La dittatura romana. Tomo primo Stampa E-mail

a cura di Luigi Garofalo

La dittatura romana
Tomo primo


Jovene Editore, pagg.VIII-520, € 54,00

 

garofalo dittatura  IL LIBRO – È questo il primo dei tomi in cui si articola il trentottesimo volume della collana, dedicato alla dittatura romana. Contiene una parte dei lavori presentati e discussi dai loro autori in occasione del seminario di Bressanone del settembre 2015 e nel corso delle giornate in ricordo di Alberto Burdese celebrate a Venezia nell'aprile 2016, volute da Paola Lambrini e da Luigi Garofalo per onorare la memoria di uno studioso sensibile anche al diritto pubblico romano.
  In questo tomo, si tratta della dittatura in generale, nei suoi diversi aspetti costitutivi e funzionali e nei suoi rapporti con altre istituzioni e altri poteri della Roma repubblicana. Dopo l'approfondimento relativo alle origini storiche e alle prerogative del dittatore sulla scorta della narrazione liviana, si analizza il singolare rituale previsto per la sua dictio. In un successivo gruppo di contributi troviamo un'articolata disamina della magistratura considerata in relazione alla plebe e ai suoi tribuni, nonché al popolo e alle competenze giudiziarie di questo. Vi si ipotizza che la dittatura primitiva si atteggiasse non tanto a strumento patrizio per comprimere le istanze dell'ordine inferiore, quanto piuttosto a mezzo idoneo a garantire la contingente composizione degli interessi contrapposti; e altresì che il problema dei legami giuridico-politici tra la coërcitio del dictator e la tribunicia intercessio vada riletto alla luce della progressiva ammissione di interferenze plebee sull'esercizio dell'imperium supremo. Altra congettura è che il nesso tra dittatore e popolo, attestato dalla antica denominazione di magister populi, renda il magistrato garante dell'unità cittadina e fautore di accordi fra le parti del popolo tesi a stemperare le tensioni sociali. In questo quadro, l'esenzione dalla provocatio ad populum verrebbe a cadere proprio in considerazione della facoltà del dittatore di condannare a morte qualsiasi cittadino, anche di estrazione patrizia.
  Seguono tre saggi incentrati sui caratteri della dittatura come magistratura fin dall'origine 'straordinaria', ma non 'eccezionale', perché ammessa per conseguire finalità rilevanti per l'ordinamento. Nella cornice proposta, la connessione tra dittatura e iustitium verrebbe a giustificarsi tanto più se il provvedimento in questione si concepisse non come volto a creare un vuoto di diritto, ma come determinativo della sospensione dell'amministrazione della giustizia. Anche la prassi del senatusconsultum ultimum, tipica dell'ultima epoca repubblicana, troverebbe fondamento nella sopravvenuta tendenza del senato a concedere poteri eccezionali a magistrati 'ordinari', posti sotto il proprio controllo, anziché a una figura indipendente, quale era il dittatore.
  Altri contributi sono dedicati a singole species della dittatura: troviamo investigato, in generale, il dictator optima lege in contrapposizione a quello imminuto iure, nonché, in particolare, il dittatore senatus legendi causa, mezzo duttile nelle mani dell'aristocrazia senatoria durante la seconda guerra punica, e il dittatore clavi figendi causa, investito di un'antica funzione piacolare-profilattica. Uno studio ulteriore viene dedicato ai casi di abbandono della carica prima della scadenza, frutto dell'abdicatio, vista ora come atto dovuto, ora come atto volontario.
  Questa prima parte dell'opera si conclude con una trattazione della dittatura italica sia negli assetti magistratuali precedenti la romanizzazione, con riguardo particolare alle costituzioni cittadine etrusche e latine, sia nei sistemi conseguenti alla reductio ad civitatem, con approfondimento delle trasformazioni funzionali subite dalla magistratura italica e impresse dal diritto romano nei centri optimo iure e sine suffragio.

  DAL TESTO – "La tesi della derivazione della dittatura municipale dalla imposizione eteronoma romana sui precedenti sistemi magistratuali locali (insieme all'innesto di ulteriori e subordinate figure) volta, a partire dal IV secolo a.C., a comprimere - se non annichilire - epidermicamente l'autonomia amministrativa e la configurazione costituzionale dei centri recepiti in civitatem non può trovare spazio nella ricostruzione dei rapporti tra Roma e le plurime realtà italiche: e ciò sulla base sia di considerazioni generali attinenti alla politica gestoria romana, sia dei caratteri particolari delle costituzioni dittatorie municipali. Ma la stessa tradizione, invero, non attesta direttamente un generalizzato e arcaico trapasso, nel mondo latino, dalla monarchia alla repubblica in chiave dittatoria."

  IL CURATORE – Nato a Treviso il 24 gennaio 1956 e laureato con lode in Giurisprudenza, Luigi Garofalo è dal 1999 professore di prima fascia nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Padova. Attualmente ha la titolarità dell'insegnamento di Diritto romano e l'affidamento dei corsi di Istituzioni di diritto romano e di Fondamenti del diritto europeo. In precedenza ha ricoperto il ruolo di ricercatore di diritto romano nella stessa Facoltà (dal 1990 al 1992) e di professore di seconda fascia nelle Facoltà di Giurisprudenza delle Università di Sassari (dal 1992 al 1993), Milano Statale (dal 1993 al 1996) e Verona (dal 1996 al 1999), sempre con la titolarità dell'insegnamento di Istituzioni di diritto romano e l'affidamento di altri corsi.

  INDICE DELL'OPERA - Presentazione - Tito Livio e gli esordi della dittatura, Francesca Cavaggioni - Le funzioni del dittatore: riflessioni sulla prima pentade di Tito Livio, Francesca Pulitanò - Prima che il gallo canti. A proposito della 'dictio' del 'dittator' tra diritto, antropologia e storia delle religioni, di Fausto Giumetti - Plebità e dittatura: le relazioni nel primo secolo della repubblica romana, di Marco A. Fenocchio - Profili giuridici e contenuti politici del rapporto tra 'coercitio' del 'dictator' e 'tribunicia intercessio', di Riccardo Fercia - Dittature e ruolo del popolo nel sistema costituzionale romano, di Pietro Paolo Onida - Dittatura e 'provocatio ad populum', di Federico Procchi - Sul carattere straordinario' della magistratura del dittatore: alcune riflessioni su emergenza e periodicità nella sua nomina, di Antonino Milazzo - 'Iustitium' e sospensione della 'iurisdictio', di Annamaria Salomone - Violenza, potere eforme giuridiche. I cd. 'senatusconsulta ultima'. Casistica, Francesco Maria Silla - L'espressione 'ut optima lege' e la 'dictio-creatio' del 'dictator', di Eleonora Nicosia - Il 'dictator senatus legendi causa', di Stefania Fusco - La 'lex vetusta' di Liv. 7.3.5 e il dittatore 'clavi figendi causa', di Roberto Signorini – L'abdicatio' del 'dictator', di Annalisa Triggiano - Il 'dictator' negli assetti magistratuali italici, di Carlo Pelloso