La verità del Freddo Stampa E-mail

Raffaella Fanelli intervista Maurizio Abbatino

La verità del Freddo
La storia. I delitti
I retroscena
L'ultima testimonianza del capo della banda della Magliana


Chiarelettere, pagg.302, € 16,90

 

fanelli freddo  IL LIBRO – "Hanno già ordinato la mia morte..." Maurizio Abbatino parla e racconta quello che ha visto e vissuto in prima persona. Anni di delitti, di vendette, di potere incontrastato su Roma e non solo. Misteri italiani, dal delitto Pecorelli all'omicidio di Aldo Moro, fino alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Protagonista di una stagione di sangue che ha segnato la storia più nera del nostro paese; fondatore e capo, con Franco Giuseppucci, della banda della Magliana, Abbatino è l'ultimo sopravvissuto di un'organizzazione che per anni si è mossa a braccetto con servizi segreti, mafia e massoneria. In queste pagine racconta la genesi della banda, le prime azioni, la conquista della città, gli arresti, le protezioni in carcere e fuori, l'inchiesta avviatasi oltre vent'anni fa a partire dalle sue confessioni. Può considerarsi il prologo di Mafia capitale: "Ritornano dei cognomi, si rivede un metodo... Abbastanza per pensare che le traiettorie del vecchio gruppo criminale non si siano esaurite" ha affermato l'attuale capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone.
  Nel libro scorre la storia d'Italia vista con gli occhi di un criminale sanguinario che ha fatto arrestare altri criminali sanguinari. Molti di loro sono tornati liberi. Lui no. Aspetta, dice, la sua esecuzione. "Sono tornato dove tutto è cominciato. Perché è qui che deve finire."
  In questo libro-intervista, scrive Otello Lupacchini nella Postfazione, "Maurizio Abbatino si racconta con grande dignità e, raccontandosi, non soltanto narra le gesta della cosiddetta «banda della Magliana», di cui fece parte e nella quale rivestì un ruolo di primissimo piano; non soltanto ribadisce, ammesso che ve ne sia ancora bisogno, la presenza, già nell'ultimo quarto del secolo scorso, della mafia a Roma, spesso negata, comunque, da sentenze passate e recenti; ma offre, soprattutto, il suo particolare punto di vista sulla sanguinosa e decennale lotta di potere, in cui, a cavaliere degli anni Ottanta, politica, ambizioni personali, criminalità e affari si intrecciarono con la crisi della Repubblica: quello, cioè di un protagonista di essa, malgré soi."

  DAL TESTO – "Il nome non è una genialità giornalistica, come hanno voluto far credere. La banda c'era fin dai primi anni Settanta e nell'ambiente era già chiamata così. In quegli anni, di bande ce n'erano molte, alcune ben organizzate, altre più agguerrite e anche spietate, come i Marsigliesi. C'era la banda della Kawasaki a Primavalle, un'altra che faceva capo ai fratelli Pellegrinetti a Val Melaina, quella di Torpignattara e l'altra di Ettore Tabarani che poi entrò in conflitto con Danilo Abbruciati, c'era la banda dell'Alberone con Renatino ... Ma solo la nostra diventò un'associazione mafiosa."

  L'AUTRICE – Raffaella Fanelli, giornalista freelance, ha scritto e collaborato con numerose testate, tra le quali "la Repubblica", "Sette-Corriere della Sera", "Panorama", "Oggi", e altrettante trasmissioni televisive, da "Quarto grado" a "Verissimo" a "Chi l'ha visto?". Da anni svolge un lavoro d'inchiesta il cui obiettivo è raccontare i tanti misteri e le troppe ombre della nostra storia recente. Ha realizzato interviste scoop a Salvatore Riina, Angelo Provenzano, Vincenzo Vinciguerra, Valerio Fioravanti, personaggi le cui testimonianze possono aiutarci a comprendere alcuni aspetti inconfessabili del potere e della storia italiana.

  INDICE DELL'OPERA – I protagonisti – Prologo - I segreti della Magliana - La versione del Freddo - Le origini della banda - La città nelle nostre mani - Giudici troppo scomodi e sentenze da aggiustare - Il caso Moro - Il delitto Pecorelli - La scomparsa di Emanuela Orlandi – Epilogo – Postfazione, di Otello Lupacchini - Bibliografia