Nuova Storia Contemporanea n.5/2015 Stampa E-mail

Nuova Storia Contemporanea

n.5 settembre/ottobre 2015

Casa Editrice Le Lettere, pagg.168, € 11,50

 

nsc05 2015  - Alberto Indelicato, L'Islam e l'Europa
L'Islam, dopo la sua espansione in Africa e nel Vicino Oriente, ha sempre mirato alla conversione dei popoli cristiani europei, prima conquistando la penisola iberica e la Sicilia, e successivamente, attraverso gli eserciti ottomani, i Balcani e le regioni centro-orientali del nostro continente. Qual è l'origine di questa brama di conquista, non diminuita nemmeno dopo la conquista fallita di Vienna (1683)? Questa aspirazione è ancora presente nella massiccia immigrazione islamica e la classe politica europea non riesce a riconoscere lo scopo di penetrazione silenziosa della religione islamica.

  - Marco A. Patriarca, L'Unione europea daccapo
Con i trattati di Maastricht e di Lisbona, l'Ue ha perso il suo precedente approccio liberale ed è diventata sempre più dirigista. Di conseguenza, il progetto europeo rischia di fallire, e l'unione politica dei 28 Stati membri sembra una sfida scoraggiante. La crisi greca e la minaccia di una possibile uscita della Gran Bretagna, dopo il referendum nel 2017, dovrebbero diventare uno stimolo per nuove idee.

  - Gianni Marongiu, Le origini della tassazione della ricchezza mobiliare. Un capitolo di storia tributaria dell'Italia postunitaria
Le radici della tassazione della "ricchezza di beni mobili di proprietà" (reddito) all'epoca dell'introduzione di una "nuova" e "moderna" politica fiscale. "Nuova" rispetto all'esperienza d'Italia prima dell'unificazione, "moderna", perché ha superato la prova del tempo durante i vari cambiamenti politici, economici e sociali.

  - Francesco Randazzo, La diplomazia italiana e la contesa russo-giapponese. La missione di Giulio Melegari ambasciatore fra Tokyo e San Pietroburgo
Una delle pagine più dolorose della storia russa è rappresentata dalla sconfitta nella Guerra russo-giapponese del 1904-1905. Da questo evento derivò la tristemente nota Domenica di sangue (gennaio 1906) insieme con il Manifesto di ottobre, che costrinsero lo zar a istituire la rappresentanza popolare (Duma). Un osservatore di quegli avvenimenti fu Giulio Melegari, figlio dell'ex ministro degli esteri Luigi Amedeo. Da Tokyo a San Pietroburgo, egli fu un attento testimone di due potenze nel centro della storia del mondo e un diplomatico autorevole, oltre che autore dell'accordo di Racconigi (1909).

  - Federico Robbe, Il neofascismo delle origini e l'ossessione antibritannica
Il saggio si propone di esaminare il sentimento anti-britannico del neofascismo italiano dopo la Seconda guerra mondiale. A questo scopo, le principali fonti – più che le posizioni ufficiali del Movimento Sociale Italiano - sono rappresentate da vari giornali di destra, che hanno rivelato una pluralità di voci all'interno del neofascismo La frequenza degli attacchi antibritannici e la loro violenza verbale manifestano un'ossessione e un sentimento a livello generale. La frangia dei nostalgici della Repubblica Sociale italiana, dei moderati e filo-atlantici, e degli spiritualisti gravitanti attorno a Julius Evola ebbero spesso idee diverse sulla strategia interna e sulla politica estera. Ma questi tre gruppi condivisero due questioni fondamentali: l'anticomunismo e un forte pregiudizio contro la Gran Bretagna.

  - Daniele Sanna, Forze Armate e Resistenza. Alle origini del mancato incontro fra politici, storici e militari
Il contributo alla Resistenza delle forze armate italiane è stato coperto da vent'anni di oblio. Il saggio mostra come questo silenzio, ignorato dalla storiografia, provenga dall'atteggiamento fortemente dissuasivo delle istituzioni politiche e della leadership militare. Un ulteriore elemento di dissuasione per gli studiosi, ex combattenti e memorialisti è stata l'azione del tribunale militare, fortemente orientata a preservare il buon nome delle forze armate. Inoltre, il clima politico di forte contrasto tra le parti non aiuta a comprendere la dimensione della Resistenza come fenomeno storico. Questi fatti hanno certamente influito sulla memoria storica. Per molti anni la situazione dei soldati deportati è rimasta sconosciuta, così come le storie dei soldati regolari che hanno combattuto i tedeschi dalla linea Gustav alla linea Gotica.

  - Massimo Furiozzi, Intellettuali e Grande Guerra. Reazioni in Italia al «Manifesto dei 93»
Il saggio analizza le reazioni italiane al celebre Manifesto pubblicato nell'ottobre 1914 da 93 professori tedeschi, per respingere le accuse rivolte alla Germania da Francia e Inghilterra circa le responsabilità dell'Esercito tedesco nelle prime settimane della Prima guerra mondiale. Molti intellettuali italiani criticarono la Germania, soprattutto dopo l'ingresso in guerra dell'Italia nel maggio 1915.

  - Carlo De Risio, I «rapporti Pietromarchi»
Il diplomatico italiano Luca Pietromarchi, all'epoca capo dell'Ufficio per la Guerra economica, preparò, il 9 maggio e il 1° giugno (1940), due relazioni circa gli enormi danni causati alle navi mercantili italiana dall'esercito anglo-francese durante la "non belligeranza" italiana. In questo saggio l'autore descrive il contenuto, il significato e le conseguenze dei «rapporti Pietromarchi».

  - Paolo Simoncelli, Antichi (e nuovi) saraceni, il sacro e l'onore
Pietrangelo Buttafuoco è uno degli intellettuali italiani dalla mentalità più aperta. Egli è un esperto della tradizione religiosa islamica che ha ispirato alcuni dei suoi grandi romanzi. Questo articolo offre un primo ritratto della sua figura intellettuale.

  - Emanuele Farruggia, Dal commissario Spada al commissario De Luca. La Polizia della Repubblica sociale italiana in televisione
Il cinema italiano dopo la Seconda guerra mondiale aveva raramente rappresentato la Polizia della Repubblica Sociale Italiana. Tre produzioni televisive (la prima nel 1984 e le altre due all'inizio del nuovo secolo) sono state dedicate a tre generi molto diversi di poliziotti, due frutto di invenzione e uno reale.