Come parlare di Dio oggi? |
Fabrice Hadjadj
IL LIBRO – Dio non è argomento di conversazione come possono esserlo il calcio e la moda. Quale linguaggio usare, allora, quando si parla di Lui? La risposta che si ricava dalle pagine di questo libro è realistica e provocatoria: nessuno ha la ricetta per la nuova evangelizzazione, così come nessuno può pretendere di esaurire con parole umane il mistero infinito di Dio. Quando si parla di Lui, si diventa rossi in faccia e si prova imbarazzo di fronte a un compito che supera le forze umane, ma proprio nel momento in cui gli evangelizzatori riconoscono questo limite gli uomini hanno l'occasione di scoprire un Dio che è presente ovunque, in ogni realtà umana, nella bellezza di un corpo o di un tramonto come nel buco dei maccheroni. Per intravedere la Sua presenza, dunque, bisogna chinarsi e silenziare le parole umane. DAL TESTO – "Prima della mia conversione, devo confessarlo, odiavo questa parola. Quando qualcuno diceva «Dio», mi sembrava che mettesse fine a qualsiasi discussione. Aveva introdotto con l'imbroglio un altro jolly nel mazzo di carte. Era un abracadabra, una formula magica e mi verrebbe da dire addirittura una «soluzione finale», con tutto ciò che può comportare di terrorizzante un'espressione del genere. Una soluzione finale all'interno di una discussione che, d'un tratto, veniva soffocata da questa parola grossa e massiccia. L'AUTORE – Fabrice Hadjadj (Nanterre 1971), saggista, filosofo e drammaturgo francese, figlio di genitori ebrei di origini tunisine. Dal 2012 è direttore di Philanthropos, l'Istituto europeo di studi antropologici a Bourguillon, Fribourg (Svizzera). Collabora regolarmente a «Figaro littéraire», «Artpress», «Panorama» mensile di spiritualità e «Prier». Autore di numerosi libri, molti tradotti in italiano: «Farcela con la morte. Anti-metodo per vivere» (Cittadella, Assisi 2009), «Mistica della carne. La profondità dei sessi» (Medusa, Milano 2009), «La fede dei demoni. Ovvero il superamento dell'ateismo» (Marietti, Genova 2010), «Il paradiso alla porta» (Lindau, Torino 2013) e con Thaddée Matura «L'utopia di Francesco d'Assisi» (EMP, Padova 2013). INDICE DELL'OPERA – Avvertenza - Aggancio (o intralcio?) – Introduzione. L'interrogativo interrogato (Perché «come»? - Parlare a chi? - Le circostanze di tempo) - Parlare dell'ineffabile (La parola «Dio» - Sulle labbra del fondamentalista come dell'ateo - Nei gesti dell'agnostico come dell'anonimo - Ancora uno sforzo: tentativo di ateismo in buona fede, seguito da un saggio di fondamentalismo radicale - Contro l'Essere supremo, una questione metafisica fondamentale) - Cosa vuol dire parlare? (Tentare di arrivare dove già stiamo di casa - La comunicazione rende sordi - Chiamare le cose per nome - Tra l'ineffabile e l'indicibile: la preghiera e il canto) – Interludio. L'annuncio e il malinteso (Imparare da ogni uomo - Al cuore del nemico) - Ma perché Dio non si fa il lavoro da solo? Perché lo lascia fare a dei clown? (Entrate clownesche - Un incontro non programmabile - Che urgenza e che necessità? - Il dono di una discrezione - Da persona a persona) - Il bell'oggi (Del perché non è mai stato meglio, né peggio - Dopo Auschwitz e Hiroshima - La fine della durata umana - Misologia contemporanea: sarcasmo, neolingua, grido primario e fatwa - Predicare la salvezza del tipo losco) – Conclusione. Per non concludere (Riuscire a balbettare - Il linguaggio della croce) |