Uno scrittore russo del primo '800 |
Maria Antonietta Mendosa
IL LIBRO – Pëtr Jakovlevič Čaadev, nato a Mosca nel 1794, vissuto in Francia, Germania, Inghilterra e Italia tra il 1823 e il 1826, giocò dopo il rientro in patria un ruolo importante e decisivo nel processo di svecchiamento degli apparati istituzionali, religiosi e culturali della Russia del secondo quarto del XIX secolo. Acquistò grande notorietà nelle sfere intellettuali del suo paese in seguito alla pubblicazione, nel 1836, della prima delle sue "Lettere filosofiche" nella rivista «Teleskop». L'indignazione da essa suscitata portò all'allontanamento coatto del Nostro dalla scena moscovita e pietroburghese e alla compilazione di un'"Apologia" scritta a scopi difensivi dall'autore stesso, che non riuscì in vita a vedere stampati gli altri suoi testi, interessanti e considerevoli per la comprensione della temperie ideologica e culturale russa della prima metà dell'Ottocento. DAL TESTO – "De Maistre divenne punto di riferimento di Čaadaev che tentò di assimilarsi in tutto e per tutto alla figura di questo intellettuale dalla vis critica pungente e selettiva, fortemente indirizzata verso il sociale, le cui riflessioni avevano trovato accoglienza favorevole presso molti razionalisti dell'epoca che non si erano accorti, tuttavia, completamente di quanto in esse fosse vivo il retaggio della cultura illuministica. Delle idee di De Maistre a Čaadaev piaceva l'apparente portata radicale, quasi astorica che, evocando un cristianesimo "sociale", conduceva a posizioni in un certo senso controrivoluzionarie prospettando come causa della decadenza della società francese e di quella occidentale la disgregazione religiosa, morale e sociale provocata nel secolo XVI dalla riforma protestante. Il Nostro apprezzava e condivideva la tesi demaistriana della supremazia del cattolicesimo romano e dell'istituzione papale che aveva saputo mantenere una difficile convivenza tra la società e gli organismi di governo medievali grazie all'opera garantista e unificatrice svolta dalla religione per l'arco di dieci secoli circa. A Čaadaev tornava gradito anche un altro aspetto della teocrazia di De Maistre: l'approccio teonomico alla storia, secondo il quale Dio sarebbe il fondamento dell'agire "pratico", trasmettendo delle verità, mediate dal suo rappresentante spirituale sulla terra (che doveva quindi essere considerato infallibile), in grado di aprire nuove vie di avanzamento etico-sociale." L'AUTRICE – Maria Antonietta Mendosa presta servizio in qualità di ricercatrice presso l'Università degli Studi di Messina ove è altresì incaricata dell'insegnamento di Letteratura russa. I suoi interessi si sono concentrati su alcuni degli scrittori più importanti dell'Ottocento, con saggi su Dostoevskij e Tolstoj, e sui fenomeni più significativi che hanno caratterizzato il panorama della letteratura russa novecentesca (al riguardo si segnala "Sincretismi e asincretismi nella letteratura russa del Novecento. Brevi annotazioni su Pasternak, Solženicyn e Pelevin", Edizioni Nuova Cultura, Roma, 2010). Attenzione speciale è stata riservata allo studio dei principi di legalità nella Russia sovietica e alle sincrasie e discrasie tra stato sociale e stato socialista. INDICE DELL'OPERA – Premessa - Le Lettere filosofiche di P. Ja. Čaadaev: assetto e sintassi - Ascendenze, rifrangenze e retentissements nell'opera di Čaadaev - Il sistema noumenico di Čaadaev – L'Apologia di un pazzo - Echi čaadaeviani in Dostoevskij - Bibliografia |