Bottai e la mostra dell'Istruzione Artistica del 1939 Stampa E-mail

a cura di Daniela De Angelis

Bottai e la mostra dell'Istruzione Artistica del 1939

Gangemi, pagg.192, Euro 22,00

 

de-angelis-bottai.jpg  IL LIBRO - A pochi mesi dall’entrata in guerra, subito dopo l’emanazione della Carta della Scuola, la cultura italiana si interrogò sul settore degli studi d’arte, coinvolgendo i nomi prestigiosi di Bottai, Argan, Maccari, Spirito, Volpicelli, Ojetti, Della Volpe, gravitanti, al contempo, intorno alla rivista Primato.

  Il volume si basa sulla ricognizione riguardante la grande Mostra dell’Istruzione Artistica promossa da Bottai nel 1939 e tenutasi nel Palazzo delle Esposizioni di Roma. In apertura, troviamo un saggio che ripercorre le linee della Mostra; segue una rassegna di articoli giornalistici che fecero da corollario all'evento, pubblicati sia da giornali sia da riviste. Il testo si chiude con la ristampa del catalogo provvisorio dell'esposizione, editato senza foto e con i nomi degli studenti degli Istituti d'Arte, dei Licei artistici e delle Accademie che presentavano i loro lavori e che fu sostituito da un altro sempre senza immagini ma con i nomi dei soli studenti delle Accademie.

 

  DAL TESTO - "Bottai, come in altre numerose occasioni, si rivelò un moderatore, capace di tentare di ottemperare alle richieste di chi sosteneva l'arte applicata e quelle, non meno pressanti, di chi rivendicava i diritti dell'arte pura, scevra da ogni contatto con l'economia e la riproduzione seriale. Nella mostra romana quest'ultima posizione era sostenuta dai direttori e dai docenti delle Accademie, tra i quali spiccavano i nomi prestigiosi di Carena, C. A. Petrucci, Messina, De Felice, Drei e molti altri, impegnati in un serrato confronto con gli istituti d'arte più organizzati, come quelli di Firenze, Roma, Venezia, Faenza, Ravenna.

  "I contrasti di certo non mancarono: anche in una stampa "depurata" come quella di allora si colgono gli echi di polemiche che non furono lievi ed a riprova di tutto si cita un dato veramente singolare che consiste nel fatto che di quella mostra esistono due cataloghi, uno con i numerosissimi nomi dei ragazzi degli istituti d'arte accanto a quelli delle accademie, l'altro con solo i nomi di questi ultimi e l'indicazione dei manufatti e della scuola di provenienza per i lavori d'arte applicata; nessuno dei due cataloghi presenta delle immagini (fatto assurdo per una mostra d'arte, soprattutto se messo a confronto con gli illustratissimi cataloghi delle mostre dell'istruzione tecnica). Nulla trasparì all'esterno, come era tipico in quei tempi di dittatura che presentava una stampa molto controllata dalla censura del Ministero della Cultura Popolare, certo anche Bottai volle presentare a Mussolini un settore della scuola ordinato e regolarizzato ma la realtà era ben diversa e ciò è deducibile dal dibattito che ci fu in seguito all'evento, soprattutto sulle pagine culturali dei giornali, in genere meno controllate, perché specialistiche, di quelle politiche".

 

  LA CURATRICE - Daniela De Angelis è titolare della cattedra di Lettere e Storia all’Istituto d’Arte di Pomezia e critico di Storia e di Arte del ‘900.

 

  INDICE DELL'OPERA - Prologo - Bottai e la mostra dell'Istruzione artistica del 1939, di Daniela De Angelis - Interventi - Il catalogo del 1939