Annali della Fondazione Ugo Spirito 2006-2007 Stampa E-mail

Annali della Fondazione Ugo Spirito 2006-2007 (XVIII-XIX)

Fondazione Ugo Spirito, pp. 299, € 20,00

 

annalli_fondazione_ugo_spirito06-07.jpg  È uscito il nuovo fascicolo degli Annali della Fondazione Ugo Spirito 2006-07 (XVIII-XIX). Il fascicolo, introdotto dal presidente della Fondazione, Prof. Giuseppe Parlato, si compone di due sezioni. La prima - Saggi e studi - comprende:

- Luigi Scoppola Jacopini, I socialisti italiani di fronte al bivio della pace e della guerra: 1900-1910;

- Gianni Scipione Rossi, Fascismo, Rsi e "questione ebraica": complessità e contraddizioni alla luce di una "nota verbale" tedesca del 1944;

- Leonardo Varasano, Il fascismo umbro tra lotte di potere e campanilismo: la contrastata vicenda di Elia Rossi Passavanti, da gerarca a resistente;

- Gaetano Rasi, Attualità e "inattualità" del suo pensiero;

- Leonardo Rossi, Dal neofascismo alla destra democratica: il caso di Democrazia nazionale e le analogia con Alleanza nazionale;

- Stefania Boscato, Aspetti organizzativi del partito della Democrazia cristiana durante la segreteria di Guido Gonella;

- Ilaria Bottone, L'evoluzione della città americana e l'universo urbano contemporaneo di Donald Barthelme;

- Elisa Natale, L'emergere della questione femminile in Italia: il pensiero e l'azione di Anna Maria Mozzoni.

  La sezione monografica, introdotta dal direttore della Fondazione, Giovanni Dessì, è dedicata a Le cattedre di filosofia all'Università La Sapienza di Roma tra guerra e dopoguerra e comprende:

- Andrea Paris, I maestri dell'Università di Roma: l'insegnamento di filosofia di Pantaleo Carabellese;

- Filippo Cannizzo, Enrico Castelli e la cattedra di Filosofia della religione a Roma: 1940-1960;

- Fabrizia Soragnese, Ugo Spirito e l'insegnamento di filosofia teoretica a Roma.

 

Introduzione di Giuseppe Parlato

  Questo nuovo volume degli “Annali” della Fondazione Ugo Spirito si segnala, come ormai da qualche anno, per l’attenzione posta nei confronti delle ricerche realizzate nell’ambito della Fondazione.

  Le difficoltà economiche di cui soffrono tutte le istituzioni culturali in questo periodo di crisi finiscono, in genere con il colpire la ricerca. Così come nell’Università e per la cultura in genere, non appena le risorse vengono meno o diminuiscono, il primo settore a farne le spese è quello della ricerca. E’ quasi inevitabile e lo è soprattutto per le istituzioni culturali non statali, in quanto, generalmente, i finanziamenti e i contributi da parte dello Stato o degli Enti locali, sono finalizzati ad attività “visibili” e che, possibilmente rivestano una funzione di servizio al pubblico (gestione di biblioteche, riordino di archivi, ecc.). La ricerca è lenta nel tempo, è meno visibile, non ha un ritorno immediato in termini di immagine. Si sostiene, giustamente, che chi vuole fare ricerca, può farla da solo senza l’ausilio di una istituzione culturale. Tuttavia, una istituzione che conservi archivi e biblioteche può anche promuovere un’attività di ricerca, può mettere a disposizione la documentazione propria e quella delle istituzioni similari (ormai in buona misura in rete), può permettere ad alcuni giovani di lavorare insieme sulle varie ricerche, può realizzare momenti di riflessione a livello metodologico, seminari di approfondimento con la possibilità per chi vi partecipa di potere esporre liberamente i dubbi e i risultati dei rispettivi lavori.

  Si potrà obiettare che tutto questo una volta lo faceva l’Università e dovrebbe farlo ancora. Lo sostiene soltanto chi non conosce i meccanismi che oggi sovrintendono la gestione degli Atenei e quelli che regolano la distribuzione dei fondi di ricerca.

  E’ ovvio, a questo punto che si preferisca, per lavorare bene e liberi un ambiente più raccolto, meno burocratico, nel quale l’attività di ricerca diventa un lungo dialogo con il personale della Fondazione e con chi la dirige. E inoltre vi è attenzione per gli studi dei più giovani, soprattutto vi è attenzione per la ricerca, per la singola ricerca, e aggiungerei, per la ricerca di taglio umanistico.

  Siamo avviati, è inutile nascondercelo, verso un sapere che privilegia sempre di più gli aspetti tecnico-scientifici: sempre in nome della visibilità, della fruibilità, dell’utilità sociale. Occorre che, anche a livello legislativo, si ponga mano a strumenti che rivitalizzino la ricerca scientifica umanistica, perché la prospettiva è l’impoverimento della stessa ricerca scientifica tout-court.

  Nel frattempo, le istituzioni culturali fanno molto. E il volume che oggi appare è il risultato di un anno e più di lavoro di un gruppo di giovani studiosi che si sono dedicati ad approfondire tematiche diverse, ma tutte nell’ottica della storia e della filosofia contemporanee.

  Come si può notare, il volume degli Annali è diviso in due parti. La prima, come si è detto, ospita le ricerche svolte presso la Fondazione nell’ultimo anno; la seconda comprende uno studio monografico sulle cattedre di filosofia alla Sapienza nell’immediato secondo dopoguerra, introdotta da una breve presentazione del Direttore della Fondazione, Giovanni Dessì.

  Nella prima parte i temi coprono un arco temporale che va dagli inizi del secolo agli anni Settanta. Si va dalla politica socialista nei primi anni del Novecento (Luigi Scoppola Iacopini) alla questione femminile in Italia attraverso l’azione di una delle protagoniste (Elisa Natale), dalla evoluzione della città americana (Ilaria Bottone) a un’analisi della segreteria Gonella nella Dc del dopoguerra (Stefania Boscato), da un contributo allo studio del fascismo umbro (Leonardo Varasano) a due saggi sul neofascismo. Il primo, a firma del presidente emerito della Fondazione, Gaetano Rasi, è testo della relazione letta alla presentazione di un volume su Giorgio Almirante, avvenuta in Fondazione qualche mese fa, mentre il secondo (Leonardo Rossi) è uno studio sulla scissione di Democrazia Nazionale.

  Le condizioni perché prosegua e si sviluppi ulteriormente il lavoro di ricerca presso la Fondazione sono essenzialmente due: la prima è che continuino a pervenire, come avviene costantemente, nuovi fondi archivistici e bibliotecari ad ampliare il già cospicuo spazio documentario a disposizione degli studiosi. La seconda è che la Fondazione mantenga la condizione di luogo del pensiero nel quale i giovani si trovano bene a lavorare, in piena e totale libertà di indagine scientifica, in quel clima di collaborazione e di riflessione che caratterizza una comunità culturale e che è il solo in grado di permettere alla ricerca di svilupparsi in maniera feconda.

  La Fondazione Spirito è assolutamente intenzionata a sviluppare l’attività di ricerca e ad allargarla sempre di più, indirizzando le proprie risorse spirituali e materiali a realizzare le migliori condizioni per nuove prospettive di ricerca e di sviluppo scientifico.