Stato mondiale o nomos della terra |
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Caterina Resta Stato mondiale o nomos della terra. Carl Schmitt tra universo e pluriverso Edizioni Diabasis, pagg.96, Euro 13,00
DAL TESTO - "Come Schmitt ci ha insegnato, la storia pone sempre nuove domande, che richiedono, ogni volta, inedite risposte e la globale Zeit entro la quale siamo ormai entrati è assai diversa dall'epoca schiusa dalle nuove scoperte geografiche e dalla conquista del Nuovo Mondo, all'inizio dell'Età moderna. Innanzitutto è cambiato il concetto stesso di confine e di spazio, profondamente mutato dalle nuove tecnologie di comunicazione, in primo luogo quelle telematiche. Se il rischio della globalizzazione è quello della totale cancellazione e dell'azzeramento di ogni delimitazione, che sfocerebbe in un gigantesco Weltstaat, le cui frontiere coinciderebbero con quelle del pianeta, d'altra parte neppure più è immaginabile l'idea di un confine come separatezza, barriera che circoscrive uno spazio rigorosamente chiuso. Là dove vi è ermetica chiusura, infatti, - ammesso e non concesso che ciò sia ancora possibile - non vi può essere altro che scontro e contrapposizione tra identità che solo nel conflitto sono capaci di misurare la propria forza e tenuta, il che, tra l'altro, non mette al riparo dalle tentazioni - dalla volontà di potenza egemonica - di un governo monocratico del mondo. "Per tutte queste ragioni mi pare che l'alternativa tra universalismo e pluralismo, monopolio e polipolio, così come Schmitt la pone sul margine interno della Modernità, richieda, nell'Età globale, una risposta assai più complessa, che sappia coniugare il pluriverso di spazi storici, culturali, linguistici, religiosi differenti tra loro - ma anche differenziati non gerarchicamente al proprio interno - con una visione autenticamente universalistica, non nel senso della reductio ad unum, ma nel senso di un accordo, di un patto federativo che, nel rispetto delle differenze, crei anche lo spazio aperto - giuridico e politico - di una possibile con-vivenza, nella consapevolezza che il confine non è un muro insorrnontabile, ma una cerniera che divide e differenzia solo perché, anche, mette in relazione". L'AUTRICE - Caterina Resta insegna Filosofia teoretica all'Università di Messina. La sua ricerca è orientata alla filosofia del Novecento, ad autori di area tedesca che hanno contribuito a delineare compiutamente l'orizzonte del nichilismo: Nietzsche, Heidegger, Jünger e Carl Schmitt. Si è interessata al tema della differenza e dell'alterità nell'ambito della filosofia francese: Derrida, Lévinas e Nancy. È inoltre impegnata nell'elaborazione di una originale prospettiva geofilosofica, entro la quale ripensare la mondializzazione, il rapporto estraneo/familiare e singolarità/comunità, la salvaguardia della Terra sul senso dell'abitare dell'uomo sulla terra, in campo teoretico etico-politico.
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