Critica della notte |
Giuseppe Raciti
IL LIBRO – Spengler ha scritto che la fase di «civilizzazione» [Zivilisation] può trasformare «ancora una volta in tutta la sua sostanza [in seiner ganzen Substanz] un'umanità in via di estinzione». Sopra questa affermazione, invero precaria come l'isolotto di sabbia in mezzo al fiume in piena, l'Autore ha costruito il proprio punto di osservazione. DAL TESTO – "Spengler ha buon gioco quando osserva che una storia del futuro, non utopistica e possibile, bensì morfologicamente esatta dev'essere ancora scritta. Una storia morfologica d'intendimento goethiano, cioè una storiografia capace di indovinare il 'pezzo' a venire con la stessa Traumsicherheit che ha permesso a Goethe di indovinare l'os intermaxillare, non terrà in dispregio il calcolo statistico. Il numero statistico è il numero che non ritorna. La sua natura non è matematica, cioè logica e virtuale, ma cronologica. Il suo campo d'azione è lo scenario 'randomizzato' della tecnica da Zivilisation. La statistica, è la tesi di Spengler, riassorbe l'universo naturale e le sue leggi nella temporalità storica. Ciò che è 'probabile', infatti, proprio per questo non è reversibile. L'incertezza della probabilità non assicura la via sperimentale della ripetizione. La luce è insufficiente: nella notte della Zivilisation la causa non segnala la sua presenza all'effetto. La rotta diventa allora congetturale e irreversibile; all'esperimento subentra l'avventura. Il principio entropico e l'annesso concetto della «fine del mondo» [Weltende] ricostruiscono in limine l'unità storica di tutti i processi naturali. Nella prossimità entropica del Weltende tutta una Kultur è ricapitolata e direzionata. La direttrice entropica, sostenuta dai calcoli statistici, 'simula' un destino civilizzato. Caso e destino convergono su questa striscia luminescente. Il tempo diventa «una particella sagomata d'eternità»." L'AUTORE – Giuseppe Raciti insegna filosofia teoretica a Catania. Ha curato opere di Jünger, Hamann, Lukács e Bachofen. Tra i suoi scritti, "MECHANE. Hegel, Nietzsche e la costruzione dell'illusione" (Napoli, 2000), "Cinque scritti delfici" (Trento, 2004) e "Ho visto Jünger nel Caucaso" (Milano, 2013). INDICE DELL'OPERA – Introduzione - 1. Tenochtitlan - 2. L'immagine del tempo - 3. Un 'incontro pericoloso' (Spengler e Jünger) - 4. Spengler o della familiarità - 5. Conclusione – Appendice - Le epoche dello spirito (J. W. Goethe) – Nota - Indice dei nomi |