Chiamatela pure giustizia (se vi pare) |
Giovandomenico Lepore – Nico Pirozzi
IL LIBRO – Per oltre sette anni ha retto la più calda e affollata Procura d'Italia. È stato il regista di alcune tra le indagini più delicate della storia della seconda Repubblica: Calciopoli, l'inchiesta sulla P4, sul bunga bunga e le escort a palazzo Grazioli, passando per l'emergenza rifiuti e le bonifiche fantasma in Campania, gli appalti al Comune di Napoli e le megatruffe sulle invalidità civili, solo per citarne alcune. È Giovandomenico Lepore, procuratore della Repubblica del capoluogo partenopeo dall'ottobre 2004 al dicembre 2011, l'uomo che ha domato la faida di Scampia ed ha assicurato alla giustizia Antonio Iovine, Michele Zagaria e i fratelli Pasquale e Salvatore Russo, quattro tra i più pericolosi boss della camorra, latitanti per decenni. In una lunga intervista affronta le questioni più spinose e controverse della giustizia in Italia, non risparmiando critiche e bordate polemiche a una classe politica inefficiente e autoreferenziale. Un racconto senza omissioni o censure, che illumina di una luce nuova uno spaccato della storia del nostro Paese. DAL TESTO – "I veri limiti della giustizia italiana sono questi! Quantificabili in otto milioni e mezzo di cause pendenti ma anche nelle circa 800 denunce che ogni giorno pervengono in una Procura come quella di Napoli. Denunce che vanno lette e registrate, per poi scoprire che solo una piccola parte di esse contengono una notizia di reato. Sì perché anche la lite con il vicino che innaffia tre volte al giorno le piante, spesso approda negli uffici della Procura. Per carità la giustizia è un sacrosanto diritto di ogni cittadino, ma che senso ha affidare tutto alla giustizia penale? Che senso ha intralciare il lavoro di un magistrato che per ogni fascicolo che non va a processo deve produrre un provvedimento di archiviazione? Sì, sono tutte perdite di tempo che vengono sottratte ai processi veri e ai reati che si dovrebbero perseguire. GLI AUTORI – Magistrato dall'ottobre 1961 al dicembre 2011, Giovandomenico Lepore in cinquant'anni di attività ha ricoperto gli incarichi di Pretore, Giudice istruttore, Giudice di tribunale e Consigliere di Corte d'appello nelle sezioni penali e presso la sezione minorenni. Alla Procura generale di Napoli, dove ha lavorato per diciassette anni, ha ricoperto gli incarichi di Sostituto procuratore generale, prima, e di Avvocato generale, poi. Nell'ottobre 2004 ha assunto la titolarità della Procura della Repubblica di Napoli, dove ha conseguito importanti risultati nella lotta alla criminalità organizzata. Tra le altre cose, attualmente presiede la Corte arbitrale presso la Camera di commercio di Napoli, la Commissione giuridica dell'Aci di Napoli, l'Osservatorio anticamorra e riqualificazione Napoli nord, il comitato etico "Campania Centro". Da anni è impegnato a promuovere e rafforzare la cultura della legalità, soprattutto nelle scuole e nei quartieri più degradati. È alla sua prima esperienza editoriale. INDICE DELL'OPERA – Quasi per caso... - Le ragioni di una scelta - Benvenuti nel Paese dei balocchi - La corruzione e la sua metafora - Campania in(felix): terra di ecocrimini, ecoballe ed ecoaffari - La camorra e le sue metamorfosi – I mille colori delle mafie – Postfazione, di Sergio Zazzera - Indice dei nomi |