pensarono a trovare un altro modo di godere nelle proprie case la bellezza ed il profumo di tanti fiori. Le alte logge dei palazzi, i piccoli balconi, i davanzali delle finestre, persino i tetti delle case, si riempirono di vasi e tra i fiori più odorosi si coltivano le erbe aromatiche per le cucine ed i semplici per la medicina domestica.
  "Ma anche allora, precisamente come oggi, si mise un freno a questa passione e si arrivò fino a proibirla.
  "Nel Cantini troviamo un bando del 1 luglio 1732 col quale si proibiva assolutamente tener vasi sulle finestre, terrazze, terrazzini e tetti che avevano il declive o pendenza nelle strade, stradelle e vicoli o altro luogo pubblico della Città e ciò perché in breve tempo eran seguiti molti casi di morte e il bando ordinava che fossero nel tempo di tre giorni disfatti gli orti pensili fissati o appoggiati alle muraglie.
  "Per tutto il secolo XCVII ed anche per oltre la metà del XVIII rimasero i giardini di Firenze quasi nella loro integrità, benché perdessero un poco del loro splendore che li rendeva famosi nella seconda metà del 1500."

  L'AUTORE – Angiolo Pucci, ultimo rappresentante di una importante famiglia di giardinieri granducali stabilitasi a Firenze nella seconda metà del Settecento, ereditò la passione per l'orticoltura dal padre Attilio, capo giardiniere di Boboli, collaboratore con Poggi nelle realizzazioni delle grandi sistemazioni a verde del piano di ingrandimento di Firenze Capitale e primo soprintendente del servizio comunale dei Pubblici passeggi e dei giardini. Dopo essere succeduto per pochi anni al padre nella soprintendenza di questo servizio, Angiolo si dedicò prevalentemente all'attività di studioso e di divulgatore della scienza orticola e dell'arte del giardinaggio. Fu autore di numerosi articoli e manuali e di una fondamentale "Enciclopedia orticola illustrata" pubblicata nel 1915 dalla casa editrice Hoepli.

  I CURATORI – Mario Bencivenni si è occupato di storia dell'architettura e dei giardini, di storia del restauro e della tutela e ha svolto attività di ricerca e di docenza presso le Facoltà di Architettura di Firenze, del Politecnico di Milano e dell'Università di Ferrara; è docente presso la Scuola di specializzazione in beni architettonici e del paesaggio de «La Sapienza» di Roma. Ha pubblicato numerosi saggi sulla storia e la tutela dei giardini storici e pubblici.
  Massimo de Vico Fallani, architetto, funzionario del Ministero per i beni e le attività culturali dal 1980 al 2008, è stato direttore del Servizio per la conservazione dei parchi e giardini prima presso la Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici delle Province di Firenze, Prato e Pistoia e quindi presso la Soprintendenza per i beni archeologici di Roma. Autore di saggi sui giardini pubblici e storici, ha curato numerosi restauri di giardini e sistemazioni paesaggistiche a Firenze, Perugia, Roma e nelle aree archeologi che romane. Coordina il corso di restauro di parchi e giardini storici della Scuola di specializzazione in beni architettonici e del paesaggio de «La Sapienza» di Roma.

  INDICE DELL'OPERA - Premessa dei curatori - Giardini e orti privati della città - Introduzione alla storia dei giardini e orti privati della città di Firenze - I. Quartiere di San Giovanni - II. Quartiere di Santa Croce - III. Quartiere di Santa Maria Novella - IV. Quartiere di Santo Spirito - Bibliografia citata - Indice delle figure - Indice dei luoghi e delle cose notevoli - Indice dei nomi