Nuova Storia Contemporanea n.1/2014 Stampa E-mail

Nuova Storia Contemporanea
n.1 gennaio/febbraio 2014


Le Lettere, pagg.168, € 11,50

 

nsc01 2014  - Antonio Martino, La spesa pubblica in Italia. Una lezione dal passato
Il fenomeno della dilatazione della spesa pubblica ha accompagnato lo svolgimento della storia dell'Italia unitaria. Tuttavia, nell'Italia post-risorgimentale e liberale e persino durante il periodo fascista, quando furono gettate le basi del welfare italiano e avviati giganteschi lavori di opere pubbliche, essa non fu tumultuosa. Il dissesto finanziario del settore pubblico maturò soprattutto nei decenni compresi fra gli anni Settanta e Novanta del secolo passato.

  - Nicola D'Elia, Il nazionalsocialismo nello specchio di «Critica fascista»
L'articolo affronta l'atteggiamento dell'Italia fascista verso il nazionalsocialismo tedesco dalla prospettiva della rivista «Critica fascista». Pur tra oscillazioni e contraddizioni, i commenti del periodico rivelavano la convinzione che il movimento hitleriano, non diversamente dal fascismo, si ispirava a un modello di democrazia superiore a quello vigente nei Paesi occidentali e proponeva, sul terreno economico-sociale, soluzioni agli antipodi dei principi liberali. Tale fiducia nel carattere rivoluzionario e antiborghese del nazionalsocialismo non venne meno neppure nei momenti di più acuta tensione tra l'Italia fascista e il Terzo Reich.

  - Federico Lorenzo Ramaioli, La forma di governo del Giappone militarista
Il Giappone è un Paese dalla storia particolare. Negli ultimi due secoli è passato da una società di stampo feudale alla cosiddetta società di Meiji, attraverso una rapidissima industrializzazione. In quel periodo nasce il complesso rapporto di amore/odio per l'Occidente, che troverà la sua più tragica espressione nella seconda guerra mondiale. Si è soliti definire il Giappone di quegli anni come "fascista", non tenendo conto di tutta una serie di fattori che riescono a trasformare l'avventura autoritaria della nazione nipponica in un'esperienza unica che, ancora una volta, non trova simili in Europa.

  - Riccardo Maffei, La prima ricezione di Kravchenko in Italia. Gli articoli pubblicati sul giornale «La Patria» (1946)
Il saggio illustra i tredici articoli del defezionista sovietico Victor Kravchenko pubblicati sul giornale liberale fiorentino «La Patria» nel 1946. Questi articoli costituiscono la prima ricezione della vicenda biografica di Kravchenko nell'Italia del secondo dopoguerra prima ancora della traduzione del celebre volume Ho scelto la libertà.

  - Luciano Monzali, Piero Quaroni e l'Afghanistan
Obiettivo del saggio è offrire alcune informazioni sulla biografia e la carriera professionale di Pietro Quaroni, uno dei più importanti diplomatici italiani nel XX secolo, ambasciatore in Unione Sovietica, Francia, Germania occidentale e Regno Unito dopo la seconda guerra mondiale. Esperienza centrale nella carriera diplomatica di Quaroni fu la sua lunga missione in Afghanistan dal 1936 al 1944. In Kabul il diplomatico italiano fu capace di comprendere l'evoluzione politica in atto in Asia, specialmente in India e in Medio Oriente, e la necessità per la politica estera italiana di rinnovarsi abbandonando le ormai datate ambizioni colonialiste e sviluppando nuove impostazioni in politica estera.

  - László Eörsi, Il gruppo di Thököly Út
Con una prefazione di Aniello Verde e Giuseppe Lian, specialisti della storia dell'Ungheria della seconda metà del Novecento, László Eörsi rievoca uno degli episodi della rivoluzione anticomunista e antisovietica del 1956, di cui egli fu uno dei protagonisti.

  - Alberto Indelicato, Togliatti, Kádár, Nagy e la rivolta ungherese
Due libri sulla rivolta ungherese del 1956 riguardano rispettivamente Kádár e il Partito comunista italiano. Nel primo si distingue un saggio di Federigo Argentieri; nel secondo Alessandro Frigerio rievoca il modo fazioso e totalmente contrario alla realtà con cui tutto l'apparato - dai politici alla stampa - del partito di Togliatti compì un'opera di diffamazione nei confronti dei rivoltosi.

  - Mario Bondioli Osio, La «leggenda nera» del «terribile» colonnello Osio
In questo testo alcune integrazioni alla voce enciclopedica "Osio, Egidio Maria" nel Dizionario Biografico degli Italiani (Treccani).

  - Fabrizio Carloni, L'occupazione italiana della Corsica (1942-43)
Il lavoro di Fabrizio Carloni sull'occupazione italiana della Corsica, di prossima pubblicazione, costituisce la prima ricostruzione scientifica ed esauriente sull'intervento dell'Asse nell'isola francese. L'aggressione, attuata nell'ambito delle contromisure italo-tedesche allo sbarco angloamericano nel Nord Africa francese, vide le forze armate di Mussolini impegnate in uno sforzo militare e logistico notevole. L'operazione fu attuata e gestita con competenza e umanità dal VII corpo d'armata del generale Giovanni Magli. I combattimenti contro le truppe germaniche ebbero un decorso positivo per i motivi particolari e complessi ben dettagliati dall'autore nel saggio qui anticipato.

  - Dino Cofrancesco, L'unicità dell'Olocausto e il giorno della memoria
È giusto ricordare le vittime dell'Olocausto e ribadire l'unicità della Shoah. Resta comunque un profondo disagio dovuto al fatto che a definire l'identità di un gruppo sociale sono i suoi mortali nemici. In realtà, l'episodio delle Fosse ardeatine dovrebbe colpirci penosamente per la perdita di stretti congiunti che hanno contribuito nel Risorgimento a costruire la 'casa comune', lo Stato nazionale: rinchiudere i nostri concittadini nella categoria degli ebrei - o, meno peggio, degli ebrei italiani - significa allontanarli da noi, trattarli come stranieri offesi nella loro umanità. Le vittime delle Fosse ardeatine non sono generici esseri umani appartenenti ad altre religioni per i quali non abbiamo fatto abbastanza, ma sono nostri fratelli, fratelli d'Italia.

  - Pietro Di Muccio de Quattro, L'incontro di Teano, un falso storico
Il luogo in cui Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi hanno ricongiunto Nord e Sud sigillando l'Unità d'Italia non è la città di Teano, ma Vairano Patenora. Il punto esatto della storica stretta di mano tra il generale e il re è perfettamente noto, come evidenziato da tutte le fonti storiche e dagli studi di Guido Di Muccio. Nessuna prova storica sostiene la città di Teano. Che senso ha celebrare un evento nel luogo sbagliato? Ed è ugualmente avvilente celebrare l'unità della nazione in due differenti luoghi.