Minerva armata. Le università e la Grande Guerra Stampa E-mail

Gian Paolo Brizzi - Elisa Signori

Minerva armata
Le università e la Grande Guerra


Clueb, pagg.258, € 37,00

 

brizzi minerva  IL LIBRO – Con l'avvio delle ostilità nell'estate del 1914, le posizioni studentesche si radicalizzarono: manifestazioni di piazza, creazione di movimenti paramilitari, come il Sursum Corda, formazione di battaglioni universitari per addestrare quanti si dichiaravano pronti a partire come volontari per il fronte, impegnandosi in un volontario addestramento militare anche sotto la guida di ufficiali dell'esercito.
  L'aggressione della Germania al Belgio, Paese neutrale, e l'incendio della Biblioteca dell'Università Cattolica di Lovanio, con la distruzione di oltre 300.000 volumi e di una collezione di preziosi manoscritti medievali, suscitò una vasta eco nel mondo accademico e diede vita ad una sorta di conflitto culturali che influenzò le opinioni di quanti erano ancora rimasti in una posizione di incertezza.
  Nelle aule mutò innanzi tutto la composizione del corpo studentesco: per la prima volta la presenza femminile apparve percentualmente rilevante e in alcuni casi maggioritaria, mentre la maggior parte dei maschi, indossata la divisa e sottoposti a frettolosi corsi di addestramento nelle accademie militari, fu impegnata in zona di guerra per rimpiazzare i vuoti che l'avvio del conflitto stava creando fra gli ufficiali di grado inferiore. Altri invece dovettero acquisire in anticipo quelle competenze professionali che abitualmente si perseguivano al termine degli studi: le dimensioni della mobilitazione richiedevano le competenze, spesso inadeguate, di quanti si stavano ancora preparando a diventare futuri veterinari, farmacisti, ingegneri, medici.
  Nelle università fu inoltre alterato il consueto ordine degli studi, introdotta l'esenzione da lezioni ed esercitazioni, concessa la possibilità di modificare l'ordine delle prove di profitto. In Italia per oltre quattro anni furono interrotte le nomine di nuovi docenti, sospesi i bandi di concorso e il conferimento delle libere docenze; le cattedre resesi vacanti potevano essere occupate solo in virtù di un trasferimento, con la conseguenza che le università minori registrarono un ulteriore impoverimento dell'offerta didattica.
  Partendo da queste considerazioni preliminari, il Cisui (Centro Interuniversitario per la Storia delle Università Italiane) scelse di dar vita ad un incontro di studio, "Minerva armata. Le università e la Grande guerra", per indagare gli effetti di quel conflitto all'interno del mondo universitario: interventismo e neutralismo nel mondo universitario italiano e europeo; studenti al fronte; scienza e nazionalismo scientifico; le università durante il conflitto; trasformazioni funzionali e didattiche; l'elaborazione del lutto e le università all'indomani del conflitto.
  L'incontro di studio, svoltosi dal 29 al 31 luglio 2016, si è tenuto ad Asiago, città che rappresenta emblematicamente le atrocità della guerra che la popolazione civile subì dal primo all'ultimo giorno del conflitto, conoscendo la devastazione del territorio e l'esodo della popolazione civile dall'intero altopiano imposto nel 1916.
  Gli atti di quelle due giornate sono raccolti in questo volume.

  DAL TESTO – "Giorno dopo giorno - e i giorni furono complessivamente 1.563 - la contabilità della morte aggiungeva, ai caduti impegnati nei combattimenti, la popolazione civile, via via deprivata dall'economia di guerra del sostegno necessario per affrontare carestie ed epidemie: una contabilità che registrò mediamente oltre diecimila morti al giorno e 17 milioni alla conclusione del conflitto. Il mondo universitario non poteva restare esente dagli effetti di quella tragedia, anzi si trovò in più di un caso ad esserne il protagonista: se il costo di vite umane fu terribile per la società intera, su scala europea lo fu in particolar modo per le università che non videro rientrare tanti giovani studenti chiamati alle armi."

  I CURATORI – Gian Paolo Brizzi, docente di Storia moderna presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Bologna, è direttore dell'Archivio storico dell'Università di Bologna per delega rettorale, membro-rappresentante dell'Italia nella Internazional Commissione for the History of the Universities e segretario generale del Centro interuniversitario per la storia delle università italiane (Cisui) dal 1997.
  Elisa Signori, laureata a Pavia, borsista della Fondazione Luigi Einaudi di Torino, dell'Accademia dei Lincei, del Cnr, è professore ordinario di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Pavia e docente di Storia contemporanea presso l'Università della Svizzera Italiana (USI). Membro dei comitati scientifici del Centro interuniversitario per la Storia delle università italiane (CISUI), dell'Istituto pavese per la storia della resistenza e dell'età contemporanea, del Comitato per la pubblicazione delle opere di Gaetano Salvemini.

  INDICE DELL'OPERA - Prima della guerra: il battaglione S. Giusto e l'Università di Padova, di Piero Del Negro - Perché la guerra? Voci e argomenti della comunità accademica italiana 1914-1918, di Elisa Signori - Studenti e università in Francia di fronte alla Grande guerra, di Jean-Yves Frétigné - , Il dibattito sulla Grande guerra ne «L'Università Italiana. Rivista dell'Istruzione Superiore», di Loretta De Franceschi - Cesare Battisti e la questione universitaria tra irredentismo e interventismo, di Stefano Biguzzi - «La nostra guerra». I docenti universitari e la propaganda per la mobilitazione durante il primo conflitto mondiale, di Simona Salustri - «L'Europa è sconvolta da una guerra di cui non si è vista mai l'eguale». Gli atenei siciliani di fronte al primo conflitto mondiale, di Daniela Novarese - Prague Universities as an example of the university in Austro-Hungarian Empire: mathematicians and their activities, di Martina Bečvářová - I matematici italiani nella Grande guerra, di Angelo Guerraggio - «Per la Fede e per la Patria». La FUCI e il superamento della frattura risorgimentale tra Stato e Chiesa negli anni del primo conflitto mondiale, di Luigiaurelio Pomante - Il Collegio universitario Borromeo e la sanità pavese durante la Grande guerra, di Paolo Mazzarello e Giorgio Mellerio - L'antropologia criminale e l'esercito italiano (1884-1920), di Silvano Montaldo - La matematica in Italia. I disastri della Grande guerra, di Luigi Pepe - La scuola di medicina di Bologna e la prima guerra mondiale: nuove esperienze in chirurgia maxillo-facciale, di Stefano Arieti - Il Politecnico di Milano e la Grande guerra, di Stefano Morosini - La celebrazione degli studenti caduti: esame delle epigrafi presenti negli atenei italiani, di Fabio Martelli