Ideologia e geopolitica all'ombra della guerra fredda |
a cura di Davide Artico e Brunero Mantelli Ideologia e geopolitica all'ombra della guerra fredda Utet Libreria, pagg.153, Euro 18,00
IL LIBRO – L'immagine dell'immediato secondo dopoguerra che prevale nella storiografia e nell'opinione pubblica è legato al dissolversi rapido dell'alleanza antifascista, alla divisione dell'Europa in due blocchi l'un contro l'altro armati e facenti ciascuno riferimento ad una delle due superpotenze (USA ed URSS) tra cui si instaurerà la "guerra fredda", destinata a venir meno solo con il dissolversi, nel 1989, di uno dei poli antinomici e caratterizzata dal carattere prevalentemente ideologico (socialismo "reale" autoritario contro economia di mercato prevalentemente democratico-liberale) della contrapposizione. Il tempo, oltre un sessantennio, che ci separa da quei giorni ci permette tuttavia di gettare uno sguardo più articolato sugli eventi ed i processi che lo caratterizzarono. Prendendo in particolare in esame Stati come Finlandia, Lituania, Polonia e Romania, facenti parte tutti di quella regione dell'Europa centro-orientale che si estende dal Baltico al Mar Nero e fu ad un tempo confine e cerniera tra i blocchi, vengono qui presentati, attraverso studi di specialisti, temi chiave quali il mantenimento e la rifondazione dell'identità nazionale; la lotta armata contro la sovietizzazione postbellica; gli spostamenti forzati di popolazione civile; gli effetti delle epidemie diffuse in seguito a deportazioni e massicce presenze di contingenti militari e la loro successiva gestione tanto sanitaria quanto politica; la sublimazione dei conflitti a sfondo nazionale attraverso lo sport, nell'ottica di contribuire ad una comprensione più ricca ed articolata delle tensioni reali che attraversarono il periodo e che potrebbero, inaspettate, oggi riaffacciarsi. DAL TESTO – “La prima categoria comprende tutta quella serie di «guerre nella guerra» combattute fra soggetti che soltanto incidentalmente (e talvolta alternativamente) si appoggiavano al blocco alleato oppure a quello nazifascista, avendo però in realtà scopi del tutto indipendenti da quelli delle opposte coalizioni. I due esempi che, a nostro avviso, meglio illustrano questa categoria sono quello dei conflitti a sfondo nazionale fra polacchi e popolazioni di lingua ucraina e, rispettivamente, fra nazionalisti ed ebrei in Bielorussia e Lituania. Nel primo caso la lotta per l'autodeterminazione politica portò i diversi raggruppamenti in cui si erano organizzati i nazionalisti ucraini a compiere, dopo l'invasione del territorio sovietico da parte delle truppe dell' Asse, scelte militari e strategiche fra loro opposte: mentre gli uni si decidevano per una stretta collaborazione con gli eserciti germanici, entrando in massa nei ranghi delle Waffen-SS in chiara chiave antisovietica, gli altri concentravano i loro sforzi in operazioni di pulizia etnica ai danni delle popolazioni polacche a est della linea Curzon, allo scopo di mettere i futuri vincitori (chiunque essi fossero) davanti a un fatto compiuto che, nelle loro aspettative, avrebbe condotto all'indipendenza dell'Ucraina occidentale. Ciò avrebbe provocato una comprensibile reazione polacca, che si espresse dapprima in un'alleanza opportunista con le truppe del sovietico NKVD, in seguito con contropulizie etniche che, anche se decisamente meno cruente, si protrassero tuttavia fino al 1947 e compresero deportazioni indiscriminate di interi villaggi e migliaia di internamenti in campi di concentramento, fra cui anche una filiale di Auschwitz-Birkenau appositamente riciclata allo scopo.” I CURATORI – Davide Artico, dottore di ricerca in Storia contemporanea (Università di Torino) e in Italianistica (Università di Wrocław - Breslavia), è docente di Lingua e cultura italiane presso l'Ateneo breslaviense. Tra le sue opere il volume Terre riconquistate. Degermanizzazione e polonizzazione della bassa Slesia dopo lo Seconda guerra mondiale (2006); varie curatele e numerosi saggi pubblicati in Italia ed in Polonia. È membro dell'Arbeitsgemeinschaft für die neueste Geschichte Italiens e della Società italiana per lo studio della storia contemporanea (SISSCo). Si occupa attualmente dei conflitti a sfondo nazionale e confessionale nel periodo interbellico, specificatamente in relazione alla Slesia ed all'area del Baltico meridionale. INDICE DELL’OPERA - Capitolo primo. Conflitti materiali e narrazioni ideologiche. Un tentativo di ripensare il secondo dopoguerra, di Davide Artico e Brunello Mantelli - Capitolo secondo. Chiesa e identità nazionale in Finlandia nella prima metà del Novecento, di Juha Meriläinen - Capitolo terzo. «Pany i rezuny». Militari polacchi, nazionalisti ucraini e minoranze rutene dai massacri di Volinia all'operazione «Vistola», di Davide Artico - Capitolo quarto. Gli ebrei nella Bielorussia sovietica fra le due guerre e nei primi mesi dell'Operazione «Barbarossa»: il caso di Borisov, di Aleksandr Friedman - Capitolo quinto. Controversie sulla retorica lituana del «doppio genocidio» nel primo decennio dalla caduta del comunismo, di Vygantas Vareikis - Capitolo sesto. Lo sport quale indicatore di conflitti: il caso rumeno 1920-1950, di Bogdan Popa - Capitolo settimo. La lotta alle malattie veneree in Polonia dal 1945 al 1949, di Grzegorz Michalik - Capitolo ottavo. La giusta distanza. Per una lettura realistica dei due dopoguerra, di Brunello Mantelli - Indice dei nomi - Indice dei luoghi
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