Il fascino di Sigfrido |
Giovanni Ansaldo
IL LIBRO – Quando giunse a Berlino nel gennaio 1921, Giovanni Ansaldo aveva poco più di venticinque anni, essendo nato a Genova il 28 novembre 1895. Nipote del fondatore di una delle più importanti industrie italiane che portava il nome di famiglia, era stato al fronte come capitano e aveva già cominciato a scrivere su alcuni giornali, da «Energie Nove» di Piero Gobetti a «L'Unità» di Gaetano Salvemini, e sul quotidiano socialista «Il Lavoro». Non aveva, probabilmente, ancora deciso di rinunciare alla carriera accademica per dedicarsi, preda del demone della scrittura, al giornalismo. Pensava, infatti, di raccogliere materiale, durante i mesi che avrebbe trascorso in Germania, per fare qualche pubblicazione al fine di conseguire la libera docenza e di scrivere un libro di attualità o di politica. Si era impegnato per ben sette mesi, messa da parte la sua «svogliatezza di anni lontani», nello studio della lingua tedesca, proprio in vista di questo viaggio che considerava importante per il suo futuro. DAL TESTO – "È, in fondo, più giusto dire che il nazismo, immane gorgo, lungi dall'impressionare la maggioranza della gente tedesca e dal renderla pensosa, la attrae; ed attrae perciò anche la maggioranza della gente della Sarre, che è tedesca di sangue e di cultura. Non c'è bisogno di terrore; essa è trascinata dall'istinto. L'AUTORE – Giovanni Ansaldo (Genova, 1895-Napoli, 1969), tra i maggiori giornalisti del Novecento, collaborò con vari quotidiani e periodici, tra cui «L'Unità» salveminiana, «La Stampa» e «L'Italiano» di Leo Longanesi. Fu direttore del quotidiano livornese «Il Telegrafo» e portavoce ufficioso di Galeazzo Ciano. Con Longanesi pubblicò, nel 1947, "Il vero signore" e "Latinorum" e, nel 1950, la biografia di Giolitti, "Il ministro della buona vita". Dal 1950 diresse il «Mattino» di Napoli, continuando a collaborare al «Borghese» e al «Tempo illustrato». INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Francesco Perfetti - Il fascino di Sigfrido - I. Morta e sepolta - II. Ricordo di una levantina - III. Aspetti e figure della Ruhr - IV. Il generale delle espulsioni - V. Il duomo di Colonia e le sentinelle britanniche - VI. I conquistatori della Ruhr - VII. Una notte a Weimar - VIII. Ad Aquisgrana con Carlo Magno - IX. Frusta e zuccherini nel Palatinato - X. Il rimpianto degli americani - XI. Borgomastri e principi dinanzi ai consigli di guerra - XII. I mangiatori di prussiani - XIII. Le idee di un "traditore" - XIV. La casa dell'eroe Beethoven - XV. Pasqua di sangue - XVI. Il figlio unico della Società delle Nazioni - XVII. Il museo dei cuochi - XVIII. Birra e sangue - XIX. Come vive, come giudica il mondo l'ultima regina di Napoli Maria Sofia - XX. I lanzichenecchi del separatismo - XXI. Un uomo di buon senso - XXII. Uno statista europeo - XXIII. Lo sgombero - XXIV. La vendetta di Loreley - XXV. Il fascino di Sigfrido - XXVI. Deutsche Treue und welsche Listigkeit - Indice dei nomi |