Le leggi antiebraiche nell'ordinamento italiano |
a cura di Giuseppe Speciale IL LIBRO – Nel cuore della civilissima Europa, nel secolo XX, il legislatore fascista nel 1938 limitò la capacità giuridica dei cittadini in base alla loro appartenenza a una razza-religione e produsse un articolato corpus di norme che condusse al compiuto e perfetto isolamento - ancor prima che all'annientamento della vita - dei membri della minoranza ebraica; lo Stato si avvalse di una complessa e invasiva macchina amministrativa per attuare tale legislazione; l'opinione pubblica, adeguatamente preparata da un'attenta e ben orchestrata campagna di stampa, accolse nella sua larga maggioranza le novità legislative con acquiescenza cinica, opportunistica, timorosa, convinta o anche solo conformista. DAL TESTO – "La quasi totalità degli ebrei impiegati nel mondo accademico, e più in generale operanti sui terreni della cultura, aspettò fiduciosamente gli sviluppi del regime, e molti tra loro, a Torino come altrove, non ne colsero per tempo le conseguenze devastanti. Specie coloro che, avendo aderito al fascismo, si ritenevano al sicuro. Si aprirebbe qui un capitolo particolarmente doloroso e insieme imbarazzante di questa storia, quello degli ebrei fascisti, o addirittura fascistissimi, come non pochi tra loro si dichiararono scrivendo alle autorità, a cominciare dallo stesso Duce. Sotto la Mole questo capitolo è particolarmente pesante, essendo Torino sede della sola rivista di israeliti fascisti prodotta nel Ventennio: «La Nostra Bandiera» nacque nel 1934 per dimostrare infondata l'equazione antifascismo/ebraismo, suggerita dalla stampa e avallata dagli inquirenti, a seguito della prima, e poi della seconda (del '35), ondata di arresti che falcidiarono il gruppo dirigente di Giustizia e Libertà, in cui caddero personaggi - ebrei e antifascisti – come Leone Ginzburg, Mario Levi, Vittorio Foa e altri. La rivista ebbe un ruolo importante sul piano nazionale, e fu lo specchio di una cecità impressionante davanti al regime, che alcuni dei suoi animatori pagarono col prezzo più alto, al punto che si è parlato di masochismo e autolesionismo. Casi siffatti vanno ben oltre l'esperienza della «Nostra Bandiera», che cessò ovviamente nel '38: basti menzionare i nomi di Arturo Foà, Mario Attilio Levi, Dino Segre, in arte Pitigrilli: tutti ebrei, tutti fascisti convinti, l'ultimo addirittura informatore dell'Ovra. E tutti variamente soggetti al rigore della legislazione "razziale" del 1938: al povero Foà, deportato ad Auschwitz, toccò la sorte più tragica." IL CURATORE – Giuseppe Speciale è ordinario di Storia del diritto medievale e moderno nell'Università di Catania. INDICE DELL'OPERA – Introduzione, di Giuseppe Speciale - Comprendere l'incomprensibile: l'Olocausto e la storia del diritto, di Michael Stolleis - Il diritto fascista e la persecuzione degli ebrei, di Aldo Mazzacane - Sulla comparabilità dell'Olocausto e sulla comparazione tra fascismi: le equivalenze funzionali tra razzismi italiano e tedesco, di Alessandro Somma - Il "corpus" delle leggi razziali, di Paolo Caretti - Legislazione razziale e codice civile: un'indagine stratigrafica, di Ferdinando Treggiari - Oggetti di piacere e "insabbiati". Reato di madamismo e "politicità del personale" nelle colonie dell'Africa Orientale Italiana, di Olindo De Napoli - La Santa Sede e le leggi razziali in Italia in Europa, di Ruggero Taradel - Tra "silenzio" e "militanza". La legislazione antiebraica nelle riviste giuridiche italiane (1938-1943), di Silvia Falconieri - Il mondo degli avvocati e le leggi antiebraiche, di Antonella Meniconi - Razzisti sotto la Mole, di Angelo D'Orsi - L'applicazione delle leggi antisemite: giudici e amministrazione (1938-2010), di Giuseppe Speciale - La legge «Terracini» e i suoi prodromi, di Giovanna D'Amico - Risarcire gli ebrei. Leggi razziali e Costituzione nelle decisioni dei giudici (1956-2008), di Silvano Di Salvo - Le vicende della spoliazione degli ebrei e la Commissione Anselmi (1998-2001), di Michele Sarfatti - Indice analitico |