La battaglia di Ravenna Stampa E-mail

Sergio Spada

La battaglia di Ravenna
Il gran fatto d'arme del 1512

Società Editrice "Il Ponte Vecchio", pagg.160, Euro 14,00

 

spada_ravenna  IL LIBRO – Non un combattimento, ma un rito di morte.  Non un episodio nella storia militare, ma una cesura nella storia degli uomini. La battaglia di Ravenna segnò il tramonto della cavalleria, che aveva lanciato il suo canto del cigno nella disfida di Barletta, ed inaugurò l’era dei massacri campali, in cui il conflitto avrebbe spento il valore individuale sotto i colpi ciechi e terrifici dell’artiglieria. Gaston de Foix, generale di vent’anni, Bayard, il cavaliere senza macchia e senza paura, Jacob, il lanzichenecco, Yves d’Alègre, leone gentile, Fabrizio Colonna nel suo orgoglio di italiano e pochi altri riuscirono ad essere attori di quello spettacolo e a guadagnare la storia, ultimi eroi cavallereschi.  Sullo sfondo, decine di migliaia di persone regalarono il proprio destino a prìncipi capricciosi e distanti. Attraverso le parole del Guicciardini, del Ma­chiavelli, dei cronisti contemporanei, il pensiero sottile di Erasmo da Rotterdam, i versi dell’Ariosto e di anonimi rimatori, ma soprattutto attraverso l’inusitata eco di un evento vissuto come epocale, quella drammatica giornata rivive, con le sue premesse e le sue conseguenze: una giornata che non conobbe vincitori, ma solo vinti.

  DAL TESTO – “Era l'8aprile del 1512 quando l'esercito francese, che dall'alto delle torri di Ravenna doveva apparire come una gigantesca ondata scura e fumosa che stava per abbattersi sulle mura, mise il campo a meno di due miglia dalla città, di fronte al lungo tratto di mura sul quale si apriva Porta Adriana, dove l'andamento delle cortine seguiva il corso del Montone per poi piegare bruscamente verso Cervia.
  “Gli ufficiali e gli artificieri del re avevano studiato con molta attenzione il terreno, cercando di individuare i punti più deboli delle mura sui quali indirizzare con qualche successo il fuoco delle artiglierie, ma la conformazione della città, che era lambita dai fiumi su quasi tre lati ed era quindi particolarmente rinforzata sull'unico lato aperto, creava serie difficoltà logistiche. Inoltre le mura stesse erano state adeguate alle più moderne tecniche d'assedio e rinforzate dai Veneziani verso la metà del Quattrocento, quando ben dieci porte di accesso alla città erano state chiuse ed era stata costruita una forte rocca completa di vasta cittadella. Fu deciso subito, in piena notte, di disporre le artiglierie in parte contro la torre Roncona, a sud, sul lato che dava verso Forlì ed era libero da ostacoli naturali, e in parte sul lato occidentale, al di là del Montone, dove era stato costruito un ponte volante per permettere ad una parte delle truppe di passare e di prepararsi all'attacco.”

  L’AUTORE – Sergio Spada, (Forlì, 1953) laureato in Lettere all’Università degli Studi di Bologna, è stato bibliotecario del Comune di Lugo e addetto stampa della Camera di Commercio di Forlì. Dal 1994 è funzionario del Servizio Politiche Culturali del Comune di Forlì. Già pubblicista, ha collaborato a quotidiani tra cui «Il Resto del Carlino», «La Gazzetta di Forlì», «Il Messaggero» e a riviste tra cui «Romagna Arte e Storia», «Il Melozzo», «La Piè», con articoli e saggi di storia, arte e cultura locali. È autore di numerosi volumi tra cui Voltana Maggio 1910 (1981), Madonna Barbara – La vicenda di Barbara Manfredi tra storia e leggenda (1986), Agenda Storica di Forlì (1996 e 1997), Un fotografo nel Medioevo (1998), Magnifico Signore – Pino III Ordelaffi, ultimo Signore di Forlì (1999), Il Quattrocento in Romagna (2006), Dismarìe, personaggi e storie nella Forlì del Quattrocento (2009) e coautore o autore di saggi in altri volumi, tra cui La cultura umanistica a Forlì fra Biondo e Melozzo (Forlì 1995), Leonardo, Machiavelli, Cesare Borgia (2003), Le terre del Palmezzano (2006), Castrocaro: gli Statuti comunali del 1404 (2006) Il palazzo sotto il Monte (2007), Romagna 1270-1302. I tempi di Guido da Montefeltro e Maghinardo Pagani da Susinana (2009), Gli Ordelaffi. Signori di Forlì e Cesena (2011).

  INDICE DELL’OPERA - Premessa - La storia siamo noi - Capitolo I. Le regole del gioco (Desiderius Erasmus Roteradamus; La suprema carità; Cacciatori e prede; Cambrai; Un Papa sulla breccia; In francese si dice gaffe; Fuori i barbari) - Capitolo II. I giocatori (L'abito e il nome; A guisa di fabbro; Perché, dicendomi el cardinale; Il re del Nuovo Mondo; Il re della regina delle regine della Terra; Gaston e Bayard) - Capitolo III. L'avvicinamento (Solo contro a tanti; Mossosi dunque Fois da Brescia...; A Ravenna) - Capitolo IV. Ravenna (Appresso alle mura, tra i due fiumi; L'assalto molto terribile; L'esercito inimico) - Capitolo V. Solo un attimo prima (La conta; Gli schieramenti; La voce del generale) - Capitolo VI. La battaglia (La mossa; La mattanza; L'ultima carica) - Capitolo VII. Il silenzio (Dopo la tempesta; Il triste destino dei vinti (le indegne fughe); Il triste destino degli innocenti (il sacco di Ravenna); Il tristo destino dei vincitori) - Capitolo VIII. L'eco (L'ultimo viaggio di Gaston de Foix; Epica di un ricordo) - Romanello da Forlì - Capitani e ufficiali partecipanti alla battaglia - Fonti e bibliografia - Indice dei nomi