"Faust" di J. W. Goethe Stampa E-mail

Johann Wolfgang Goethe

Faust
Testo tedesco
a fronte
T
raduzione  e commento di Vittorio Santoli


Edizioni Aicc Castrovillari, pagg.472, s.i.p.

 

goethe faust-aicc  IL LIBRO – Goethe attese alla stesura del "Faust" per circa sessant'anni, dal periodo degli studi a Strasburgo sino alla fine della sua vita. La tragedia è divisa in due parti. La Prima che si conclude con la morte e la salvezza della povera infanticida, Margherita, e la Seconda, in cinque atti, che finisce con la morte e la salvezza di Faust. Il lasso di tempo di circa trent'anni in cui furono composte le scene della Prima Parte rende l'opera oltremodo composita e comporta disparità notevoli sul piano formale e drammaturgico, che si riflettono soprattutto nel carattere del protagonista che ora dà voce al titanismo intollerante e al sentimentalismo sturmunddrangheriano, ora alla pacata saggezza del Goethe classico.
  "Il Faust di Goethe – scrive Fabrizio Cambi nella Prefazione - «è l'alunno di Swedenborg e di Paracelso; proiezione sul piano della poesia di quelle speculazioni che, contaminando astrologia e alchimia con elementi neoplatonici ermetici mistici e cabalistici, si radicarono tenacemente in Germania e alle quali, nel Settecento, si richiamarono, per affinità elettiva, le cerchie irrazionalistiche del pietismo delle quali il Goethe, tornato dagli studi di Lipsia alla casa paterna insoddisfatto e ammalato, subì forte l'influsso». Questo è un esempio di concisione e chiarezza informativa e incisività critica che fanno del commento un sussidio e un complemento utili e ancora attuali per il lettore di oggi. [...] Ma quel che soprattutto il commento conserva è la vitalità e la profondità di conoscenze e di giudizio, frutto di un rapporto da parte di Santoli con il testo letterario immediato e sempre dotato di un vasto strumentario critico.
  Questa edizione – curata dalla Delegazione dell'Associazione Italiana di Cultura Classica (AICC) di Castrovillari – ripropone la splendida traduzione italiana del "Faust" del celebre germanista e comparatista Vittorio Santoli (1901-1971), pubblicata per la prima volta nel 1970 in Goethe, "Opere" (Sansoni). Il Commento, lasciato inedito da Santoli, venne pubblicato dal 1978 al 2005 su "Studi Germanici" in otto puntate, senza l'Introduzione, edita ora per la prima volta nell'edizione presentata. La prefazione al volume è di Fabrizio Cambi, germanista e già presidente dell'Istituto Italiano di Studi Germanici.

  DAL TESTO – "Il soave vivificante sguardo della Primavera ha liberato dal ghiaccio fiumi e ruscelli. La felicità sperata verdeggia nella valle; il vecchio Inverno, sentendosi debole, si è ritirato nelle aspre montagne. Di là, fuggendo, manda, a strisce, qualche scossa impotente di chicchi gelati sul piano verdeggiante; ma il sole non tollera il bianco, nuove forme e forze spuntano dappertutto, il sole tutto vuol ravvivar di colori; in questo paese non ci son fiori, ed esso mette al loro posto uomini vestiti a festa. Volgiti a guardar da queste alture verso la città. Fuori dall'oscuro vano della porta si riversa un brulicame multicolore. Tutti vogliono oggi prendere un po' di sole. Festeggiano la risurrezione del Signore, perché essi stessi sono risorti. Dalle stanze intanfite delle casupole, dai vincoli delle arti e dei mestieri, dall'oppressione dei comignoli e dei tetti, dall'angustia soffocante delle vie, dalla notte veneranda delle chiese, tutti sono usciti fuori. Guarda guarda come la folla si sparpaglia rapida per gli orti e i campi, quante imbarcazioni si muovono allegre in lungo e in largo per il fiume e come, sovraccarica fino ad affondare, si allontana quest'ultima barca. Fin dai lontani sentieri della montagna rilucono al nostro sguardo vestiti dai colori vivaci. Io odo già il trambusto del villaggio, un vero paradiso per il popolo. Grandi e piccini esultan di gioia: qui mi sento uomo, qui posso esserlo."

  L'AUTORE – Johann Wolfgang Goethe (1749-1832) fu una delle massime figure della cultura occidentale, l'emblema dell'intellettuale eclettico. Studiò tutto, dalla medicina al disegno, dall'alchimia alle lingue straniere, dalla mineralogia all'ottica, e queste conoscenze gli permisero di produrre un'opera universale come il Faust. Fu illuminista e irrazionalista, utopista e pessimista e narrò "I dolori del giovane Werther". Nel 1808 incontrò Napoleone. Raccontò le storie del mondo ("Viaggio in Italia"). E al centro di tutto, sempre, l'uomo.

  IL CURATORE - Vittorio Santoli (1901-1971), allievo di Michele Barbi, è stato uno dei più insigni germanisti , critici, comparativisti e studiosi di poesia popolare del secolo scorso. I suoi studi spaziano dalla letteratura scandinava alla letteratura tedesca romantica, dalla critica letteraria alla storia delle tradizioni popolari. Goethe fu uno degli autori più studiati: nel 1952 pubblicò "Goethe e il Faust". Già in quegli anni lavorava a un commento 'italiano' al "Faust", rigorosamente filologico ed estetico. Per mancanza di tempo e di forze il progetto non fu portato a termine: il lavoro, anche nella sua frammentarietà, resta comunque una testimonianza culturale di alto livello.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Fabrizio Cambi – Faust – Dedica - Preludio in teatro - Prologo in cielo - Prima parte – Notte – Fuori porta – Studio – Studio - La Taverna di Auerbach a Lipsia - Cucina della Strega - Una via – Sera – Passeggiata - La casa della vicina - Una strada – Giardino - Un chiosco nel giardino - Bosco e spelonga - Stanza di Margherita - Il giardino di Marta - Alla fontana - Agli spalti – Notte – Duomo - La notte di Santa Valpurga - Il sogno della Notte di Santa Valpurga ossia Le nozze d'oro di Oberon e Titania - Foschia – Campagna - Notte - Aperta campagna – Carcere – Commento - Bibliografia