Sulla strada del padre Stampa E-mail

Fernando Acitelli

Sulla strada del padre

Cavallo di Ferro Editore, pagg.304, Euro 17,50

 

acitelli_strada  IL LIBRO – Può un padre lasciare un segno così in­delebile da indurre suo figlio a seguirne il solco per tutta la vita?
  Spinto dal ricordo intenso del genitore, il figlio ci porta con sé in un emotivo viaggio a piedi attraverso le strade di Roma, partendo dai resti della città antica per arrivare fino alla periferia sud (quella dove con il padre ha condiviso l’amore per il calcio e i racconti della guerra), passando per i quartieri che hanno da raccontare qualcosa sul suo passato.
  Il figlio attraversa rioni e strade seguendo la scia della memoria, rievocando nella mente le parole paterne, come a ricostruire il dialogo di un tem­po. Gli sembra di leggere quelle parole sui mu­ri e sui monumenti della città, anche dove tutto è cambiato e l’immagine nel­la mente è lontana. Roma diventa allora non solo il museo al­­l’aperto della storia collettiva, ma anche il mu­seo di una storia individuale, l’affresco dei frammenti della giovinezza pa­ter­na «donata alle armi» e devastata dalla guerra, dalla pri­gionia nel campo di concentramen­to.
  Con il suo nitore poetico, na­to per restituire il sublime delle cose semplici, Fernando Acitelli ha raccontato un viaggio nella Ro­ma presente che si fonde con le immagini ricordate e fotografate della Ro­ma post-bellica, ma che è an­che e so­­­prattutto un pellegrinaggio alla ricerca del padre.

  DAL TESTO – “Ho preparato ogni cosa per bene: lo zaino, la piccola tenda, e finalmente ieri, all'alba, mi sono messo in viaggio. Dipendeva dal mio coraggio e dal mio animo la visione completa (la contemplazione) dei paesaggi al Quadraro e in altri quartieri. Sarei stato via un mese, forse più; l'avanzare verso la periferia doveva prevedere calma nell'animo. Io vivevo ad appena due chilometri dal Quadraro, ma la preparazione era necessaria per una forma di rispetto: educare la vista, cioè discendere veramente nelle cose e approvarle, come avviene nei silenzi di un museo, quando si sta accanto a parole scheggiate, a un satiro flautista «dalla via Labicana» o a un Antonino Pio «di provenienza ignota». E poi educare i gesti. Assecondarsi al marmo, busto o iscrizione che fosse. Sembra una cosa da nulla purificare il passo, avere un'andatura eretta e l'animo esposto al sorriso o alla smorfia di tutti. Prepararmi mi dava forza, mi comunicava che avrei osservato tutto con equilibrio e mi sarei adagiato con l'animo - ecco, sì, con l'animo! - su persone e cose non con lo stupore naif di uno scrittore ricco, ma con quell'intelligenza buona di un naturalista che non chiede nulla e desidera solamente sfiorare la vita. Un naturalista cui basta quel poco che possiede.”

  L’AUTORE – Fernando Acitelli è nato e vive a Ro­ma. Scrittore e poeta, è autore de La solitudine dell’ala destra (Ei­nau­di 1998), Francesco Totti. Il tribuno di Porta Latina (Limina 2002), I vecchi esultano la sera (Avagliano 2007), Miagola Jane Birkin. Filologia degli anni Sessanta (Coniglio Edi­tore 2009).

  INDICE DELL’OPERA - Al tempo che la chioma era ondulata - Ma cosa posso dire oltre il sorriso? - Ma dove incontrerò più questi volti? - Ex di niente - Soltanto fra le foto sto sereno - Appendice