Il re barbaro |
Robert Louis Stevenson Il re barbaro Edizioni dell’asino, pagg.50, Euro 8,00
IL LIBRO – Il ritratto che Stevenson traccia di Henry David Thoreau – protagonista della cultura americana dell’800, autore di Disobbedienza civile e Walden o la vita nei boschi – approfondisce il significato dell’opera e della testimonianza etica e radicale del grande scrittore americano, teorico della disobbedienza civile e profeta dell’ecologismo dei nostri tempi. In questo saggio, di alta qualità letteraria e di sapiente analisi psicologica e storica, testimonianza della capacità di Stevenson di legare tra loro il registro artistico con quello etico e sociale, la complessa e contraddittoria figura di Thoreau non ha nulla da invidiare agli eroi di romanzo che hanno segnato la storia della modernità. DAL TESTO – “Non era un asceta, quanto piuttosto un epicureo del tipo più nobile; il suo unico grande merito fu che riuscì a essere felice. "Amo il mio destino, dal cuore alla buccia", scrisse una volta; e anche sul letto di morte ecco quel che dettò (pare fosse troppo debole per tenere la penna in mano): "Mi chiedi notizie precise sulla mia salute. Suppongo di non avere molti mesi di vita, ma ovviamente non posso saperne nulla. Direi che mi godo l'esistenza così come ho sempre fatto e che non c'è niente di cui debba pentirmi". Non è dato a tutti esprimere in modo tanto esplicito la dolcezza del proprio destino, non a chi sia privo di coraggio e saggezza. Il mondo è un luogo triste e incerto, e la felicità duratura, almeno per chi ne è consapevole, origina solo da dentro. Ora, la contentezza e l'estasi che Thoreau provava per l'esistenza erano, per così dire, come una pianta che egli avesse annaffiato e accudito con dedizione femminile; perché credo ci sia qualcosa di non virile, come di perverso, in una vita che non procede con impeto e libertà, e che teme il contatto tonificante col mondo. In breve, Thoreau era un imboscato. Non voleva che la virtù andasse presso i suoi simili, ma che ne restasse in un cantuccio così da goderne da solo. Tralasciò tutto in nome di pochi virtuosi piaceri. È vero che i suoi gusti erano nobili, che la sua passione dominante fu quella di non farsi corrompere dal mondo e che i suoi lussi appartenevano tutti al tipo igienico delle abluzioni gelate e dell'alzarsi presto. Ma un uomo può essere freddo in modo crudele nel perseguimento della bontà e addirittura morboso nel perseguimento della salute. Non ho accesso al brano in cui spiega il suo astenersi da tè e caffè, ma sono certo di averne colto il senso.” L’AUTORE – Robert Louis Stevenson (1850-1894) è stato uno dei grandi narratori del XIX secolo, autore dell’indimenticabile Isola del tesoro, di numerosi romanzi storici e di una vasta produzione saggistica.
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