L'inverno della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II Stampa E-mail

Cristina Siccardi

L'inverno della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II
I mutamenti e le cause

Sugarco Edizioni, pagg.304, € 23,00

 

siccardi_vaticanoii  IL LIBRO – «Signore, da chi andremo?» (Giovanni 6,67), forse dal Concilio Vaticano II? Sono trascorsi 50 anni dall'apertura del Concilio più studiato della storia e quello meno chiaro della storia: quali sono i suoi frutti? Come sono cambiate in questi decenni le figure del vescovo, del sacerdote, del monaco, del religioso, della suora, del chierichetto, del catechista? Che cosa presentavano gli schemi preparatori del Concilio per decidere di non prenderli in considerazione? Nell'anno della Fede, Papa Francesco e Benedetto XVI hanno dedicato ad essa un'enciclica, la Lumen Fidei. Ma che cosa significa e che cosa comporta possedere la Fede? Il libro offre delle risposte storico-spirituali a tali interrogativi.
  In molti, ormai, paragonano la nostra epoca a quella del IV secolo, quando sant'Atanasio pronunciava queste parole: «Oggi, è l'intiera Chiesa che soffre. Il sacerdozio è vilipeso oltre ogni dire e - quel che è peggio! - il santo timore di Dio viene beffeggiato da un'empia irreligiosità. [...] La fede non ha avuto il suo inizio da oggi, ma ci è venuta dal Signore, tramite i suoi discepoli. Che non si abbandoni, dunque, ai nostri giorni, quella tradizione, conservata nelle chiese fin dal principio; né siamo noi infedeli a ciò che ci è stato affidato!».

  DAL TESTO – “La Verità non si contraddice e l'uomo è fatto per la verità, non per il dubbio e l'incertezza, soprattutto quando si tratta di questioni che implicano le dinamiche dell'anima. Ci sono regole e princìpi che la Tradizione della Chiesa impone. E il Concilio non può essere imposto là dove contraddice la stessa Tradizione. «Il Concilio Vaticano II, in quanto riunione solenne dei vescovi uniti al papa, ha proposto insegnamenti autentici non certo privi di autorità. Il suo Magistero è autorevole e supremo. Ma solo chi ignora la teologia - ed è privo anche del più comune buon senso - potrebbe attribuire un grado di "infallibilità" a tutti i suoi insegnamenti. Laddove essi suscitino dei problemi, il supremo criterio ermeneutico è rappresentato dalla Tradizione, vivente e perenne, della Chiesa».
  “Credere che cosa significa realmente e che cosa comporta? Il relativismo religioso, che nasce dall'ignoranza (quanti attualmente possiedono la dottrina cattolica?) e anche da una libertà religiosa appresa, ormai, come un dato di fatto (tutte le religioni hanno lo stesso valore e vengono considerate sullo stesso piano), impedisce al cristiano moderno di rispondere in maniera corretta ed adeguata.
  “I cattolici dovrebbero essere più coraggiosi, imitando lo zelo e l'ardore dei santi, senza mai dimenticare che i martiri sono stati persino disposti ad essere sacrificati pur di professare pubblicamente la loro Fede, una Fede reale, non un sentimento, non un'emozione e neppure un fatto privato. Se i primi martiri, e tutti coloro che li hanno seguiti nel corso dei secoli, avessero sposato quelle idee del Vaticano II che si discostano palesemente dalla Tradizione, non avrebbero subito il martirio, ma si sarebbero «aggiornati» e avrebbero «dialogato» con i loro aguzzini.
  “I cattolici dovrebbero essere più pronti, più attenti e più dinamici nel combattere gli errori e le aberrazioni del mondo laicista, radicale e dissacrante; dovrebbero essere più onesti e più coerenti con se stessi, con i loro fratelli in Cristo, dei quali sono in qualche modo responsabili e, soprattutto, di fronte all'Onnipotente: c'è un mondo che profana e calpesta i diritti di Dio... si fa tanto rumore per reclamare i propri diritti, reali o presunti, e poi si ignorano quelli più essenziali, perché appartengono alla vita eterna.”

  L’AUTRICE – Cristina Siccardi, nata a Torino il 2 maggio 1966, è sposata e ha due figli. Laureata in lettere con indirizzo storico, è specializzata in biografie. Ha scritto per La Stampa, La Gazzetta del Piemonte, Il nostro tempo, Avvenire, L’Osservatore Romano e collabora con diversi periodici culturali e religiosi, fra cui il Timone, Radici Cristiane, Nova Historica. È membro delle Accademie Paestum, Costantiniana, Ferdinandea, Archeologica italiana, Bonifaciana. Il 26 novembre 2010 ha ricevuto il Premio «Bonifacio VIII» della città di Anagni. Fra le sue opere, più di cinquanta, tradotte anche all’estero, ricordiamo: Giulia dei poveri e dei re. La straordinaria vita della marchesa di Barolo (199); Elena. La regina mai dimenticata (2002); Giovanna di Savoia. Dagli splendori della reggia alle amarezze dell’esilio (2002); Mafalda di Savoia. Dalla reggia al lager di Buchenwald (2074); Paolo VI. Il papa della luce (2008); Madre Teresa. Tutto iniziò nella mia terra (2012); Nello specchio del Cardinale John Henry Newman (2010); Il Cardinale Guglielmo Massaja, missionario in Africa. Nella solitudine della Croce (2011); Giovanni Paolo II. L’uomo e il Papa (2011). Con Sugarco ha pubblicato: Mons. Marcel Lefebvre. Nel nome della Verità (2010); Maestro in sacerdozio. La spiritualità di Monsignor Marcel Lefebvre (2011) e Fatima e la Passione della Chiesa (2012). Dal suo studio dedicato alla principessa Mafalda è stata tratta la fiction per Canale 5 Mafalda di Savoia. Il coraggio di una principessa, prodotta da Angelo Rizzoli e diretta dal regista Maurizio Zaccaro.

   INDICE DELL’OPERA – 1. Molto cambiò - 2. «Un giorno non sarà rimproverato il pavido silenzio?» - 3. Quegli auguri natalizi di Benedetto XVI - 4. L'incubazione del Concilio Vaticano II - 5. Il mutamento delle università pontificie - 6. Le aspettative - 7. Le «prove generali» demolite - 8. Messaggio del Concilio al mondo - 9. La rinuncia del proprio ruolo - 10. Le contraddizioni, le ambiguità, le omissioni - 11. Il vescovo - 12. Il sacerdote - 13. Aggiornamento: dall'eremita al chierichetto, al catechista - 14. Il monaco: da Norcia a Bose - 15. Ordini e congregazioni - 16. La Santa Messa e «i segni dei tempi» - 17. Gli «adeguamenti liturgici» - 18. La pianificazione massonica del XIX secolo - 19. Crisi della Fede o apostasia? – Conclusione – Appendice. Breve esame critico del «Novus Ordo Missæ» - Bibliografia