Tempi decisivi Stampa E-mail

Alessandro Colombo

Tempi decisivi
Natura e retorica delle crisi internazionali


Feltrinelli, pagg.270, € 24,00

colombo tempidecisivi  IL LIBRO – Le crisi sono eventi o processi storici doppiamente decisivi. Perché impongono di decidere, appunto, nella consapevolezza che "il tempo stringe" e che, dalle proprie decisioni, dipenderà l'alternativa tra vita e morte, salvezza e catastrofe, pace e guerra. E perché, nella stessa misura in cui procurano uno strappo nel corso normale delle cose, le crisi mettono a nudo aspetti dell'ordine politico e del suo linguaggio che, in condizioni di routine, passano quasi sempre inosservati o sono programmaticamente nascosti: il carattere fittizio delle identità (dello Stato, delle organizzazioni internazionali, della comunità internazionale), le diseguaglianze di potere politico ed economico, il grado residuo di efficienza e legittimità delle istituzioni, l'inadeguatezza o il logoramento dei linguaggi a disposizione degli attori. Questa ambivalenza della crisi è sempre più pronunciata anche nell'attuale momento storico. Dietro l'urgenza dei singoli eventi critici (la crisi economico-finanziaria del 2007-2008, le "primavere arabe", la guerra civile siriana, la crisi in Ucraina) si profila, infatti, una crisi più comprensiva di tutte le determinanti fondamentali dell'ordine internazionale, dal progetto eccezionalmente ambizioso di ordine concepito agli inizi degli anni novanta su iniziativa americana, alla legittimità delle istituzioni interne e internazionali che avrebbero dovuto sostenerlo, fino allo smottamento dello stesso ordinamento politico-giuridico in senso lato "moderno", edificato sulla duplice centralità dell'Occidente nel mondo e dello Stato in Occidente. Riflettere in termini teoricamente e storicamente generali sulle crisi diventa, pertanto, anche un'occasione per riflettere sulla natura e sulle retoriche del nostro ordine politico, sulle sue fragilità e sul suo possibile esaurimento.

  DAL TESTO – "La contaminazione tra ordine internazionale e ordini interni è solo la prima delle trasgressioni imposte dalla crisi. Nell'atto di spalancare un'alternativa, essa dis-vela tutto ciò che era nascosto, latente o rimosso nel profondo della società (o dell'individuo): gli antagonismi fondamentali, le rotture sotterranee, l'autoinganno dei soggetti stessi sulla propria identità, sui propri valori e sui propri interessi. La crisi, secondo l'intuizione marxiana e freudiana, e in pieno accordo con la "scuola di sospetto" realista, "svela l'arcano", illumina "come un lampo di luce", è "in grado di rivelare il nocciolo delle cose". In polemica contro il "nirvana del puro positivismo" della teoria kelseniana del diritto, Carl Schmitt si spinge persino più avanti, fino a eleggere l'estremo a criterio per "rendere manifesta la verità o essenza della situazione normale". Per una "filosofia della vita concreta", scrive il giurista tedesco, "l'eccezione può essere più importante della regola, e non in base a una ironia romantica pef il paradosso, ma con tutta la serietà di un punto di vista che va più a fondo delle palesi generalizzazioni di ciò che comunemente si ripete. L'eccezione è più interessante del caso normale. [...] Nell'eccezione, la forza della vita reale rompe la crosta di una meccanica irrigidita nella ripetizione"."

  L'AUTORE – Alessandro Colombo è professore di Relazioni Internazionali all'Università degli Studi di Milano. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: "Solitudine dell'Occidente" (1994), "La lunga alleanza. La Nato tra consolidamento, supremazia e crisi" (2001), "La guerra ineguale. Pace e violenza nel tramonto della società internazionale" (2006). Ha curato inoltre diversi volumi, i più recenti dei quali sono "L'Occidente diviso. La politica e le armi" (2004), "La sfida americana. Europa, Medio Oriente e Asia orientale di fronte all'egemonia globale degli Stati Uniti" (2006). Con Feltrinelli ha pubblicato "La disunità del mondo. Dopo il secolo globale" (2010) e "Tempi decisivi. Natura e retorica delle crisi internazionali" (2014).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - 1. Separazioni. La crisi come alternativa decisiva (Quando il tempo incalza. Archeologia della parola "crisi" (Una questione di vita o di morte - Tempo critico e stato d'eccezione) - Crisi epocali, secolari e decennali. La metamorfosi temporale della crisi (Dilatazione del tempo e in-decisione - La normalizzazione dell'eccezione - Un caso di eccezione in-finita: la guerra globale al terrore) - L'aspetto soggettivo della crisi. Angoscia, diagnosi e decisione) - 2. Contaminazioni. Il cedimento della distinzione tra ordine internazionale e ordini interni (I due versanti dell'ordine politico. Una (fragile) finzione costituente (Ordine interno e ordine internazionale. Lo snodo della sovranità) - Dietro la finzione. L'osmosi sotterranea tra ordine interno e ordine internazionale e i meccanismi di trasmissione delle crisi (Una separazione inusuale, incompleta e reversibile - Il fantasma dell'autonomia. La reciproca permeabilità di ordine interno e ordine internazionale) - Un meccanismo irresistibile di trasmissione. Gli ordini gerarchici e la subordinazione degli ordini interni all'ordine internazionale (Genealogia degli ordini gerarchici (e delle rispettive crisi) – Geopolitica degli ordini gerarchici. Protettorati, sfere di influenza e ordini globali - L'invasività degli ordini gerarchici. Forme e gradi della sovranità limitata) - Gli ordini gerarchici e il paradosso della legittimità. Max Weber a Versailles) - 3. Rivelazioni. La crisi come smascheramento (Armonia, autosufficienza, neutralità e trasparenza. Lo smascheramento e le sue vittime - Identità. La crisi come scomposizione (Dallo Stato al possibile. L'unità politica come "comunità illusoria" - Il mito egemonico della "comunità internazionale" - La coesione delle istituzioni internazionali alla prova della crisi) - Potere. La crisi come processo gerarchico (Interdipendenza e potere. Il "lampo di luce" della crisi petrolifera del 1973 - Integrazione e potere. La crisi e la ferrea legge delle oligarchie - Mercato e potere. La crisi e l'epifania delle diseguaglianze) - Istituzioni. La crisi come banco di prova (Il nodo dell'efficienza. Crisi e governabilità - Il nodo dell'obbedienza. Crisi e legittimità) - 4. Travestimenti. La corruzione del linguaggio e il teatro della neutralità (Negare la crisi. Le trame psicologiche, ambientali e linguistiche del velo dell'ignoranza - Rappresentare la crisi. La mobilitazione generale delle frasi fatte (Un laboratorio di metafore - Il sommovimento della memoria e il saccheggio delle analogie storiche - Il logoramento del linguaggio. Ripetizione, farsa, scherno e afasia) - Esorcizzare la crisi. L'appello a una sfera neutrale (Neutrale come "concreto", nel senso di "ancorato ai fatti" - Neutrale come "distaccato", nel senso di "indifferente o superiore alle passioni politiche" - Neutrale come "oggettivo", nel senso di "puramente tecnico" - I sacerdoti della neutralità. Dai politiques ai diplomatici agli economisti) - 5. Conclusioni. Esperienza e retoriche della crisi nel sistema internazionale attuale (Una collisione di tempi. Il tempo limitato delle crisi nel collasso in-finito dell'ordine internazionale moderno - Dalla prevenzione alla fabbrica delle crisi. Il cedimento dell'ordine gerarchico post-bipolare e il vortice della contaminazione (L'architettura istituzionale e ideologica del nuovo ordine internazionale e la produttività politica delle crisi - L'inceppamento del meccanismo e la spirale della contaminazione) - Estasi e vuoto della politica come amministrazione. Dalla fine euforica del Novecento al deserto delle legittimità - Una crisi spettrale. La paralisi del linguaggio nell'epoca della comunicazione globale) – Note - Bibliografia