La Caporetto del fascismo Stampa E-mail

Giuseppe Meneghini

La Caporetto del fascismo
Sarzana 21 luglio 1921

Mursia, pagg.304, Euro 17,00

 

meneghini_caporetto  IL LIBRO – Il 21 luglio 1921 una spedizione di qualche centinaio di squadristi aggredì alle prime luci dell’alba Sarzana, la cittadina della Lunigiana retta da un’amministrazione socialista, unica a resistere alle infiltrazioni guidate dal ras carrarese Renato Ricci. Gli uomini di Amerigo Dumini, futuro assassino di Matteotti, vennero bloccati alla stazione da un drappello di carabinieri e soldati, comandati dal capitano dell’Arma Guido Jurgens. Nello scontro a fuoco morirono sei fascisti e un soldato, mentre gli squadristi fuggirono terrorizzati verso le campagne, dove contadini e arditi del popolo in armi ne uccisero altri sei.
  Il giorno precedente erano stati assassinati, dopo un processo sommario fra torture e atrocità, due giovani spezzini colpevoli solo di essere fascisti. Questi fatti, amplificati dalla stampa dell’epoca, ebbero un grande impatto sull’opinione pubblica e sulla politica nazionale, determinando una grave crisi all’interno del partito fascista e anche della Sinistra.
  Raccogliendo documenti e fotografie inediti e le testimonianze dei protagonisti, questo volume ricostruisce gli eventi di quei giorni e gli stati d’animo di chi li ha vissuti, raccontando come Sarzana il 21 luglio 1921 divenne una vera e propria «Caporetto del fascismo».

  DAL TESTO – “I primi a cadere nella fuga furono due fascisti di Massa, gli studenti Paolo Pelù di 21 anni e il diciannovenne Lorenzo Taddeucci. Bloccato al casello ferroviario che si trova cento metri a est della stazione di Sarzana, probabilmente dagli arditi del popolo, Pelù venne ripetutamente colpito al dorso con oggetti acuminati e taglienti che penetrarono nella cavità toracica e addominale provocandone la morte. La sequenza, sinteticamente descritta nella relazione necroscopica del dottor Valerio Ricci, induce a ritenere che il Pelù fu colpito da più pugnalate mentre già si trovava bocconi a terra, mentre Taddeucci, lo si desume sempre dalla relazione medica, venne prima ferito al braccio sinistro da un colpo di fucile da caccia sparato a distanza ravvicinata, e quindi finito con ferite da armi da punta e taglio (probabilmente di pugnale) che penetrarono nella cavità toracica e addominale, provocando lesioni polmonari e intestinali. Dall'intestazione della scheda, che recava in un primo tempo la dizione «sconosciuto», poi corretta con l'indicazione del nome, si arguisce che il riconoscimento del cadavere del Taddeucci avvenne in un momento successivo.”

  L’AUTORE – Giuseppe Meneghini è nato a Sarzana (SP) nel 1939. Laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collaboratore de «Il Secolo XIX». Dopo una giovanile esperienza al «Lavoro Nuovo» di Sandro Pertini, ha lavorato nella pubblica amministrazione e da anni si dedica alla ricerca storica in ambito locale. È autore di numerosi libri sulla storia del fascismo e del socialismo.

  INDICE DELL’OPERA - Prefazione, di Arrigo Petacco - Capitolo Primo. Sarzana la rossa - Capitolo Secondo. La prima incursione - Capitolo Terzo. Il Comitato di Difesa cittadino - Capitolo Quarto. La spedizione in Lunigiana - Capitolo Quinto. La città si prepara - Capitolo Sesto. Maiani e Bisagno - Capitolo Settimo. Le indagini e il processo - Capitolo Ottavo. Un'alba rossa - Capitolo Nono. Caccia al fascista - Capitolo Decimo. Le reazioni - Capitolo Undicesimo. Un ispettore scomodo - Capitolo Dodicesimo. La crisi del fascismo e la pacificazione - Capitolo Tredicesimo. Storia di un capitano coraggioso - Capitolo Quattordicesimo. Cronaca di una sconfitta - Note - Ringraziamenti - Bibliografia - Indice dei nomi