Dossier Aldo Capitini |
a cura di Andrea Maori e Giuseppe Moscati
IL LIBRO – Questa pubblicazione si propone essenzialmente come un servizio al lettore. Il materiale rinvenuto presso l'archivio centrale dello stato, selezionato e corredato di agili note storico-archivistiche, offre uno spaccato interessante e in buona parte inedito su Aldo Capitini, qui visto attraverso l'occhio vigile della polizia. Si tratta in primis di resoconti stilati dai prefetti e dai questori delle città interessate dal raggio d'azione del filosofo perugino, in un arco di tempo che va dal 1933 sino al 1968, anno della morte di Capitini. Grazie ai documenti - dei quali numerosi inediti, appunto - di questa lunga sorveglianza e sulla scorta di utili rimandi alla ricerca curata in tale ambito a suo tempo da Clara Cutini ("Uno schedato politico: Aldo Capitini", Perugia 1988), i due curatori - Andrea Maori e Giuseppe Moscati auspicano di far emergere due elementi in particolare: da una parte, la rilevanza della fitta rete di rapporti politico-culturali intessuta da Capitini (si pensi a Claudio Baglietto, a Benedetto Croce, a Guido Calogero, a Tommaso Fiore, solo per citarne alcuni) e, dall'altra, la pervasività di quella "cultura del sospetto" montata attorno a un personaggio così scomodo e ancora viva anche in epoca repubblicana. DAL TESTO – "A proposito delle riunioni del Centro di Orientamento Sociale (C.o.s.) ideato, fondato e diretto da Capitini, il prefetto di Pisa scrive il 3 settembre del 1948 che a suo avviso esse costituiscono l'occasione per Capitini - che qui è presentato come "di buona condotta morale, civile e politica ed immune da precedenti penali" nonché "di natura essenzialmente mistica e protesa a studi religiosi e filosofici" - per svolgere un proprio "programma di critica alla religione cattolica" e per propagandare le proprie idee "camuffate da cattolicismo" (!) e "tendenti a costituire una delle tante scuole protestanti, in Perugia" tanto da guadagnarsi l'appellativo di "Sua Santità". Non solo: tra le altre curiose descrizioni che il lettore potrà gustarsi con questi documenti, segnaliamo in particolar modo quella della questura di Perugia del 18 marzo 1960, che parla di Capitini addirittura come di un personaggio "noto per la sua megalomania" e con un "continuo desiderio di emergere" per "elevarsi dalla mediocrità" [...]. I CURATORI – Andrea Maori, di formazione storico-politica, è da molti anni impegnato nella ricerca archivistica e nella valorizzazione di diversi archivi, sia pubblici che privati. Ha pubblicato tra l'altro: "Gli eretici della pace. Breve storia dell'antimilitarismo pacifista dal fascismo al 1979" (Montepulciano, 1988 ed ora in corso di nuova edizione ampliata e aggiornata); "Leonardo Sciascia, elogio dell'eresia. L'impegno fuori e dentro il parlamento per i diritti civili, per una giustizia giusta (1979-1989)" (Milano, 1995); "Oligarchie e popolo. Dallo statutum populi del 1261 alla municipalità repubblicana del 1798: compendio delle magistrature comunali di Città di Castello" (Perugia, 1996); "Attenta vigilanza. I Radicali nelle carte di Polizia (1953-1986)" (Viterbo, 2011); "Notabili, spie e politica a Perugia. Pagine sparse da rapporti di polizia e carteggi (1923-1984)" (Perugia, 2012); "Dossier libertà controllata: polizia, potere politico e movimenti per i diritti umani e civili (1945-2000)" (Roma, 2012). INDICE DELL'OPERA – Avvertenze – Prefazione, di Goffredo Fofi - Nota introduttiva alle carte, di Andrea Maori - Quella volontà tenace che sconcerta, di Giuseppe Moscati - Documenti - Appendice - Suggerimenti bibliografici - Indice dei nomi |