Historica Rivista internazionale di storia n.45-46 2013 (anno 12)
Casa Editrice Pagine, pagg.178, € 21,00
- Carlo Scarfoglio, Baldovino IV, il Re Lebbroso Baldovino IV quando fu eletto e coronato re di Gerusalemme, era lebbroso da cinque anni; e non ne aveva che quattordici. È per questo che i cronisti lo chiamano il Re Lebbroso e tutti gli storici sono unanimi nell'affermare che un regno, governato da un povero lebbroso, doveva necessariamente scomparire. Alla sua morte, invece, che sopravvenne quando egli toccava i ventiquattro anni, il regno era territorialmente intatto e il musulmano Saladino, che pure lo attaccava ininterrottamente da sette anni, non aveva potuto conquistarne neppure un metro. Questo giovane, eroico e infantile, patetico e assurdo, strana figura tra le più strane che la storia ricordi, aveva regnato con forza e dignità.
- Alvise Zorzi, I due Foscari Ai primi d'aprile del 1423, il doge di Venezia, Tommaso Mocenigo, sentendosi prossimo a morte, radunò intorno al proprio letto i principali magistrati della Repubblica. La potenza di Venezia, lo splendore del suoi commerci, la forza delle sue armi erano all’apogeo, e il vecchio doge, con legittima fierezza, illustrò in un lungo discorso i mirabili risultati della sagace politica sua e dei suoi predecessori.
- Auguste Bailly, La caduta di Costantinopoli Nell'aprile del 1453, i Turchi iniziavano l'assedio di Bisanzio (antico nome di Costantinopoli). Per gli storici la caduta dell'Impero cristiano d’Oriente, fondato da Costantino, è una data capitale: segna la fine del Medio Evo e l’inizio dell’Evo Moderno. L'avvenimento sconvolse tutto il mondo cristiano.
- Pierre Gaxotte, Robespierre Massimiliano Maria Isidoro Robespierre era nato ad Arras il 6 maggio 1758, quattro mesi dopo il matrimonio dei suoi genitori. Apparteneva a una famiglia di piccola, ma antica, nobiltà, di cui si trova menzione, per la prima volta, verso la fine del XV secolo e che generò un gran numero di uomini di legge.
- Marina Panetta, Capri espiatori e martiri moderni. Le vite di Maria Stuarda, Maria Antonietta e Alexandra Feodorovna Tutte le rivoluzioni, come gli antichi dei inferi, hanno bisogno di sangue, per cementare il nuovo patto fra il potere e i cittadini, per creare col passato una frattura insanabile, perché il senso di colpa per un crimine condiviso crea un tabù per cui il ricordo delle vittime viene rimosso e su questo senso di colpa si può fondare la fedeltà dei nuovi sudditi al nuovo padrone, perché, infine, nelle rivoluzioni prevalgono esseri diabolicamente crudeli.
- Roberto Amati, La figura virtuosa dell'Imperatore nella Storia dell'Europa Il dibattito sul futuro dell'Unione Europea ruota spesso intorno alla topica politica su quale sia il miglior ordinamento politico-giuridico preferibile: il modello democratico o la forma monarchica o ancora il sistema oligarchico? Una classificazione prodotta dagli antichi filosofi greci dell'epoca classica e tuttora fonte di accese discussioni fra coloro che preferiscono la forma politica del "potere tutto in mano al popolo" e quelli che, invece, anelano per una visione gerarchica e ordinistica della società, fondata sul principio dell'autorità. Gli antichi chiamavano auctoritas la legittimazione del potere politico fondata sull'autorevolezza di quegli uomini chiamati alla guida della società politica, religiosa e civile o connessa alla figura istituzionale che essi rivestivano. Nel corso della storia europea, la legittimazione dell'auctoritas ha trovato giustificazione nella forza o nel diritto e, in molti casi, anche nelle concezioni religiose e filosofiche.
- Jérome e Jean Tharaud, Bela Kun: il carnefice dell'Ungheria Una testa rotonda completamente rasata, le orecchie larghe ed appuntite, occhi grossi e sporgenti, naso corto, labbra enormi, bocca largamente segnata, privo di mento, e con un’espressione da lucertola: ecco i tratti di Bela Kun. Egli era prima della guerra, come tanti altri a Budapest, un insignificante ed oscuro giornalista ebreo. Stanco degli infimi reportages che a mala pena lo nutrivano, lascia un bel giorno il mestiere e lo ritroviamo a Kiloszvar, segretario di una mutua operaia. Ma è ben presto scacciato dai suoi stessi compagni per aver sottratta la cassa della società e sta per andare sotto processo, quando scoppia la guerra.
- Giacomo Biffi, L’ideologia post-conciliare L’ideologia post-conciliare deriva sì storicamente dal Vaticano II e dal suo magistero, ma attraverso un processo di “distillazione fraudolenta” immediatamente posto in atto all’indomani dell’assise ecumenica. L’operazione potrebbe schematicamente essere descritta così: la prima fase sta nella lettura discriminatoria dei passi conciliari, che distingue quelli accolti e citabili, e quelli da passare sotto silenzio; nella seconda si riconosce come vero insegnamento del concilio non quello effettivamente formulato, ma quello che la santa assemblea ci avrebbe dato se non fosse stata afflitta dalla presenza di molti padri retrogradi e insensibili al soffio dello Spirito; con la terza fase si arriva a dire che la vera dottrina del concilio non è quella di fatto canonicamente approvata ma quella che avrebbe dovuto essere approvata se i padri fossero stati più illuminati, più coraggiosi, più coerenti.
- Giovanni Turco, Localismo e globalismo A uno sguardo sommario sembra che il localismo – in quanto ideologia, più o meno implicita, che fa del “proprio” (territoriale o sociale) un criterio per se stesso da cui ogni altro dipenderebbe – costituisca l’alternativa al globalismo (e perciò al mondialismo, che nella traiettoria del cosmopolitismo, di matrice illuministica, ne manifesta lo sfondo ideologico).
Luca Galantini, Immigrazione e diritto di cittadinanza in Europa. Un profilo storico e normativo del problema della società multiculturale nella UE Appare sempre più evidente che il processo di immigrazione nel Vecchio Continente, dando luogo – de facto – alla cosidetta società multietnica e, di riflesso alla società multiculturale, debba essere interpretato in proiezione internazionale, come un problema di politica estera della UE, e non già un mero affare interno dei singoli Stati.
- Roberto de Mattei, Jean Madiran e la “Storia della Messa interdetta” Non è forse un caso che Jean Madiran sia scomparso, il 31 luglio 2013, all’età di 93 anni, proprio mentre nella Chiesa esplodeva il “caso” dei Francescani dell’Immacolata. I Frati francescani di padre Stefano Manelli si trovano infatti a vivere oggi un dramma che Madiran ed altri pionieri della resistenza cattolica al progressismo vissero negli anni Settanta del Novecento, all’indomani del Novus Ordo Missae di Paolo VI.
- Gianandrea de Antonellis, La guerra nella letteratura contemporanea: il caso Alexander Lernet-Holenia Fra i vari autori che nel Novecento si sono occupati di argomenti bellici, un posto particolare spetta al viennese Alexander Lernet-Holenia (1897-1976), le cui opere hanno per protagonisti quasi sempre militari dell’esercito austriaco e soprattutto marziale è il punto di vista con cui le vicende sono trattate: nel senso che l’autore si cala perfettamente nella mentalità aristocratica e pregna dell’onore guerriero dei suoi personaggi.
- Oscar Sanguinetti, “La sollecitudine ecclesiale di Pio IX alla luce delle nuove fonti archivistiche” Resoconto del convegno internazionale promosso dal Pontificio Comitato di Studi Storici dal 26 al 28 febbraio 2013 presso il Collegio Teutonico di Santa Maria in Camposanto, all’interno della Città del Vaticano.
- Riccardo Maria Cavirani, Le Radici Cristiane dell’Occidente alla base dell’antistatalismo Ripensare il Medioevo come epoca libertaria, o meglio paleolibertaria. Senza nient togliere ai pensatori liberali e libertari dell’età contemporanea, si potrebbe dire che i nostri antenati siano stati libertari, pur senza saperlo, molto prima di un Rothbard o di un Hoppe…
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